Distruggere il capitalismo per fermare il cambiamento climatico
Il 23 Marzo: tutti/e a Roma!
La questione ecologica è una delle più grandi questioni mondiali del nostro tempo ed è inutile ripetere dati conclamati.
Ma anche gli ecologisti più seri restano imprigionati in visioni parziali, che tentano di trovare rimedi senza però aggredire la causa profonda: la crisi del sistema capitalistico.
Il capitalismo in crisi é responsabile dei cambiamenti climatici, della devastazione e disastro ambientale, della deforestazione, dell’estinzione di molte specie, della pauperizzazione delle risorse fondamentali, del surriscaldamento globale, del saccheggio delle risorse, del caos dell’umanità ad un orizzonte di distruzione che condanna a morte la natura e la vita stessa.
L’unica risposta è una radicale lotta contro la dittatura distruttrice del capitale sulle nostre vite e sulla natura.
Non c’è spazio per ridurne gli effetti o per trovare rimedi alternativi presuntamente meno selvaggi dentro al capitalismo, nel tentativo di risolvere dall’interno i problemi ecologici ed il disastro irreparabile.
Sono infatti proprio le regole di funzionamento del meccanismo capitalistico che non hanno come obiettivo la soddisfazione dei bisogni dell’uomo e della natura ma al contrario il saccheggio e depredazione di entrambi.
Per questo, le mobilitazioni mondiali che si stanno sviluppando ed espandendo in tantissimi paesi e che vedono la partecipazione di migliaia di persone – in particolare giovani – non possono che essere un segnale necessario ed importante per chi si pone sul terreno della trasformazione radicale dell’esistente.
E’ altrettanto chiaro come molte di queste mobilitazioni vengano promosse, amplificate e patrocinate anche da organismi internazionali ed istituzioni statali di ogni livello, colo solo obiettivo di “rinsaldare le fila” e supportare quei settori dell’economia che provano a fare profitti tramite la “green economy” utilizzando al massimo, benché opportunisticamente, proprio il tema della “transazione ecologica”.
Tuttavia, nella realtà sono i lavoratori, i proletari, gli sfruttati a venire colpiti maggiormente dall’inquinamento nei luoghi di lavoro e nelle periferie, nonché dalla minore disponibilità di risorse per le cure necessarie alla salute e per uno stile di vita più salutare.
Il nostro ruolo, quindi, è quello di scendere in campo non sottraendosi alla partita, senza pensare che queste mobilitazioni siano solo frutto di complotti o cospirazioni ma anzi contribuendo alla costruzione di un fronte anticapitalista che faccia egemonia nei movimenti di massa, per unire la lotta contro i cambiamenti climatici alla lotta di classe – cioé alla forza dei lavoratori e di tutti gli oppressi – costruendo l’orizzonte politico di una nuova società ecologica e sostenibile, che possa garantire la riproduzione della specie, della società e della Terra contro la catastrofe irreparabile del sistema capitalistico.
Senza organizzarsi nella lotta per togliere alla borghesia le leve del controllo di tutta l’economia, ovvero la proprietà dei mezzi di produzione, non sarà possibile contrastare la ricchezza e il potere dei responsabili dell’inquinamento, i grandi padroni industriali e finanziari.
L’attuale sistema di sfruttamento e oppressione – dell’uomo e della natura – non potrà che aggravare le sue contraddizioni rendendole ancora più insolubili, perché il capitalismo non è un malato da curare ma é la malattia.
È per questo che parteciperemo la manifestazione nazionale del 23 marzo per il clima contro le grandi opere inutili e la devastazione ambientale, sostenendo tutte le lotte e le resistenze territoriali.
Invitiamo tutti i compagni e le compagne, i lavoratori e le lavoratrici, i disoccupati e le disoccupati ed i nostri iscritti a mobilitarsi: appuntamento alle ore 12:00 a Porta Pia, insieme a movimenti di lotta per la casa, disoccupati e collettivi studenteschi, per partire dal Ministero delle Infrastrutture e raggiungere insieme il concentramento generale delle 14:00 a Piazza della Repubblica.
SI COBAS – LAVORATORI AUTORGANIZZATI