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[ITALIA] La “dittatura sanitaria” difende gli obiettori contro l’aborto e distrugge ogni medicina preventiva (sul lavoro e a scuola)

Riceviamo dalle compagne del Comitato 23 settembre e pubblichiamo questo contributo, già disponibile sulla loro pagina  (vedi qui):

Condivisibile e tranchant quanto scrive Michela Murgia su Repubblica del 26/07, definendo una “dittatura sanitaria” invisibile quella che salvaguarda gli obiettori di coscienza a scapito della salute psicofisica di milioni di donne, soprattutto quelle senza privilegi e garanzie:

https://www.facebook.com/comitato23settembre/photos/a.102707841894173/186227030208920/

Quello che viene messo in discussione, nonostante esista sulla carta una legge, è l’accesso ad una maternità e ad una genitorialità consapevoli, sostenute da un reddito e dalla possibilità di seguire i figli e non di farli… pur di riempire le culle secondo le richieste di questo Stato!

Nella complessità di un concetto come la “dittatura sanitaria”, la Murgia tocca un aspetto importante ma non certo l’unico.

In questo senso vogliamo denunciare l’impossibilità di base di accedere ad una sanità pubblica e funzionante per tutte quelle che hanno un reddito precario e soprattutto per le immigrate.

Ad esempio la possibilità di avere dei consultori, assolutamente insufficienti nell’esperienza passata, per un sostegno alla sessualità, alla maternità, in particolare per le giovani a cui dovrebbe essere garantita una valida educazione sessuale a scuola.

Ancora, ad esempio, quella totale mancanza di risorse per una visione della salute che contrasti le condizioni di vita che conducono alla malattia e conducono quindi all’ospedalizzazione come unico rimedio.

Ma potremmo aggiungere ancora: quelle “dittature sanitarie” che, in una lenta agonia durata decenni, hanno fatto sparire la medicina preventiva scolastica e quella del lavoro, dove gli incidenti e l’aumento della mortalità sono il marchio di un capitalismo che trionfa con la sua barbarie tanto praticamente quanto nel tracciare un solco negativo nella cultura sociale.

[in foto: donne che partecipano ad una delle recenti manifestazioni per il diritto all’aborto nelle città della Polonia]