Pubblichiamo qui sotto il contributo ricevuto dai compagni del Pungolo Rosso “I decreti-Salvini sono stati cancellati? Assolutamente no.” già disponibile sul sito del loro sito (vedi qui).
Questa crisi sanitaria e sociale, che sta provocando i primi scioperi spontanei nelle fabbriche dopo decenni, e diviene ora anche crisi economica e finanziaria, mette alla prova i sistemi capitalistici, in Italia e nel mondo intero, e scuote le coscienze in settori della nostra classe cui si chiede di lavorare comunque, anche in assenza delle condizioni di sicurezza che vengono invece imposte al resto della popolazione.
Per la prima volta da decenni assistiamo a scioperi spontanei nelle fabbriche.
Anche nella lotta per ambienti di lavoro sicuri e adeguati dispositivi di protezione individuale, e nelle difficoltà di coloro che sono lasciati a casa con un futuro incerto, deve crescere la coscienza della necessità di lottare per superare questa società divisa in classi.
Contro le ideologie da “unità nazionale” tra sfruttati e sfruttatori.
Il virus globalizzato mette inoltre in chiaro l’inconsistenza delle prospettive di autonomie locali/localistiche, e delle scorciatoie “sovraniste”.
L’unica strada è quella internazionalista, dell’unione tra i proletari di tutto il mondo.
S.I. Cobas
I decreti-Salvini sono stati cancellati?
Assolutamente no: lavoratori e immigrati ancora sotto legislazione speciale.
L’impostazione poliziesca, repressiva, discriminatoria, razzista della legislazione italiana in materia di immigrazione è ribadita nella sostanza.
Le popolazioni immigrate erano e restano sottoposti a una legislazione speciale.
Sulle poche modifiche di modesto rilievo apportate ai decreti-Salvini nei giorni scorsi dal Conte-2 è stata imbastita un’incredibile campagna di disinformazione.
“Cancellati i decreti Salvini, tornano accoglienza e integrazione” (“la Repubblica”, 6 ottobre), “L’umanità prima di tutto” (“la Repubblica”, 7 ottobre), “Sull’immigrazione si volta pagina” (“il manifesto”, 8 ottobre, lo scrivono il Pd Orfini e il segretario di Sinistra italiana Fratoianni).
Il falso è talmente clamoroso che debbono smentirsi da sé il giorno dopo, e perfino il giorno prima, parlando di “svolta a metà” (“la Repubblica”, 7 ottobre) o di decreti “quasi umani” (“il manifesto”, 7 ottobre).
È disinformazione anche questa, però.
Perché le nuove disposizioni in materia di immigrazione targate Lamorgese/Conte-2 non cancellano nulla di essenziale dei decreti-Salvini.
Si limitano a pochi ritocchi secondari, confermando l’intero impianto repressivo e criminalizzante verso gli emigranti e verso le lotte operaie e sociali di quei decreti.
Decreti che impropriamente prendono il nome da Salvini, ma sono stati in realtà il prodotto dell’asse Lega-Cinquestelle, dal momento che la masnada di Di Maio/Di Battista/Grillo è stata determinante nel loro varo.
Controprove elementari
Sono stati aboliti i Cas, i Cie, i Cpr, i Cara, gli hotspot, i vari tipi di lager-carceri amministrativi per rifugiati, richiedenti asilo, immigrati senza permesso di soggiorno, in cui vengono commesse sistematiche violazioni dei più elementari “diritti umani”?
No.
È stato forse previsto un termine per la loro soppressione?
No.
Al più verranno sostituiti/affiancati da Hub, dei “centri di smistamento” rapido della merce-emigranti, una nuova creatura della guerra italiana/europea agli emigranti e agli immigrati non meno orrida di quelle esistenti.
È stato ripristinato l’istituto della protezione umanitaria, che fino ai decreti-Salvini/Di Maio/Conte era la principale via attraverso cui i richiedenti asilo potevano sperare di ottenere un permesso di soggiorno?
No.
Come dice lo stesso comunicato del governo, un po’ meno disonesto dei suoi leccapiedi, sono stati semplicemente “aggiunti” dei nuovi casi di protezione “speciale”.
È stato abolito il nesso tra permesso temporaneo di soggiorno per i richiedenti asilo e permesso di lavoro?
No.
La cosa riguarda decine di migliaia di immigrati/e che vivono e lavorano in Italia anche da anni, e rimangono in attesa che la loro pratica si concluda.
Se un richiedente asilo che grazie al permesso temporaneo di soggiorno aveva ottenuto un contratto regolare di lavoro, si vede negare la protezione, perde insieme il permesso di soggiorno e il lavoro regolare, diventando un irregolare.
È cambiata questa situazione?
No.
È stato ripristinato il sistema degli Sprar (fatto di piccole strutture che talvolta fanno qualcosa di utile per l’inserimento lavorativo degli immigrati)?
No.
È stato creato un nuovo “sistema di accoglienza e di integrazione” (Sai) dai tratti ancora largamente ignoti.
Siamo tra i pochi che non andavano in estasi per gli Sprar, sapendo bene che c’erano e ci sono in essi modalità di intervento molto diverse tra loro, e non sono moltissimi i casi in cui tutto si svolge nel pieno rispetto della dignità dei rifugiati e dei richiedenti come persone.
Tuttavia il Conte-2 non ha voluto neppure ripristinarne il nome.
