Ci chiediamo cosa abbiano rappresentato le elezioni delle RSU per le due società aeroportuali interessate.
Ogni sindacato ha fatto i propri bilanci interpretativi perché tutti hanno bisogno di dare un nome alle cose e di fare classifiche.
La realtà è che ognuno di noi vede le cose in modo diverso e inquadra i risultati in ottiche differenti.
La realtà è che ci siamo sottratti a un sistema sindacale che parte da presupposti privatistici che lasciano le briciole all’attivismo dei lavoratori.
In precedenti esternazioni e/o assemblee, abbiamo già spiegato in maniera esaustiva quali siano stati i motivi per cui non abbiamo dato l’appoggio al fine che si determinasse il raggiungimento del quorum.
La sintesi è che non condividiamo le regole messe a punto dal testo unico sulla rappresentanza che portano il sindacato ad un protagonismo imbavagliato e subalterno, soprattutto in questa fase storica dove il lavoro subordinato nelle sue accezioni più squalificanti è tenuto in un palmo di mano da Confindustria.
USB nell’ultima assemblea fatta coi lavoratori ha dichiarato che se le regole del gioco sono queste, si sarebbe sporcato le mani e avrebbe fatto il gioco in tal senso per poter almeno provare a intervenire sul passaggio da Ah a Dnata.
La stessa posizione è quella di Adl.
Non vogliamo lanciare anatemi contro nessuno ma fare una riflessione sul sindacato e sui suoi adepti.
Gli adepti sono i lavoratori che hanno esercitato il loro diritto di voto o meno.
Fedeltà al proprio sindacato per questioni ideologiche?
Disincanto o presa di posizione veramente cosciente?
O l’illusione che le Rsu potessero davvero creare quell’incisività nel cambiare le regole e gestire il cambiamento?
Questo ragionamento lo trasmutiamo anche verso la figura della Rsa, più libera di agire, meno elettiva rispetto alla Rsu e inquadrata comunque da una legge carente che non da abbastanza forza alle lotte sindacali e non da un vero ascolto al mondo del lavoro che a livello legislativo disciplina il lavoro subordinato su molteplici binari che indeboliscono la forza della contrattazione.
Questa è l’essenza che dovremmo cogliere.
Iniziare a capire come lavoratori che dobbiamo iniziare a porci delle domande e ad agire di conseguenza, a partire da piccoli gesti quotidiani.
Ma pensate davvero che le Rsu possano traghettare con cognizione di causa un processo tanto delicato come il passaggio di Ah verso Dnata?
Noi come SiCobas auspichiamo un attivismo vivace e un collante di ascolto e collaborazione con la politica che porti ad inquadrare il sindacato come un ente super partes, che abbia una formazione adeguata per andare in trattativa su piattaforme a volte molto delicate e che non possa permettersi di firmare nulla se non attraverso assemblee esplicative ai lavoratori la cui opinione venga sottoposta a referendum vincolante.
SiCobas Malpensa