ITALIA: 26 OTTOBRE, SCIOPERO GENERALE!
Il 26 ottobre 2018 CUB, SGB, SI COBAS, SLAI COBAS, USI AIT hanno dichiarato lo sciopero generale per rilanciare il conflitto, difendere le condizioni dei lavoratori contro le crescenti disuguaglianze, contrastare le politiche padronali e governative.
In Italia le condizioni di vita dei lavoratori e dei ceti popolari da anni, e non solo in conseguenza dell’ultima crisi, sono peggiorate in termini di reddito, di tutele del welfare, di stabilità lavorativa e di potere contrattuale; è aumentata la povertà, si è ulteriormente aumentata la forbice tra ricchi e poveri.
Inoltre, diversamente che negli altri Paesi a capitalismo avanzato, in Italia non c’è stata una vera ripresa, con il Pil ancora inferiore ai livelli pre-crisi.
La lunga crisi economica ha colpito soprattutto i lavoratori, e aggravato il divario tra il nord-centro e il sud dell’italia, in termini di reddito, di occupazione e servizi sociali, ampliando anche le diseguaglianze territoriali.
Nel mezzogiorno al disoccupazione è particolarmente grave, ma resta alta anche nel nord, ovunque persiste la precarietà occupazionale e retributiva.
I governi che si sono succeduti hanno eliminato tutte le norme a garanzia dei lavoratori, conquistate in decenni di lotte, e liberalizzato il mercato del lavoro, precarizzando le condizioni di milioni di lavoratori, soprattutto i giovani, che vedono un pesante peggioramento rispetto alle generazioni precedenti.
Il nuovo governo “populista” non ha modificato la sostanza delle leggi precarizzanti, per i disoccupati e i poveri, in forte aumento, sta preparando un “reddito di cittadinanza” che si ispira alla tedesca Hartz IV, ed esclude gli immigrati con meno di dieci anni di residenza.
Ha varato un “decreto sicurezza” che colpisce duramente e penalizza i picchetti e le occupazioni di case per necessità, e abolisce la protezione umanitaria per i richiedenti asilo, aumentando in questo modo i clandestini costretti a lavorare in condizioni schiavistiche per padroni e padroncini ai quali il governo promette il taglio delle tasse e il condono dell’evasione fiscale.
Nelle organizzazioni sindacali “ufficiali” hanno da anni rinunciato a usare l’arma dello sciopero, smobilitando i lavoratori che sempre più subiscono gli attacchi padronali sui luoghi di lavoro, e spesso cadono nella trappola razzista di vedere il nemico negli immigrati.
In questo contesto si sta costruendo lo sciopero generale, per metter al centro gli autonomi interessi della classe lavoratrice che va resa nuovamente protagonista di quel conflitto necessario per il progresso sociale: lotta per il salario, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per ridurre la disoccupazione, la difesa dello stato sociale, la democrazia sindacale contro il monopolio delle rappresentanze, per la difesa del diritto di sciopero, per la parità di diritti civili e sociali agli immigrati e l’unità della classe lavoratrice contro il razzismo e la xenofobia, contro la guerra e le missioni militari.
Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta