COMUNICATO STAMPA
MAGAZZINO IN’S POLO LOGISTICO DI TORTONA:
I LAVORATORI APRONO LO STATO D’AGITAZIONE E SONO PRONTI
A DAR BATTAGLIA PER MIGLIORAMENTI DI SALARIO
E PER MIGLIORI CONDIZIONI DI SICUREZZA!
Dopo svariati, quanto inconcludenti, incontri con l’azienda A&F, fornitrice dell’appalto presso il magazzino In’s mercato di Tortona, i lavoratori S.I. Cobas sono giunti alla conclusione che il tempo delle chiacchiere è finito: azienda e committenza devono iniziare a dare risposte concrete rispetto le istanze che i lavoratori stanno portando avanti da mesi.
Si é dunque deciso di aprire formalmente lo stato di agitazione e di sciopero, per mandare un messaggio molto chiaro ad azienda e committenza IN’s, ribadendo che con i diritti dei lavoratori non si scherza: soprattutto in questo lungo e faticoso anno pandemico, in cui mentre le principali aziende della GDO hanno visto crescere volumi di lavoro e fatturati, i salari dei lavoratori sono rimasti al palo ma i carichi di lavoro sono aumentanti, spesso in condizioni sanitarie poco sicure e al limite.
Le richieste dei lavoratori sono poche e essenziali, le stesse che portano avanti dallo scorso Dicembre: aumento del ticket mensa a 7 euro per giornata di presenza, immediata attivazione del Fondo di sanità integrativa Sanilog e recupero delle prestazioni non coperte come prescritto dal Ccnl di riferimento, inquadramento corretto dei livelli per i lavoratori assunti nell’ultimo anno, sottoscrizione del protocollo sulla sicurezza che possa in maniera più puntuale garantire i lavoratori dentro il posto di lavoro (protocollo già presentato al Ministero del Lavoro), equa distribuzione del carico di lavoro e dello straordinario fuori da ogni logica clientelare e anti-sindacale.
Una piattaforma di rivendicazioni migliorative per ottenere sicurezza, salario e applicazione di quanto previsto dal contrattato nazionale: questi lavoratori che un anno fa venivano definiti “essenziali” ed “eroici” – perché, soprattutto nei mesi critici di lockdown, hanno continuano a garantire il rifornimento dei supermercati, presi d’assalto fin dalla scorsa primavera – oggi nella realtà si ritrovano ancora più sfruttati ed addirittura ignorati.
Perché?
Perché dopo un anno di sacrifici, doppi turni e migliaia di colli movimentati questi operai richiedono un riconoscimento dello sforzo fatto,..non solo a chiacchiere?
Perché hanno il coraggio di dire che si deve lavorare in sicurezza e dove possibile prevedere protocolli e misure più specifiche di quelle stabilite all’inizio della crisi pandemica?
Perché è da un anno e mezzo che nella logistica il contratto nazionale é scaduto e i salari sono fermi da allora, mentre i carichi di lavoro aumentano, come le richieste di aumentare la media produttiva?
Dopo mesi di tavoli i lavoratori sono stanchi delle false promesse e delle mancate risposte dell’azienda che, davanti alla piattaforma presentata dai lavoratori, é stata solo in grado di proporre l’eliminazione dell’istituto del ticket mensa – già previsto dai precedenti accordi sindacali – per sostituirlo con un premio di risultato.
Traduzione?
Taglio di quote consistenti di salario fisso (circa 137 euro netti mensili) per trasformarle in salario variabile, cioè ancorato alle medie produttive e al numero di colli che giornalmente come lavoratori si movimentano: medie sempre maggiori, numeri sempre più alte.
Ma se non riesci a sostenere il ritmo produttivo richiesto, niente premio.
Se hai mal di schiena e non riesci a sostenere il ritmo produttivo, niente premio.
Se semplicemente sei stanco e non riesci a mantenere il ritmo produttivo, niente premio.
Forse la proposta dell’azienda potrà ricevere l’accordo di qualche dirigente della CGIL, ma non certo della maggioranza dei lavoratori del magazzino – anche quelli non iscritti al S.I. Cobas – che hanno certo capito la manovra anti-operaia dell’azienda che, invece di aprire un piano di discussione serio con lavoratori e sindacato per garantire salario, salute e sicurezza dentro l’appalto, con questa manovra prova goffamente a ribaltare il tavolo, addirittura rimettendo in discussione quelle minime condizioni contrattuali che gli operai stessi negli anni passati hanno conquistato con gli scioperi e con la lotta.
Non é più accettabile che i grossi colossi della distribuzione della Grande Distribuzione Organizzata, e con loro tutti gli attori della filiera degli appalti, mentre aumentano volumi di lavoro e profitti, chiedono ancora sforzi e sacrifici ai lavoratori: negando ogni possibilità di miglioramento salariale e provando nientemeno che a mettere in discussione le attuali condizioni di lavoro.
Quindi, a fronte della proposta effettuata dall’azienda di cancellazione del ticket mensa, che suona come una provocazione inaccettabile, i lavoratori non possono che rispondere con l’apertura dello stato di agitazione e la conferma della piattaforma migliorativa già presentata che rivendica per tutti i lavoratori del magazzino più salario, migliori condizioni di lavoro e più sicurezza.
Una piattaforma da conquistarsi dentro il magazzino In’S di Tortona, ma da far vivere in tutto il distretto logistico alessandrino estendendola in tutti i luoghi di lavoro rimasti indietro, dove cioè l’anno di pandemia é servito ai padroni a peggiorare ulteriormente le condizioni di vita e lavoro, sacrificate sull’altare dei profitti aziendali e dei bilanci dei committenti.
Per questo noi lavoratori siamo pronti a dare battaglia e siamo certi di non essere soli!
Coordinamento provinciale S.I. Cobas Alessandria