La memoria ci porta indietro nel tempo in quel 2001, in quel famoso e triste G8, al quale abbiamo assistito ad una vera e propria mattanza da parte delle forze del (dis)ordine, che non perdono occasione per ricordarci il ruolo dello Stato a difesa dello sfruttamento borghese.
Una vera e propria macelleria sociale è in atto da parte delle forze del (dis)ordine in questi giorni davanti ai cancelli della Granarolo, impero economico dell’ Emilia Romagna.
I servi assoldati dai Padroni amici degli amici del Sistema per placare gli animi e le ragioni sacrosante dei lavoratori licenziati che da nove mesi ormai non percepiscono uno stipendio, sono stati aiutati da trenta lavoratori “crumiri” che per comando dell’azienda e con metodi squadristi hanno pestano cinque lavoratori isolati che gli sono capitati sottotiro ad un cancello.
Infatti, tramite foto e video fatti dai presenti, si evidenziano i modi repressivi che la “legge” ha attuato verso i dimostranti:
momenti di alta tensione hanno caratterizzato questi giorni con pestaggi e gassamenti gratuiti, fermi e denunce, ed infine 2 arrestati tra i nostri compagni appartenenti al Si Cobas ancora trattenuti e “deportati” al Carcere della Dozza come dei criminali per dei motivi inesistenti, visto che la violenza l’hanno subita loro (alcuni celerini volevano pure impedire ad alcuni giornalisti e ad alcuni manifestanti di riprendere le loro violenze).
Il questore dice che è inaccettabile il modo di manifestare dei licenziati e dei solidali, e i metodi usati dai suoi uomini come li dobbiamo classificare?
Lunedì ci sarà l’udienza di convalida davanti al Gip, invitiamo compagne e compagni, solidali, lavoratrici e lavoratori, a non retrocedere visto come ci trattano, abbiamo solo da perdere le catene ed un mondo da guadagnare, e in solidarietà dei due compagni troviamoci Lunedì davanti al tribunale.
Presidio e picchetti continueranno ad oltranza finchè le ragioni dei lavoratori, licenziati ed in condizioni davvero precarie, non saranno ascoltate e tramutate in fatti.
La Granarolo mediante testate giornalistiche chiede aiuto alle istituzioni ed all’opinione pubblica, sostenendo di essere sotto attacco e di non aver licenziato nessuno, ma allora questi lavoratori perche’ presidiano l’azienda? Alcuni di loro svolgevano la propria attività lavorativa alla Granarolo da 10 o 15 anni, e sono stati privati del posto di lavoro, appena hanno rivendicato l’applicazione del contratto nazionale. A chi dovrebbero rivolgere la loro protesta e lotta visto che hanno perso tutto???
Sono state fatte delle false promesse, firmati degli accordi mai rispettati, in una sede istituzionale, ma si sà la legge è forte coi deboli e debole coi forti; manganelli, calci, pugni, spray orticante, denunce,arresti e’ stata la risposta della polizia .
Cosa dobbiamo ancora aspettarci da chi apparentemente dovrebbe tutelare tutti???? Niente perché sono servì dei dei padroni e al servizio del loro Stato.
Sindacato Intercategoriale Cobas