Per fare qualcosa di meglio? Se davvero lo volesse, avrebbe dovuto pensare alla loro obbligatorietà per ogni comune. Ha messo in campo questa ipotesi?
No.
Ci mancherebbe.
È stata abolita l’odiosa misura della revoca della cittadinanza italiana (inesistente per i cittadini di “razza” italiana doc) per gli immigrati che l’abbiamo acquisita, in caso di dati delitti politici? No.
È stato forse ripristinato il secondo grado di giudizio per la richiesta di asilo che i decreti-Minniti avevano vergognosamente abolito, creando anche in questo una palese discriminazione contro gli immigrati?
No.
E le misure ammazza-scioperi e anti-manifestazioni con le pesanti pene previste per i picchetti, i blocchi stradali, l’occupazione di case, gli insulti a pubblici ufficiali, quasi raddoppiate rispetto al codice fascista Rocco, sono state forse cancellate?
No, neanche a parlarne.
E quasi nessuno lo rileva, se lo sono dimenticati anche i liberal (a modo loro) del “manifesto”.
È stata annullata la liberalizzazione della vendita dei beni sequestrati ai clan della mafia?
No.
Sono tempi difficili, ragazzi, meglio non disturbare i migliori alleati che ha il governo nel controllo repressivo dei territori (vedi le centinaia di affiliati ai clan, anche alcuni boss, messi “distrattamente” in libertà in nome del covid-19, il 5S Spadafora pensava ad altro).
Le strabilianti modifiche “umanitarie” si limitano a quattro soli aspetti:
- la riduzione delle multe per le Ong, che sono organizzazioni, nel 90% dei casi almeno, governative, che non si poteva continuare a penalizzare in modo così illogico per il loro ruolo complementare alla guerra agli emigranti (non a caso Mattarella, da custode dei rapporti con gli altri stati, ne aveva chiesto da subito la correzione);
- un certo allargamento dei casi di permessi di soggiorno per “protezione speciale”, i quali – però – sono sempre e comunque sottoposti all’insindacabile arbitriodegli organi dello statopreposti alla materia;
- la un po’ più ampia possibilità (mera possibilità, mai un diritto!) di convertire in permessi di lavoro i permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni;
- l’iscrizione all’anagrafe comunale dei richiedenti asilo – ripristinata.
Tutto qui.
E certo qualche piccolo spiraglio, qualche piccolo sollievo per un certo numero di immigrati/e si apre.
Ma non per bontà del governo e per sua concessione ottriata (la lungimiranza del sovrano illuminato), bensì per la necessità di dare risposta alle tante proteste e lotte, più o meno forti, più o meno radicali, che si sono date contro i decreti Salvini/Di Maio/Conte negli ultimi due anni, sia dentro che fuori i centri di detenzione per immigrati.
Perfino nel caso delle organizzazioni non governative (cioè… governative) resta però semi-esplicito il sospetto di essere implicate nel “traffico di clandestini”, e resta al contempo ferma, come è stato osservato, la criminalizzazione del soccorso in mare.
E del pari resta aperta la possibilità che le stesse navi delle ong possano essere costrette a rispondere agli ordini della Guardia Libica.
Un prudentissimo commento di Global Project vede dietro questo decreto “gli spettri di Salvini e Minniti”.
Altro che spettri!
C’è il duo Minniti-Salvini in carne ed ossa, e in ottima salute.
E poi ancora la Bossi-Fini, la Turco-Napolitano e tutti i precedenti decreti-sicurezza.
L’intera impostazione poliziesca, repressiva, discriminatoria, razzista della legislazione italiana in materia di immigrazione è totalmente ribadita.
Le popolazioni immigrate, gli emigranti “economici” e i richiedenti asilo (distinzione falsificante che respingiamo) erano e restano sottoposti a una legislazione speciale.
E ingenuo, o finto tale, è chi immagina che questo governo possa introdurre lo jus soli.
Tanto più perché questo decreto va inquadrato dentro la politica migratoria dell’UE, che è stata appena ribadita nei suoi assi essenziali dal cd. “Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo” proposto dalla Commissione van der Leyen nello scorso settembre, che in qualche misura aggiorna l’accordo di Dublino.
Questo Patto blinda in modo ancora più ermetico (che non significa mai: totale) le frontiere e rafforza le procedure di respingimento (istituisce anche un coordinatore dei rimpatri…).
Rende, cioè, sempre più difficile, costoso, pericoloso, umiliante, schiavizzante l’emigrare con lo scopo di avere a disposizione qui forza-lavoro piegata e sommamente ricattabile.
E dal “quasi umano” governo Pd-Cinquestalle-Leu-SI (piu’ la banda di Renzi) non una sola parola è venuta a differenziarsi da questa politica schiettamente schiavista.
Cancellati i decreti-Salvini?
Ma dai!
Potremo cancellarli, insieme a tutta la legislazione contro gli immigrati, solo con una grande, determinatissima battaglia che veda uniti in un solo fronte di classe proletari e proletarie autoctoni e immigrati.
Lotta al governo Conte-bis e all’Unione europea!
Chiusura immediata di tutti i centri di detenzione per immigrati!
Permesso di soggiorno europeo incondizionato per tutti gli immigrati e le immigrate presenti sul territorio europeo (come si chiederà a Parigi sabato prossimo in una manifestazione internazionale)!
Il Pungolo Rosso