Migliaia in corteo a Roma il 24 febbraio 2018
La manifestazione di sabato 24 febbraio a Roma promossa e organizzata dal Sindacato Intercategoriale Cobas (S.I. Cobas) alla quale hanno partecipato anche molte Associazioni, Centri Sociali, disoccupati organizzati, movimenti per le occupazioni delle case, e solidali di varie organizzazioni politiche e sindacali ha dimostrato la giustezza e la coerenza della linea del nostro sindacato.
A chi, nelle settimane precedenti, ci ha criticato con la motivazione che il S.I. Cobas stava scommettendo su qualcosa che si sarebbe potuto rivelare un fallimento, rispondiamo con forza e con rabbia che il S.I. Cobas non scommette.
Semmai lo fanno i politici di tutti i partiti, nessuno escluso, che si presenteranno alle elezioni del 4 marzo e gran parte delle burocrazie sindacali, anche di quei sindacati di base, che sempre più si stanno ponendo su una linea riformista come pure, secondo il nostro punto di vista, “corporativa”.
Nessuna scommessa dunque ma analisi della realtà.
Analisi che deriva dalle centinaia e centinaia di assemblee tenute nei luoghi di lavoro, in particolare nell’ultimo mese, dai delegati e dagli iscritti del S.I. Cobas.
La partecipazione, l’entusiasmo e la solidarietà espressa dalle lavoratrici e dai lavoratori nelle suddette assemblee ci ha dato la percezione che la partecipazione allo sciopero del 23 ed alla manifestazione del 24 a Roma sarebbe stata consistente.
Naturalmente il materialismo storico e dialettico non ci permette, e mai lo faremo, di fare proclami che vogliano addirittura dare un’interpretazione della storia che sarà. Consigliamo a chi vuole leggere il futuro e a chi parlava di scommessa di rivolgersi ad un mago e/o a una cartomante.
Il S.I. Cobas analizza la storia sul lungo periodo (per quanto riguarda la strategia) e, al più, può dare un’indicazione sul breve periodo (per quanto riguarda la tattica) perché ha la “temperatura” dell’ebolizione sociale perché è presente tutti i giorni al freddo, sotto la pioggia e la neve a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di qualsiasi etnia e settore lavorativo.
Abbiamo salutato con gioia la proclamazione dello sciopero nazionale unitario del sindacalismo di base dei comparti Scuola e Sanità del 23 febbraio.
Abbiamo aderito e sostenuto la lotta delle maestre diplomate magistrali e, più in generale di tutti i lavoratori della Scuola e della Sanità nelle forme e con le modalità di lotta proprie del Sindacato Intercategoriale Cobas.
Ciò detto riteniamo che, per la maggior parte del sindacalismo di base, aver rigettato la proposta del Coordinamento nazionale del S.I. Cobas che, dal 26 novembre 2017, proponeva la data del 23 febbraio 2018 per uno Sciopero Generale del Lavoro Privato e del Pubblico Impiego, sia stato un grave errore.
Infatti, pur lavorando in vari settori, apparteniamo tutti alla classe proletaria e questa comincia a dare segnali incoraggianti per la ripresa della lotta.
La nostra unità cerca di superare il fatto che lavoriamo in settori diversi visto che, dal punto di vista contrattuale, il lavoro privato e il pubblico impiego presentano sempre più gli stessi elementi.
La crisi economica attuale e le relative guerre in vari paesi hanno prodotto più vittime che nel secondo conflitto mondiale.
Non è più possibile dare credito a posizioni riformiste in ambito sindacale.
Soprattutto nel momento in cui il capitalismo non ha più le condizioni economiche per corrompere ampi settori del proletariato e non produce più un avanzamento delle condizioni di vita (salario, diritti) per le lavoratrici e per i lavoratori bensì un arretramento (riformismo dall’alto ed al contrario) di tali condizioni con contratti di tipo peggiorativo in tutti i settori: dai metalmeccanici, ai siderurgici, ai chimici, ecc.., passando per tutti i settori del pubblico impiego e finendo con il nuovo contratto collettivo nazionale della logistica.
