ALTRI 4 MORTI SUL LAVORO:
CONTINUA LA GUERRA DEGLI SFRUTTATORI CONTRO I LAVORATORI
21 agosto: un operaio di 62 anni è precipitato da un tetto nel Frusinate e un altro è morto investito dall’esplosione di un tubo ad alta pressione in provincia di Vibo Valentia; un portuale di 40 anni è rimasto schiacciato da un carrello elevatore a Marina di Carrara e un elettricista di 33 è morto folgorato da una scarica elettrica nella provincia di Arezzo.
Ad Aosta è gravissimo un operaio di 48 anni caduto da un’impalcatura.
In un’unica giornata: quattro morti e un ferito grave.
E ANCORA UNA VOLTA, SI PARLA DI MORTI BIANCHE
PER NASCONDERE I MORTI DEL PROFITTO E LA BRUTALITÀ DEL SISTEMA CAPITALISTA
DI SFRUTTAMENTO DELL’UOMO SULL’UOMO.
Gli infortuni sul lavoro, come anche le malattie professionali, sono sempre il risultato di un’intensificazione dello sfruttamento, di ritmi di lavoro inumani che provocano condizioni di vita e lavorative insicure in ambienti insalubri, senza adeguate protezioni per i lavoratori.
In mancanza di serie e certe sanzioni, i datori di lavoro, che si arricchiscono attraverso lo sfruttamento degli esseri umani, quando si verificano infortuni mortali parlano dei morti sul lavoro come di “tragedie imprevedibili”, di errore umano, di disattenzione, di fatalità.
Le chiamano “morti bianche”, come se i lavoratori assassinati fossero morti per caso, senza la responsabilità di nessuno, arrivando in alcuni casi a sostenere che la colpa degli infortuni sarebbe la causa della disattenzione degli operai stessi.
Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, al 21 agosto si registrano 475 morti sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno.
In Italia ci sono più di 800 mila invalidi del lavoro e 130 mila sono le vedove e gli orfani causati da capitalisti che, pur di aumentare i profitti, non esitano a risparmiare anche pochi centesimi sulle misure di sicurezza rischiando, consapevolmente, di mandare a morte i lavoratori, ben consci che le leggi che tutelano la proprietà privata dei mezzi di produzione si limitano a monetizzare la salute e la vita umana degli sfruttati.
In ogni caso, con la prescrizione, i loro delitti contro i lavoratori continueranno ad essere impuniti.
Nella democrazia borghese i lavoratori sono solo merce sono forza-lavoro da usare quando l’industria tira – e da licenziare quando non serve più.
Senza un’adeguata organizzazione i lavoratori non sono che carne da macello dei padroni.
INDIGNAZIONE E RABBIA DA SOLE NON BASTANO PIÙ BISOGNA PASSARE ALLA LOTTA!
Alla rabbia dobbiamo unire la mobilitazione nelle fabbriche, nei cantieri, nei magazzini, nelle campagne e in tutti gli altri luoghi di lavoro, perché l’organizzazione deve essere unitaria e trasversale a tutte le categorie di lavoratori.
PERCHÉ TUTTI I MORTI SUL LAVORO SONO SOLTANTO NOSTRI
I PADRONI – DI LAVORO – NON MUOIONO MAI!
UNITA’ DELLA CLASSE LAVORATRICE CONTRO LA BARBARIE
CAPITALISTA
S.I. COBAS Pubblico Impiego