Il 30 Novembre 2019 si è svolto un sit-in – cui abbiamo dato sostegno – di fronte l’Ambasciata dello Stato Iraniano degli oppositori al Regime.
Questi compagni/e esuli in Italia hanno iniziato un percorso di opposizione per suscitare una solidarietà internazionale anche nel nostro Paese dove dopo la chiusura degli accordi commerciali EU Iran, la stampa di orientamento liberale ha smesso di parlare delle nefandezze del Regime Iraniano che invece si sono intensificate di pari passo alla privatizzazione dell’economia statale della Repubblica Iraniana.
Ci è sembrato doveroso dare sostegno a questi compagni/e sia per dare voce a chi subisce una brutale repressione In questo momento politico di fronte alla sollevazione delle masse mediorientali in Libano, Irak etc.
Schiacciati tra l’incudine dell’imperialismo americano e dei regimi sauditi dei Petrodollari da una parte e quelli del blocco dell’Islamismo sciita dall’altra, sempre più i popoli orientali stanno indicando una strada che si ribella allo sciovinismo e all’oscurantismo settario di Regimi teocratici e feudali.
In Iran all’interno di questa ribellione la componente del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici è addirittura trainante, come denota il fatto che la miccia all’esplosione della protesta sia stato un incremento delle imposte che grava soprattutto sui ceti popolari e sulle popolazioni della provincia fuori Teheran.
Del resto ad un anno dalla repressione dello sciopero dello zuccherificio di Hafth-Tapeh che per mesi ha acceso le proteste anche di donne studenti è chiaro in Iran, come lo è stato in Rojava, che non esiste liberazione di classe senza liberazione dall’oppressione islamista.
3 dicembre
S.I. Cobas Roma