Un contratto costruito scientemente dal padronato e dai vari ministri compiacenti per colpire le lotte radicali che in questi ultimi anni la parte più combattiva della classe operaia, i lavoratori della logistica, ha saputo dispiegare conquistando quello che sembrava inconquistabile.
La manifestazione che visto la partecipazione non solo di migliaia di proletari e proletarie ha reso evidente che nel paese vi è un’opposizione politica al governo attuale e ai futuri governi che il voto del 4 marzo esprimerà ed è stato il modo esplicitato e reso evidente che chi pensa di ” attraversare” le istituzioni è fuori da un percorso classista e non può che cadere all’indomani delle elezioni in una situazione di sconforto perché non ci sono scorciatoie parlamentari che possono supplire alla lotta di classe aperta contro la borghesia, il suo Stato i governi che verranno.
Auspichiamo altresì che al più presto venga indetto uno Sciopero Generale di tutti i settori (Lavoro Privato e Pubblico Impiego) per unire le lotte della classe lavoratrice in Italia come nel resto dell’Europa ed in tutti i paesi del mondo per contrastare sfruttamento, razzismo e repressione ed è per questo che abbiamo aperto, come organizzazione, un confronto con gli altri sindacati di base perché si arrivi ad una assemblea del movimento per discutere del che fare nei prossimi mesi.
In questa direzione stiamo lavorando perché si costituisca il coordinamento dei lavoratori FCA che indipendentemente dall’appartenenza sindacale sappia preparare una risposta al piano di Marchionne fatto da sacrifici e licenziamenti.
Il S.I. Cobas si è sempre mosso in una prospettiva internazionalista.
Siamo internazionalisti perché la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori deve muoversi oltre i confini nazionali per battere il capitalismo ed arrivare alla vittoria dei lavoratori di tutto il mondo: farla finita con lo sfruttamento costituito dal lavoro salariato.
Ribadiamo la nostra piattaforma di rivendicazioni valida per tutte le lavoratrici ed i lavoratori di tutte le categorie (Lavoro Privato e Pubblico Impiego):
• riduzione dell’orario di lavoro con forti aumenti salariali;
• per un salario medio garantito ai disoccupati (in subordine: abolizione dei limiti temporali per l’indennità di disoccupazione);
• abolizione del Jobs Act e di tutte le leggi precarizzanti (a partire dall’infame pacchetto Treu e dalla Riforma Dini sulle pensioni);
• contro ogni accordo che limiti i diritti alla rappresentanza delle istanze dei lavoratori (No al Testo Unico sulla Rappresentanza);
• la casa è un diritto inalienabile: contro affitti e mutui usurai, occupare è legittimo;
• diritto al soggiorno, all’asilo, alla cittadinanza e al lavoro a salario pieno per tutti gli immigrati che giungono sui nostri territori in fuga dalla miseria e dalle guerre
prodotte in nome della democrazia per gli interessi imperialisti;
• no alla privatizzazione della sanità e dell’istruzione, e no al lavoro gratis;
• contro ogni guerra ed aggressione imperialista ad altri popoli: aboliamo le spese militari;
• contro i decreti Orlando-Minniti (e leggi precedenti)
• per la difesa dei territori e dell’ambiente da speculazioni e devastazioni in nome del profitto
• il debito pubblico lo paghino i padroni e i banchieri che l’hanno creato: no ai vincoli di stabilità europei e al pareggio di bilancio;
Ai rigurgiti nazionalisti, xenofobi e sessisti rispondiamo con l’unità degli oppressi e rilanciamo l’ internazionalismo proletario.
Le conquiste e i diritti si strappano con la lotta; in sua assenza il voto non può che portare illusioni e delusioni.
LA NOSTRA LOTTA È PER IL PANE E PER LE ROSE!
SI Cobas Nazionale