Confermato l’obbligo di dimora ad Aldo Milani: la sentenza è politica Poche ore fa abbiamo appreso che il Tribunale del riesame di Bologna ha confermato la misura cautelare nei confronti del coordinatore nazionale SI Cobas Aldo Milani per la oramai nota “vicenda-Levoni”. Come era risultato già chiaro con la sentenza del tribunale di Modena, è sempre più evidente il teorema repressivo teso a colpire, attraverso la figura di Aldo, l’intero movimento dei lavoratori in lotta e il tentativo di rendere di fatto fuorilegge lo strumento dello sciopero, ovvero quella che si dimostra essere ogni giorno di più l’unica arma nelle mani dei lavoratori per affermare quei diritti formalmente sanciti dalla legge e dai contratti nazionali e che sono puntualmente disattesi dai padroni con la complice copertura dei vertici sindacali confederali e l’omertoso silenzio delle istituzioni. Infatti, le dichiarazioni rese poche ore fa all’ANSA da parte del procuratore capo di Modena Lucia Musti a latere della sentenza non lasciano alcuno spazio a dubbiIl dichiarare “confido nel buon senso degli aderenti al sindacato e di coloro che nei giorni scorsi hanno dato vita alle proteste: la libertà di manifestazione del pensiero è sempre legittima, non altrettanto i cortei non autorizzati e l’occupazione della stazione ferroviaria”svela in maniera clamorosa l’intento tutto politico di questo teorema giudiziario.
La preoccupazione del Tribunale non è quella di dimostrare la presunta estorsione di Milani nei confronti dei Levoni (su cui da parte degli inquirenti fin dal 26 gennaio non è emerso alcuna prova ma soltanto congetture tese ad attribuire pretestuosamente alla volontà di Milani le azioni compiute dal signor Piccinini), bensì di usare questa vicenda col fine ultimo (e forse l’unico) di criminalizzare la lotta dei 55 licenziati in Alcar Uno e Global Carni, legittimare le gravissime azioni repressive da parte delle forze dell’ordine che, ci teniamo a sottolinearlo, in nome della legalità stanno difendendo a spada tratta un azienda che ha fatto ampio utilizzo di forme di lavoro schiavistico attraverso un fitto sistema di appalti e subappalti, in un sistema, quello delle cooperative, che vede sul territorio modenese un evasione fiscale pari a più del 70%.
I lavoratori sono cosapevoli di quali sono i reali obbiettivi di questa montatura giudiziaria, ed in queste settimane hanno saputo rispondere con determinazione al tentativo di accerchiamento che negli ultimi giorni ha colpito duramente tante altre esperienze di lotte sociali in tutta ItaliaFin da ora come lavoratrici e lavoratori del SI Cobas rispediamo al mittente le strumentali accuse e le velate minacce del procuratore capo di Modena, confermando la mobilitazione in atto nel comparto macellazione carni e rilanciando l’appello a tutte le forze sane del sindacalismo di base e combattivo e a tutte le realtà dell’opposizione sociale a dar vita a una vasta campagna contro l’escalation repressiva e contro questo subdolo tentativo di cancellare il diritto di sciopero e infangare le lotte sociali per migliori condizioni di vita e di lavoro equiparandole ad azioni estorsive.
La preoccupazione del Tribunale non è quella di dimostrare la presunta estorsione di Milani nei confronti dei Levoni (su cui da parte degli inquirenti fin dal 26 gennaio non è emerso alcuna prova ma soltanto congetture tese ad attribuire pretestuosamente alla volontà di Milani le azioni compiute dal signor Piccinini), bensì di usare questa vicenda col fine ultimo (e forse l’unico) di criminalizzare la lotta dei 55 licenziati in Alcar Uno e Global Carni, legittimare le gravissime azioni repressive da parte delle forze dell’ordine che, ci teniamo a sottolinearlo, in nome della legalità stanno difendendo a spada tratta un azienda che ha fatto ampio utilizzo di forme di lavoro schiavistico attraverso un fitto sistema di appalti e subappalti, in un sistema, quello delle cooperative, che vede sul territorio modenese un evasione fiscale pari a più del 70%.
I lavoratori sono cosapevoli di quali sono i reali obbiettivi di questa montatura giudiziaria, ed in queste settimane hanno saputo rispondere con determinazione al tentativo di accerchiamento che negli ultimi giorni ha colpito duramente tante altre esperienze di lotte sociali in tutta ItaliaFin da ora come lavoratrici e lavoratori del SI Cobas rispediamo al mittente le strumentali accuse e le velate minacce del procuratore capo di Modena, confermando la mobilitazione in atto nel comparto macellazione carni e rilanciando l’appello a tutte le forze sane del sindacalismo di base e combattivo e a tutte le realtà dell’opposizione sociale a dar vita a una vasta campagna contro l’escalation repressiva e contro questo subdolo tentativo di cancellare il diritto di sciopero e infangare le lotte sociali per migliori condizioni di vita e di lavoro equiparandole ad azioni estorsive.
SI COBAS NAZIONALE
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ DEL CSA VITTORIA
Apprendiamo con rabbia che sono state confermate le misure restrittive ad Aldo Milani coordinatore nazionale del SI Cobas.
Le dichiarazioni del procuratore di Modena sono assolutamente trasparenti ed esplicite e danno il senso di come questo attacco repressivo sia un tentativo esplicito di intimidazione, la cattura di un “ostaggio” per costringere i lavoratori e i solidali a cessare gli scioperi e le manifestazioni che stanno disturbando quel pacchetto politico, economico e sociale che comanda indisturbato in Emilia, quella che qualcuno ancora definisce una regione rossa.
Un’aggressione ad Aldo e al SI Cobas tutto e una grave provocazione che, con chiarezza, evidenziano come in tempo di crisi sia saltata ogni ipocrita regola democratico-borghese ed emerga solo il volto arrogante e prepotente del comando padronale che utilizza ogni strumento di pressione (economica, giudiziaria, poliziesca e mediatica) per provare a costringere al silenzio e all’obbedienza chi si oppone allo sfruttamento di classe. Diamo la nostra massima solidarietà e il nostro appoggio ad Aldo e al SI Cobas e invitiamo tutti e tutte a dare concretamente la loro solidarietà militante alle lotte che il SI Cobas sta portando avanti partecipando attivamente alle prossime scadenze di lotta davanti ai cancelli. Contro la repressione non si tace! Solidarietà ad Aldo e al SI Cobas
I compagni e le compagne del CSA Vittoria
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ARTICOLO E COMUNICATO APPARSO SU ‘RIVOLUZIONE COMUNISTA’ DEL 16/02/2017
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