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[CONTRIBUTO] Roger Waters : Israele è uno stato di apartheid (inglese, italiano, arabo)

Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso (vedi qui):

Roger Waters : Israele è uno stato di apartheid (inglese, italiano, arabo)

Nei giorni in cui lo stato di Israele torna a usare brutale violenza contro i palestinesi a Gerusalemme sulla Spianata delle Moschee (oltre 200 i palestinesi feriti), e qui tutto tace, inclusa un’”estrema sinistra” sempre più amorfa e indifferente alla sorte delle popolazioni schiacciate dal tallone di ferro dell’imperialismo (salvo che si tratti dei curdi, ma – beninteso – sempre e solo nella misura in cui, contro i macellai alla Erdogan o alla Assad, si può vantare, a torto o a ragione, una loro simpatia per le democrazie occidentali che hanno assassinato il sogno curdo da più di un secolo), in questi giorni un famoso artista britannico, Roger Waters, ha preso la parola in un breve video per denunciare con rabbia l’apartheid israeliano, l’appoggio statunitense a Israele sempre e comunque incondizionato (per non parlare di quello dello stato italiano), e il silenzio di tomba intorno allo strisciante “genocidio” della popolazione palestinese, che egli contrappone alle proteste di un tempo contro l’apartheid sud-africano.

Che sia completa o incompleta la sua denuncia (di sicuro contiene l’elemento fondamentale), onore al merito!

Sheikh Jarrah (di cui parla Waters) è un quartiere di Gerusalemme Est, un tempo un grande frutteto, nel quale si rifugiarono nel 1956 alcune decine di famiglie palestinesi espulse dalle loro terre dall’offensiva dello stato israeliano che dal 1948 (suo anno di nascita) non ha mai cessato di espandere il proprio territorio. Ora i discendenti di quelle famiglie sono sotto minaccia incombente di sfratto. Il loro sfratto è stato richiesto dalle organizzazioni dei coloni israeliani, che riescono sistematicamente a vincere tutte le cause “legali”.

Di seguito la traduzione dell’intervento

“Allora, ricevo sempre aggiornamenti da tutti i miei amici, palestinesi naturalmente, ma anche da parte di parecchi amici in Israele, e da diversi altri in giro per il mondo, dal Sud America, dalla Colombia, dal Cile, da Santiago, e da altri luoghi in Sud America.

E tutti dicono la stessa cosa, dicono: Sheikh Jarrah, Gerusalemme.

Cosa? Cosa!?

E Biden continua a dire, ‘Oh, supporto Israele in ogni cosa’. Aspetta, lo supporti in questa espulsione della gente dalle proprie case, che e’ da genocidio.

A te piacerebbe, Joe Biden? Sei seduto in casa tua, quella e’ casa tua, e’ il luogo in cui la tua famiglia vive da secoli. E arriva una faccia da culo e ti dice, “e’ nostra. Sono un colono e sto per toglierti casa tua. Non mi interessa cosa fai. Muori, e’ la cosa migliore che puoi fare”.

E’ inconcepibile, incredibile; mi riempie di rabbia.

Cosa puoi fare? Cosa puoi fare? Cosa puoi fare?

[…]

Vi diro’ cosa posso fare. Posso fare questo piccolo video e pubblicarlo, e vi dico che questo fatto ha spezzato il mio fottuto cuore.

E sono cosi’ contento che Human Right Watch oggi segua l’esempio di B’Tselem, l’organizzazione per i diritti umani, l’organizzazione israeliana per di diritti umani, che mesi fa ha dichiarato che Israele e’ un regime di apartheid: Israele e’ un regime di Apartheid!

Ehi ragazzi, vi ricordate? ‘Non suoneremo a Sun City!’ Pensavo infatti che avessimo qualcosa contro l’apartheid. Era senz’altro cosi’, quando si trattava del Sud Africa. E perche’ non abbiamo qualcosa in contrario adesso, quando riguarda Israele?

E quello che vorrei sapere.

Sto per iniziare una campagna per cercare di convincere la Fifa e la nuova Uefa di smetterla di giocare a calcio contro di loro [le squadre israeliane]. Questo si’ richiamerebbe l’attenzione, ne sono certo.

Ha senz’altro funzionato con i sudafricani, che ad un tratto hanno cominciato a dire: ‘Oh mio Dio, non giocheranno a rugby o a cricket con noi; dobbiamo proprio star facendo qualcosa …’ Si’, era proprio cosi’: stavate commettendo il crimine internazionale di apartheid, proprio come lo stato di Israele sta facendo ora.

[…]