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[ROMA] Lavoratori in piazza contro le leggi securitarie e razziste dello Stato, per un’alternativa di lotta e di classe

In piazza contro le leggi securitarie e il razzismo dello stato borghese.

Per un’alternativa di classe!

S.I. Cobas Roma


Per un fronte unico anticapitalista.
Aderiamo alla manifestazione del 9 a Roma.

Dopo il riuscito sciopero del 25 Ottobre e la manifestazione del 26 Ottobre a Roma – che ci ha visto impegnati nel mobilitare decine di migliaia di lavoratori, disoccupati, occupanti casa contro il governo Conte-bis – il SI Cobas aderisce alla manifestazione del 9 Novembre.

Parteciperemo per ribadire la nostra opposizione alle logiche razziste, securitarie e di criminalizzazione dei movimenti migratori, per la cancellazione integrale dei decreti sicurezza inaugurati da Minniti e proseguti da Salvini, ma non solo.

La chiusura delle frontiere “modello-Salvini” e la “gestione controllata dei flussi” in salsa PD sono due facce della stessa medaglia: pur con un diverso grado di aggressività, entrambe sono funzionali a creare un esercito di clandestini o semi-clandestini, ultraricattati e supersfruttati, utili come forza lavoro a prezzo stracciato per garantire al capitale la ripresa dalla crisi.

I lavoratori immigrati sono stati in questi anni i principali protagonisti delle lotte sindacali sul posto di lavoro contro lo sfruttamento, contro lo schiavismo nelle campagne e per il diritto all’abitare, e per questo rappresentano un “cliente scomodo” per tutti i governi in carica.

E’ per colpire queste lotte che si è avviato questo processo di criminalizzazione dell’immigrazione.

Combattere la logica dei porti chiusi e del “prima gli italiani” è necessario non solo per un doveroso senso di pietà, ma perchè difendere i nostri futuri fratelli e sorelle di classe significa difendere il futuro di tutti gli oppressi e l’agibilità di tutti coloro che si oppongono ai loro piani di sfruttamento, guerre e miseria.

Non è un caso che il Decreto-sicurezza bis preveda un inasprimento generalizzato delle misure cautelari (Daspo, fogli di via, obblighi di dimora, ecc.) e un aumento delle pene per chi organizza scioperi o iniziative di lotta reali non preventivamente concordate con le forze dell’ordine: in sostanza, il conflitto sociale diviene unicamente una questione di diritto penale.

Così come non è casuale che il nuovo governo a guida PD-M5S si sia già rimangiato la promessa fatta in occasione del suo insediamento di mettere mano ai Decreti sicurezza, i cui dispositivi e regolamenti continuano quotidianamente a produrre effetti devastanti per migliaia di immigrati, sindacalisti e attivisti.

In questo contesto quello che sta succedendo a Modena è emblematico del clima e dell’escalation repressiva: otto attivisti sindacali S.I. Cobas di Bologna cacciati dalla città di Modena per la partecipazione alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Italpizza, una di Parma, impugnata presso il consiglio di stato la sentenza del Tar che riconosce legittimità alla attività sindacale.

E’ la nuova frontiera che la repressione pone a Modena contro il concetto più importante che è alla base di ogni azione sindacale: la pratica della solidarietà.

Siamo e saremo in prima fila per chiedere il ritiro integrale dei decreti sicurezza “Salvini” e “Minniti”, per pieni diritti di cittadinanza a tutti gli immigrati, per contrastare il reato di clandestinità e per fermare l’escalation repressiva contro le lotte sociali e sindacali.

Questa rivendicazione non può essere slegata dall’opposizione ad ogni intervento militare imperialista e di aggressione ad altri popoli, all’aumento costante delle spese militari.

Partecipiamo perché convinti che la lotta alla deriva reazionaria e al veleno razzista passa per un programma complessivo di classe, indipendente e autonomo da ogni governo e da ogni “sponda” istituzionale.

Un programma che metta al centro l’urgenza di far pagare i costi della crisi a chi non ha mai pagato, di imporre la drastica detassazione dei salari ed una vera patrimoniale capace (insieme all’eliminazione delle grandi opere inutili e dannose) di liberare miliardi di euro e garantire il diritto alla casa, alla salute, alla messa in sicurezza dei territori all’istruzione e ai servizi sociali per tutti i proletari, forti aumenti salariali ed un salario garantito ai disoccupati, la riduzione d’orario di lavoro a parità di salario.

Invitiamo quindi a partecipare alla manifestazione del 9 Novembre a Roma, affinchè questa data rappresenti un ulteriore passo verso la costruzione di un fronte unico anticapitalista.

SI Cobas