Si è svolta sabato 10 marzo, nella sede torinese del S.I. COBAS, l’assemblea degli operi FIAT – FCA per discutere quale azione mettere in campo contro il piano della famiglia Agnelli-Elkann e dell’amministratore delegato Sergio Marchionne: chiudere Miarafiori tra pochi giorni e in breve tempo almeno un altro stabilimento italiano dell’ottavo gruppo automobilistico al mondo.
La proposta degli operai autorganizzati di Pomigliano, saliti fino a Torino apposta per partecipare all’assemblea e determinati a far ripartire la lotta nel più grande stabilimento d’Italia ed una delle maggiori fabbriche d’Europa è chiara: lavorare insieme per realizzare un presidio ai cancelli di Mirafiori venerdi 16 marzo
Gli operai di FIAT – FCA non possono accettare questo ennesimo definitivo attacco del padrone, oggi più che mai rivolto contro tutti loro, le proprie famiglie e le comunità di quest’ultime: senza alcuna risposta, unitaria e forte, si andrà al suicidio di massa!
Bisogna autorganizzarsi dal basso, se le dirigenze dei sindacati confederali non vogliono intraprendere alcuna lotta come stanno continuando a dimostrare da tanti anni a questa parte.
Bisogna organizzare una lotta dura, a partire da venerdì 16 marzo
Ovvero abbandonare quei confini in cui da un secolo ha sfruttato centinaia di migliaia di operai, lavoratori e lavoratrici spesso emigrati. Ovvero abbandonare quello Stato da cui ha sempre e comunque ricevuto immense quantità di soldi pubblici sottoforma di sussidi aiuti e tante altre regalie, dirette e indirette, ufficiali e sottobanco. Ovvero sganciarsi da quella classe dirigente che ha sempre manovrato a piacimento, distribuendo in cambio posti di lavoro e poltrone, tanto durante la monarchia e quanto nel corso della storia repubblicana.