Con un avviso pubblico dello scorso 7 dicembre, il Comune di Napoli, attraverso il dirigente del servizio politiche attive per il lavoro, ha ufficializzato anche nella nostra città l’utilizzo dei famigerati voucher (buoni-lavoro) per lavori di tipo “accessorio”.
In realtà:
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si tratta di mansioni di grande rilevanza ed utilità civile e sociale: monitoraggio delle strade, apertura di biblioteche pubbliche, giardinaggio, manifestazioni culturali, turistiche e sportive (da sempre fiore all’occhiello della giunta De Magistris), lavori di emergenza, servizi legati alle esigenze del territorio connesse all’innovazione e alla crescita sostenibile (blue economy). Nella città delle mille emergenze e della disoccupazione alle stelle, si tratta di mansioni tutt’altro che accessorie, ma che al contrario richiederebbero interventi straordinari e strutturali capaci di dare un impiego e un salario stabile a migliaia di senza-lavoro.
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la misura è indirizzata soltanto a chi è stato già percettore di ammortizzatori sociali: in pratica le migliaia di giovani disoccupati e chi ha sempre lavorato a nero senza neanche un giorno di contributi versati, resterà ancora una volta alla finestra, o meglio per strada!
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Come ciliegina sulla torta, si prevede che le suddette attività “non determinino aspettative di accesso agevolato nella pubblica amministrazione”: in sostanza si impiegano lavoratori “usa e getta” ai quali al termine della loro attività per il comune non sarà neanche riconosciuto un punteggio utile al reimpiego in pianta stabile quando e se i “vincoli di bilancio” lo consentiranno…
A quanto pare la giunta De Magistris, nel mentre proclama ai quattro venti il suo antagonismo al Jobs Act e alle politiche di Renzi, sceglie di utilizzare proprio i voucher, cioè lo strumento-cardine delle politiche di precarietà e supersfruttamento contenute nel Jobs Act, per far fronte alle necessità della macchina amministrativa comunale.
Il fatto che la misura sia stata varata dalla Regione Campania a guida PD non può fungere da scusante: una giunta che si proclama “rivoluzionaria” dovrebbe come minimo, nei suoi ambiti di competenza, rifiutare l’utilizzo di norme antisociali e precarizzanti. E’ troppo facile dichiararsi a parole contro la precarietà, l’austerity e il Patto di stabilità, e poi alla prova dei fatti applicare pedissequamente quelle leggi e quei vincoli “perchè ce lo impongono le normative vigenti”. Sappiamo bene, e la storia ce lo insegna, che le rivoluzioni non passano e non sono mai passate per un palazzo, per quanto “ribelle” possa essere. Ma un minimo di coerenza tra il dire e il fare sarebbe opportuna, tanto più a poche ore dall’esito referendario e dalla valanga di NO che hanno travolto il governo portandolo alle dimissioni.
Provvedimenti di questo tipo rappresentano uno schiaffo non solo nei confronti di chi da anni lotta contro le politiche di macelleria sociale imposte a livello nazionale e internazionale, ma anche e soprattutto nei confronti delle centinaia di disoccupati che ogni giorno affollano le vie della città lottando per un lavoro stabile e a salario pieno.
Al netto della fraseologia ammaliante del sindaco, in questi primi mesi di amministrazione abbiamo già assistito a numerosi atti tutt’altro che “rivoluzionari”, su tutti la variante di piano per la zona Ovest e l’esito delle vertenza di Napoli Sociale, umiliante per i lavoratori.
Sullo sfondo, le mille emergenze della città, dal disastro del trasporto pubblico all’emergenza degli asili-nido, delle scuole e degli ospedali, che di certo non si risolvono con la bacchetta magica, ma neanche con la politica degli alberi di Natale milionari nei quartieri bene e dei voucher per i disoccupati.
Come SI Cobas crediamo che non si possa consegnare il dissenso crescente contro questi provvedimenti nelle mani degli sciacalli del PD, della destra e di Cgil-Cisl-Uil-Ugl, primi responsabili del degrado e della devastazione sociale e ambientale e ora pronti a strumentalizzare il malcontento per i loro loschi disegni.
E’ giunta l’ora di aprire un confronto franco, laico e trasparente tra le forze sociali che lottano con coerenza contro le politiche di austerity, perchè le nostre battaglie non cambiano a seconda del colore dei governi e delle amministrazioni in carica.
Napoli, 09/12/2016
Coordinamento provinciale di Napoli