TEXPRINT PIANGE MISERIA MA LAVORA ANCHE IL 2 GIUGNO
Sono mesi che la città di Prato è costretta ad assistere al teatrino vittimista imbastito dai padroni della Texprint.
Hanno abbastanza soldi da pagare gli stessi avvocati dell’Ilva di Taranto ma si lamentano tutti i giorni di essere sull’orlo del fallimento, di essere sotto scacco da parte degli operai in sciopero che gli impediscono di lavorare.
Sono arrivati addirittura a chiedere al Tribunale del Lavoro l’interruzione dello sciopero perché non possono produrre, non possono scaricare le merci, devono mettere tutti in cassa integrazione…
Eccoli, anche il 2 giugno, a scaricare rotoli di tessuto, il fumo della fabbrica che si alza in cielo.
I dipendenti costretti un giorno a partecipare alle manifestazioni aziendali dove si piange di non poter lavorare, e quello dopo a lavorare nei giorni di festa:
https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/photos/pcb.936208113618029/936201646952009/
Noi lo diciamo da mesi che Texprint non si è mai fermata, e la Casa dei Diritti che presidia il Macrolotto ha testimoniato quotidianamente il lavoro sabato, domenica e festivi.
In un distretto dove lo sfruttamento è sistematico e il diritto al riposo dei lavoratori è quotidianamente calpestato, l’arroganza di questi imprenditori è tale da costringere gli operai a lavorare anche nelle feste nazionali mentre allo stesso tempo piange miseria davanti alle istituzioni.
2 giugno
S.I. Cobas Prato e Firenze