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[PRATO] Gli operai Texprint non mollano! Durante la manifestazione, dalla fabbrica aggressione con l’acido contro i lavoratori in sciopero

Gli operai Texprint non mollano!

Oggi in più di 2 mila siamo scesi in presidio a Prato per sostenere la lotta degli operai Texprint sotto le insegne della parola d’ordine “8 ore per 5 giorni”.

Grande sostegno è giunto dai lavoratori dalle varie città: Milano, Brescia, Piacenza, Bologna, Modena, Genova, Torino, Perugia, Roma, Napoli.

Buona anche la partecipazione dei solidali, in particolare dei giovani FGC e delle realtà studentesche fiorentine.

Ancora una volta i lavoratori del SI Cobas danno un esempio a tutta la classe oppressa che la solidarietà è l’arma più preziosa per fronteggiare i piani di sfruttamento padronale.

Al termine dei numerosi interventi di lavoratori e solidali, il presidio si è spostato fuori ai cancelli dell’azienda tessile dopo la notizia che un lavoratore presente al presidio era stato colpito da gocce di acido lanciate da ignoti: un ennesimo, inaudito attacco armato contro il presidio permanente che resiste da mesi a dispetto delle provocazioni e attacchi di ogni tipo, in un contesto che rende ogni giorno sempre più evidenti i legami tra i padroni e la malavita organizzata…

Come dimostrano anche le lotte in corso alla FedEx, per fronteggiare l’attacco concentrico contro il SI Cobas portato avanti dai padroni in combutta con squadracce di mercenari o di mafiosi, forze dell’ordine e vertici dei sindacati confederali, diviene sempre più necessaria l’organizzazione dell’autodifesa operaia.

La riuscita piazza di Prato è un ottima iniezione di morale verso i prossimi appuntamenti nazionali, a partire dalle manifestazioni nazionali del 1 maggio a Milano e a Napoli.

Toccano uno – Toccano tutti

SI Cobas nazionale

Qui sotto, la diretta della manifestazione di ieri a Prato per solidarietà agli operai Texprint in lotta:

https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/532862064747231


ACIDO SUI LAVORATORI IN SCIOPERO

È SUCCESSO IERI ALLA #TEXPRINT

Questo video è stato realizzato ieri:

https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/481254026521109

Mentre mille persone manifestavano a sostegno della vertenza TEXPRINT in piazza delle Carceri, uno dei soci dell’azienda gettava dell’acido contro i pochi lavoratori rimasti a presidio dei cancelli della fabbrica.

Un operaio è rimasto ferito con ustioni al braccio.

Dal pronto soccorso è uscito con una prognosi di 5 giorni.

Nel video si vedono bene i segni lasciati sulla cancellata e sull’asfalto dall’acido.

Poteva essere una tragedia.

L’acido gettato era molto e avrebbe potuto sfigurare il lavoratore, o magari anche peggio.

È solo l’ultima tra provocazioni e attacchi vili subiti dai lavoratori in questi tre mesi.

Si tratta di un fatto gravissimo che dovrebbe fare riflettere su un paradosso assurdo che oggi vede proprio questi lavoratori essere stati licenziati e accusato di “condotte violente” dall’azienda.

Questi operai sono colpevoli di sciopero.

Sono colpevoli di aver denunciato lo sfruttamento e di essersi ribellati al caporale.

A maggior ragione dopo oggi, non dobbiamo lasciarli soli.

Le istituzioni?

S.I. Cobas Prato e Firenze


Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

Prato: una manifestazione a sostegno degli operai Textprint

Ieri a Prato c’è stata una partecipata manifestazione per sostenere la lotta degli operai Texprint sotto le insegne della parola d’ordine “8 ore per 5 giorni“, con lavoratori e solidali giunti da diverse città, che hanno affollato la piazza delle carceri, nel centro della città.

