TORNARE ALLA NORMALITA’
TORNARE AL SILENZIO
Nota sugli accordi tra sindacati confederali ed Italpizza
Il primo, concreto risultato del tavolo tra CGIL- CISL – UIL e Italpizza è stata l’esclusione di una parte dei lavoratori dal tavolo della trattativa, da cui i delegati del S.I. Cobas sono stati esclusi e allontanati in malo modo dalla Digos.
Vi sembra giusto?
Da notare che in quella stessa sede di Confindustria il S.I. Cobas ha firmato in passato importanti accordi con altre aziende.
L’accordo firmato dalla triplice parla dell’avvio di una contrattazione di sito, ma la stessa non era già stata avviata 6 mesi fa?
Non si doveva già garantire la revisione dei contratti applicati?
Non si doveva parlare di contratto Alimentare?
Nulla di questo viene accennato nell’accordo.
Italpizza dal canto suo ribadisce sempre la stessa litania: quel che c’è va bene così com’è!
Il diritto all’assemblea sindacale viene commentato dai sindacati firmatari dell’accordo come una conquista, eppure tale diritto è già previsto dalla normativa, il fatto che non fosse garantita né ai lavoratori in appalto né ai lavoratori diretti di Italpizza è dunque una violazione, non la conquista di un accordo di secondo livello!
L’obiettivo del tavolo separato tra tutte le parti, con l’esclusione del S.I. Cobas, viene ben spiegato dalla nota diffusa dalle cooperative di Italpizza: “All’origine di questo importantissimo passo – da cui continueranno ad essere esclusi coloro che si sono posti in opposizione ed, anzi, in sfregio delle regole del vivere civile e della legalità – l’ennesimo riconoscimento dell’assoluta correttezza del nostro agire”.
L’obiettivo è proprio l’esclusione di “coloro che si sono posti in opposizione”, il ritorno alla normalità.
Obiettivo è il riconoscimento dell’assoluta correttezza dell’azienda, cioè dell’assoluta correttezza dei contratti applicati, dei turni, delle norme di sicurezza, del versamento dei contributi, ecc.
Ricordiamo che i primi due punti della piattaforma di rivendicazioni della CGIL, per i quali è stato proclamato lo sciopero di maggio, erano la “libertà di parola” e la “libertà di associazione sindacale”.
Chiediamo quindi: è giusto che venga firmato un accordo in cui è prevista la libertà sindacale solo per alcuni, ma con l’esclusione dei lavoratori del S.I. Cobas?
Che razza di concetto ha la segreteria CGIL della libertà e dei diritti?
La libertà e i diritti sono per tutti, o non sono!
Che i dirigenti CGIL facciano valere questi principi, senza prestarsi al gioco padronale: questa non è una vertenza qualsiasi. Il modello Italpizza rischia di essere il precedente per l’abbassamento generalizzato dei diritti e dei salari, a Modena e non solo.
Per quale motivo industrie come Barilla, Buitoni, Pavesi, Antico Forno, Valpizza, Cameo e Nestlè dovrebbero continuare ad applicare il contratto alimentare, quando Italpizza dimostra che è possibile applicare il contratto di pulizie ed avere persino l’appoggio dei sindacati?
Per quale motivo le aziende dovrebbero continuare a parlare coi sindacati, se Italpizza dimostra che ci si può scegliere gli interlocutori?
Una cosa è certa, un imbroglio come quello firmato da Cgil Cis e Uil nel 2015, che sanciva il peggioramento delle condizioni dei lavoratori facendoli regredire da un contratto alimentare a quello delle pulizie e multiservizi ora sarà difficilmente realizzabile con il controllo, l’esperienza e le consapevolezze acquisite dai lavoratori che, anche se non saranno ammessi al tavolo da Italpizza, non saranno disponibili a farsi nuovamente prendere in giro.
S.I. Cobas Modena