Metalmeccanici

[MOTIVE] Dopo lo sgombero di questa mattina la lotta non si ferma!

Questa mattina alle ore 7 gli operai della Motive, assunti sotto cooperativa Uniqacoop, come ogni giorno da due settimane si trovavano compatti a picchettare i cancelli della fabbrica, quando sono arrivati 40 poliziotti in antisommossa e una decina di funzionari DIGOS per sgomberarli. L’azione di sgombero, dato il numero impari nei due schieramenti, si è svolta con una semplice resistenza passiva dei lavoratori e il conseguente accesso dei crumiri in fabbrica.
La battaglia di questi 22 lavoratori è iniziata quando stanchi di un trattamento schiavistico che durava da anni gli operai hanno deciso spontaneamente di scioperare per ottenere un inquadramento contrattuale consono alla mansione di metalmeccanici svolta. L’iscrizione alla nostra organizzazione è avvenuta di conseguenza alle tante lotte che da due anni portiamo avanti sul territorio bresciano e alla reputazione di sindacato di lotta diffusa ormai tra i proletari della provincia e non solo.
Il lavoro in Motive, rappresenta il modello ideale per chi vuole tenere alti i profitti con lo sfruttamento dei lavoratori, salari bassi e flessibilità totale al padrone. Gli stipendi percepiti mediamente da questi operai, esperti e specializzati, era di 800€ al mese e…nulla di più, gli orari di lavoro medi di 9 ore giornaliere. Niente ferie, né permessi o 13a e 14a, il TFR inesistente; il CCNL sostituito da un rapporto di lavoro mutualistico di socio di cooperativa.
Un sistema, quello delle cooperative, ben noto alle burocrazie sindacali, impegnate però a garantirne la sopravvivenza, per comunanza di interessi e che solo le lotte reali degli operai autorganizzati possono mettere in discussione. Queste sono le condizioni di vita riservate ai proletari nell’epoca del job’s act e della svendita totale di diritti, uno stipendio insufficiente a coprire i bisogni primari e una sottomissione totale al padrone, che come nel caso della Motive, si sentiva in diritto di chiamare gli operai scimmie o con altri epiteti xenofobi, un comportamento degno di uno schiavista.
L’intervento di questa mattina era atteso, la lotta di classe dimostra nei fatti l’incompatibilità degli interessi proletari con quelli dei padroni e mette a nudo il rapporto reale esistente tra i vari apparati statali e la borghesia. Nessuno di noi si può illudere che la soluzione, anche nella lotta economica, possa arrivare dall’alto, dalle burocrazie o dalle istituzioni.
Con la lotta di queste due settimane abbiamo ottenuto un tavolo di trattativa presso la Prefettura, dove, grazie alla nostra determinazione, richiederemo alla cooperativa una soluzione che rispetti i diritti dei lavoratori e l’applicazione del contratto nazionale. Se non ci fosse questo tipo di sviluppo la lotta non si fermerà qui.
PROSSIMI APPUNTAMENTI:
Lunedì sera, in vista di prossimi sviluppi rispetto alla vertenza in corso a Motive si terrà un’assemblea aperta a tutte le realtà solidali interessate a sostenere i lavoratori, collegare le lotte sociali deve essere un primo passo verso la ricomposizione della nostra classe, ci vediamo perciò presso la sede del S.I. Cobas Brescia in via Brozzoni, 4 alle ore 21.
Mercoledì alle ore 12 in vista dell’incontro previsto, presidio sotto la prefettura a Brescia in Piazza Duomo.

S.I. COBAS BRESCIA 

VIDEO DELL’INTERVENTO, DOPO LO SGOMBERO DEL MATTINO,  AL CORTEO STUDENTESCO A BRESCIA
Corrispondenza di Radio onda d’Urto sulla giornata: