Siamo da sempre contrari ad un sistema di valutazione che, attraverso una serie di punteggi dovrebbe stabilire il grado di professionalità- capacità complessive dei lavoratori e incentivarli in modo differenziato o addirittura escludendoli dall’ottenere il premio. Per noi la differenza fra lavoratori esiste già ed è data dal diverso livello per il quale un lavoratore è inquadrato professionalmente. L’incentivo parametrato sui livelli dovrebbe essere legato alla partecipazione collettiva al miglior funzionamento del reparto. Essendo poi questo una delle poche voci del miglioramento economico in busta paga, dovrebbe essere corrisposto a tutta la totalità dei lavoratori perché il costo della vita aumenta, perché tutti sono interessati ad avere delle “briciole” salariali .
Ha senso perciò dare l’incentivo in modo differenziato?
Noi diciamo di no, ma anche un recente studio dell’Università Bocconi ha dimostrato che se si lega la valutazione del personale all’erogazione dell’incentivo, qualsiasi progetto viene a cadere perché i lavoratori entrano in contrapposizione tra loro.
Ha un senso preciso solo per qualche dirigente che vuole imporre logiche di divisione sapendo che per comandare bisogna dividere chi è “buono” da chi è “cattivo”. Il giudizio del caposala e/o dirigente potrà penalizzare coloro che non si disciplinano ai nuovi e più intensi ritmi di lavoro, a chi non è disposto a fermarsi a lavorare in straordinario quando le esigenze lo impongono, è facile comprendere che ancora una volta saranno le donne ad essere penalizzate, la madri o le figlie che si occupano dei genitori infermi, o chi resiste a queste condizioni.. Anche l’ accordo sugli incentivi regionali degli ICP, firmato dalla RSU a dicembre 2011, dispone che “durante la maternità obbligatoria non saranno erogati gli incentivi regionali” .
Delle volte, basta che un lavoratore non salti il riposo, come richiesto dal caposala, per avere un basso punteggio .
Questo noi lo sappiamo bene, perché lo viviamo direttamente nell’esperienza lavorativa: non si tratta tanto di un giorno in più di riposo saltato che ci viene richiesto, ma perché il saltato riposo diventa costante, ripetitivo e assunto sistematicamente come conseguenza del fatto che si lavora sotto il numero di personale necessario a svolgere le mansioni nel reparto: turni illegali e pause mensa sempre più spesso saltate, ad esempio, stanno diventando una norma .
E nonostante questo aggravio di sforzo che richiedono a tutti, con questo sistema abbassano e tolgono i soldi del premio incentivante.
L’obiettivo dell’Azienda è quello di risparmiare economicamente sempre più. e la proposta fatta alla RSU dall’Amministrazione è quella di dare l’attuale incentivo pagato mensilmente ogni tre mesi (secondo l’indicazione del decreto Brunetta addirittura a fine anno) dopo valutazione individuale e a raggiungimento dell’obiettivo aziendale. Attualmente agli ICP il 10% del personale viene valutato negativamente, tradotto in poche parole ,significa che questi lavoratori perderanno in busta paga circa 1.000 euro l’anno.
Altro che difesa del salario!!
L’ obiettivo dei dirigenti è rendere sempre più schiavi gli operatori, che talvolta sacrificano il loro tempo, per strappare qualche briciola o favore, aderendo alle loro indicazioni.
Diciamo basta a questo sistema che è stato peggiorato dalla riforma Brunetta, ma che è stato introdotto dalla Amministrazione con la complicità diretta dei sindacati confederali e dei loro tirapiedi in azienda. Gli attuali delegati RSU nell’Ente ,non si sono opposti in modo netto a questo progetto, hanno solo chiesto di rimandare l’accordo a dopo le elezioni della nuova RSU per non compromettere la loro sorte elettorale.
Per opporci adeguatamente abbiamo bisogno che voi esprimiate delegati combattivi e che non barattano se stessi per dei privilegi. Per attuare la politica sindacale che vi proponiamo, non dovete più dare il voto a chi vi tradisce ogni giorno, ma a quei lavoratori che hanno a cuore le sorti di tutti e il collettivo con il quale lavorano.
SI Cobas ICP-Niguarda 21 febbraio 2012