Questa tenacissima lotta va avanti da 3 mesi, resistendo a ogni sorta di intimidazione padronale e poliziesca, per farla finita con un orario di lavoro 12 per 7. Un orario che dovrebbe suscitare scandalo tra i “bravi democratici” che oggi onoreranno il 25 aprile con la loro disgustosa retorica “anti-fascista” (neppure sotto il fascismo ci fu un orario di lavoro del genere, fino alla guerra), ma, potete giurarci, si volteranno con indifferenza dall’altra parte, come hanno fatto finora, a cominciare dai dirigenti sindacali e dai capi della Toscana “rossa” – si tratta, dopotutto, di operai, e perfino immigrati.

La “ripresa”, la ripresa dell’accumulazione di profitti, non potrà fare sconti alla classe operaia, e quindi perché fare tanto casino per le pretese di questi padroni cinesi? Silenzio assoluto, ovviamente, anche dai “sovranisti” à la Salvini, à la Meloni, à la Paragone… per tutta questa genìa, la sovranità da difendere è quella del capitale nazionale, e poiché è fuori dubbio che le fabbriche tipo la Texprint, anche se di proprietà giuridica cinese, servono gli interessi del capitalismo nazionale (settore moda), è tutto ok, compresi gli “eccessi”. Anzi, a stare a loro, l’”eccesso” è quello degli scioperanti che pretendono, con la “violenza” (cioè: la lotta organizzata), di limitare il potere dell’imprenditore che per sua natura deve essere illimitato, il sovrano nel suo regno (l’impresa).

Se non ci sarà un risveglio operaio su grande scala, condizioni di lavoro del genere, che sembrano appartenere ad un’altra epoca, sono destinate ad allargarsi per la necessità del capitale (di qualunque nazionalità) di prendersi con l’allungamento degli orari di lavoro quello che non riesce ad arraffare con l’incremento della produttività e dell’intensità del lavoro. Questo i “bravi democratici” venticinquaprilisti così come i loro “avversari” e amici delle destre, lo sanno perfettamente, o lo intuiscono a pelle; e di conseguenza fanno tutto quel che gli è possibile perché la lotta degli operai Texprint rimanga isolata e sia sconfitta.

Come ha detto magnificamente un delegato SI Cobas di Piacenza, di cui invitiamo a sentire l’intervento – https://fb.watch/54v5N8Slgp/ – la lotta operaia non può fare affidamento sulle istituzioni dello stato; deve e può fare conto solo sull’unità del fronte di classe, e invece che rivolgersi alle istituzioni aspettandosi un aiuto che non verrà (neppure da quelli che sono ai margini delle istituzioni stesse, ma non vogliono farsi escludere dal gioco perché è quello il “gioco” che gli interessa davvero), deve rivolgersi a quell’ampia parte della società, anche non esclusivamente operaia, che sta pagando il costo della crisi e della repressione statale.

Sotto questo profilo, che piaccia o meno sentirselo ricordare, i lavoratori del SI Cobas hanno dato “un esempio a tutta la classe oppressa – la solidarietà è l’arma più preziosa per fronteggiare i piani di sfruttamento padronale”.

Un altro aspetto politico di valenza generale che emerge dalla giornata di ieri a Prato è sottolineato in un passaggio del comunicato del SI Cobas nazionale:

“Al termine dei numerosi interventi di lavoratori e solidali, il presidio si è spostato fuori ai cancelli dell’azienda tessile dopo la notizia che un lavoratore presente al presidio era stato colpito da gocce di acido lanciate da ignoti: un ennesimo, inaudito attacco contro il presidio permanente che resiste da mesi a dispetto delle provocazioni e attacchi di ogni tipo, in un contesto che rende ogni giorno sempre più evidenti i legami tra i padroni e la malavita organizzata…

Come dimostrano anche le lotte in corso alla FedEx, per fronteggiare l’attacco concentrico contro il SI Cobas portato avanti dai padroni in combutta con squadracce di mercenari o di mafiosi, forze dell’ordine e vertici dei sindacati confederali, diviene sempre più necessaria l’organizzazione dell’autodifesa operaia.”