Ieri, 21 gennaio, l’assemblea dei lavoratori Italpizza, a fronte del sostanziale mancato rispetto dell’accordo in prefettura, ha deciso di entrare in sciopero: le lavoratrici licenziate e sospese sono state infatti reintegrate, ma vengono tenute separate dalle altre operaie e sottoposte a continue vessazioni e umiliazioni, come spazzare i tetti a 20 metri di altezza, spalare la neve nel parcheggio o pulire i bagni degli uomini, derise e guardate a vista da un caporale dell’azienda.
Sono inoltre arrivate una pioggia di sanzioni disciplinari per chi ha partecipato alle iniziative sindacali e la sospensione di due delegati, senza alcuna motivazione. È inoltre palese la stretta su tutti i lavoratori, con l’introduzione del marcatempo nei bagni.
Il S.I. Cobas ha chiesto ancora una volta l’incontro con le aziende, stabilito dall’accordo siglato in prefettura, ma si è trovato davanti ad un muro di silenzio: Italpizza in un comunicato dichiara di essere disposta a dialogare solamente con i sindacati confederali, e di non riconoscere il S.I. Cobas come un interlocutore, nonostante gli oltre cento iscritti tra i loro dipendenti.
Lunedì è stato quindi proclamato lo sciopero, continuato tutto il giorno e tutta la notte davanti ai cancelli della fabbrica.
Oggi in mattinata il clima era teso: fin dalle otto si sono susseguite numerose cariche per sgomberare il picchetto davanti ai cancelli, con diversi feriti, di cui uno – colpito al volto – trasportato al pronto soccorso. A questo è seguito nel pomeriggio un tentativo di contrapporre i lavoratori presenti all’interno dello stabilimento ai loro colleghi in sciopero: diverse decine di operai sono stati accompagnati da dirigenti e responsabili delle cooperative sul piazzale, lanciando cori provocatori contro il S.I. Cobas (“giù le mani dalla pizza” sic!).
Peccato che il racconto delle lavoratrici presenti sia molto lontano dalla favoletta della “mobilitazione spontanea” di “quelli che vogliono lavorare”. Ci risulta infatti che la messinscena a beneficio della stampa fosse organizzata dall’azienda insieme alla Uil (firmataria del vergognoso accordo col quale veniva applicato il contratto di pulizie a tutti i dipendenti delle cooperative), sotto la minaccia di essere lasciati a casa.
Alleghiamo, in fondo al comunicato, un audio e una chat di due testimonianze che ci sono giunte dall’interno. Denunciamo poi un fatto gravissimo, che documentiamo nel video allegato: durante le cariche contro i lavoratori le forze di polizia sono state coadiuvate dal servizio d’ordine di Italpizza, che ha perfino partecipato all’arresto di una lavoratrice e di suo marito, malmenati e portati poi in questura in stato di fermo. Nel video si vedono chiaramente un agente di sicurezza Italpizza, con un gilet giallo, ed un altro soggetto in giacca e cravatta, spintonare ed afferrare gli scioperanti. Il picchetto si è allora spostato temporaneamente sotto la questura per esigerne l’immediata liberazione.
Una volta ripresi i nostri compagni, siamo tornati davanti ai cancelli dell’azienda per riprendere il picchetto.
Giunge poi in serata la richiesta da parte della Lega alle autorità di applicare il Decreto Sicurezza sui lavoratori in sciopero, cioè condanne dai 6 ai 12 anni di carcere ed espulsioni per i lavoratori immigrati. Il candidato sindaco della Lega, Prampolini, annuncia poi di voler fare visita ai cancelli di Italpizza nei prossimi giorni. A questa inaccettabile provocazione risponderemo con la determinazione che contraddistingue il nostro sindacato: saremo sempre al fianco dei lavoratori sfruttati e contro chi fomenta odio e razzismo per i propri fini elettorali.
Avanti S.I. Cobas! Fino alla vittoria!
Modena, 22 gennaio 2019
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