SONO DIRITTI RICONOSCIUTI DALLA NOSTRA COSTITUZIONE!
Oggi siamo qui all’Inps di Carrara per manifestare concretamente solidarietà a un nostro delegato sindacale sottoposto a procedimento disciplinare con l’accusa di aver creato un danno d’immagine all’INPS, avendo postato su facebook documenti e dichiarazioni inerenti una vertenza sindacale in corso all’Inps in merito all’annoso problema del mansionismo.
Il nostro delegato ha anche pubblicato su facebook un post di precisazioni e chiarimenti allo scopo di dissipare ogni eventuale dubbio in merito al post che aveva esclusivamente l’obiettivo di divulgare la vertenza sindacale sul mansionismo.
Le accuse rivolte al nostro delegato, oltre a giungere fatalmente in un periodo in cui i vertici dell’INPS sono scossi da diversi scandali che hanno portato -tra l’altro- alle dimissioni del direttore generale, nascondono comunque un gravissimo attacco alla libertà di espressione e alla critica sindacale. E non è un caso che tali accuse giungano in un periodo in cui in molte sedi i lavoratori stanno chiedendo la certificazione delle mansioni svolte.
Ma quello di Enzo non è, purtroppo un caso isolato. In questi ultimi anni all’Inps abbiamo assistito ad una serie impressionante di provvedimenti disciplinari che hanno colpito non solo delegati sindacali, colpevoli di pensare con la propria testa e denunciare la deriva di questa amministrazione, ma anche di lavoratori “colpevoli” di semplici errori commessi sul lavoro in una situazione che –a causa della gravissima carenza d’organico- sta diventando sempre più insostenibile.
E’ evidente il tentativo di reprimere ogni voce fuori dal coro e creare un clima da caserma alla vigilia dell’ennesima riorganizzazione dell’Ente, fatta sulla pelle di lavoratori e utenti che trasformerà l’INPS in un ente di consulenza al servizio di banche e assicurazioni.
Noi però non ci lasciamo intimidire e continueremo a denunciare la deriva di questo Istituto e gli atteggiamenti autoritari di certi direttori, consapevoli che il nostro ruolo è quello di difendere non solo i lavoratori ma anche quello Stato sociale che oggi in Italia si cerca, pezzo dopo pezzo, di smantellare, a partire proprio dalla previdenza pubblica.
S.I. COBAS NAZIONALE