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Comunicato sui fatti della Granarolo. Sabato 23 novembre manifestazone

Un accordo patacca quello che a luglio la Granarolo, e tutte le sue appendici aziendali, hanno sottoscritto in Prefettura a Bologna sui 51 operai licenziati.

In esso si sosteneva che entro il 31 ottobre, 23 lavoratori sarebbero stati ricollocati in più aziende e, sempre in quella data, si sarebbero tenuti incontri per discutere del collocamento dei restanti 28 lavoratori (tutti immigrati); intanto, nell’attesa di una collocazione degli esclusi, sarebbe stata applicata la cassa integrazione in deroga.

Ad oggi, solo 9 lavoratori sono stati ricollocati in azienda; per gli altri vige la cassa integrazione che tra l’altro non è stata ancora erogata.
I 42 lavoratori  in sostanza sono senza stipendio e non hanno il minimo sostentamento per vivere e far vivere la loro famiglia, mentre il Questore li minaccia: se non stanno zitti e protestano, le 179 denunce, secondo lui,  saranno tramutate in espulsione dal territorio italiano.

Una “bufala” che avrebbe dovuto scoraggiare gli operai ad intraprendere forme di lotta per rientrare in azienda, ma che invece è stata letta come una provocazione e come tale rimandata al mittente.

E innfatti, dai primi giorni del mese, i proletari per più giorni si sono recati davanti ai cancelli delle aziende di lor signori perché sanno che solo la lotta li può far rientrare sul posto di lavoro.

Intanto il Prefetto, che poco ha fatto perché non si attuasse questa politica truffaldina dei signori della Lega Delle Cooperative, se n’è andato in pensione, mentre i 42 operai immigrati soffrono con le loro famiglie la fame.

La determinazione di questi 42 sfruttati, la solidarietà dei loro compagni delle altre cooperative, quella dei tanti soggetti che soffrono gli effetti del sistema e la sua tremenda crisi, non solo si è rafforzata nella partecipazione davanti ai cancelli, ma si è estesa alla scuola, all’occupazione delle case, e si è allargata oltre il territorio bolognese.

Sabato 23 novembre 2013 una grande manifestazione verrà attuata a Bologna partendo alle ore 15,00 da Piazza Maggiore: è un’onda lunga che ha all’ordine del giorno non solo il rientro dei lavoratori della Granarolo nelle aziende ma l’estensione di un movimento degli sfruttati e di tutti coloro che nella lotta si rendono protagonisti di un percorso di resistenza alle politiche borghesi, per un fronte unico contro questo sistema in putrefazione e gli orpelli politici e sindacali loro complici e sostenitori.
19.11.2013
Sindacato Intercategoriale Cobas