AFGHANISTAN
I TALEBANI SI SPACCANO SU LINEE REGIONALI ED ETNICHE
[da Asia Times, 6 sett. ’21; Economic Times, 17 ag. ’21 + vari – trad. G. L.]
A quasi tre settimane dalla loro presa della capitale Kabul e l’estromissione del governo di Ashraf Ghani – chiara e decisiva vittoria contro le forze statunitensi, NATO e nazionali afghane sostenuto dagli Stati Uniti – i talebani non riescono ancora a formare il promesso nuovo governo “inclusivo” dell'”Emirato islamico”, previsto già per la scorsa settimana.
Questo perché stanno emergendo tra loro divisioni regionali, ideologiche ed etniche.
È in atto una competizione tra le varie fazioni talebane per posizioni chiave nel nuovo governo, e per le risorse, competizione che sta mettendo alla prova la coesione del gruppo e rischia di far esplodere un nuovo conflitto, mentre l’economia vacilla verso il collasso, con la minaccia di carestia.
Dalla presa di Kabul da parte dei talebani il 15 agosto, si è verificata un’impennata dei prezzi dei generi alimentari e manca il denaro, il valore della valuta nazionale è crollato.
Si prevede che il PIL dell’Afghanistan si ridurrà di quasi il 10% quest’anno, e di un ulteriore 5% l’anno prossimo.
Inoltre, già ad inizio luglio, gli ospedali sono rimasti senza letti, ossigeno
e personale medico.
Come risultato, sono stati costretti a razionare l’ossigeno e ad allontanare nuovi pazienti.
In questo scontro interno sembra sia stato inviato come consulente su possibili formule di condivisione del potere Faiz Hameed, capo dell’Inter-Services Intelligence (ISI) del Pakistan, servizi che già avrebbero fornito consulenza per la strategia della guerra lampo dei talebani.
(Sono emerse divisioni tra i leader talebani e i comandanti sul campo quando i combattenti di Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP) sono stati liberati dalle prigioni afghane dopo l’entrata dei talebani a Kabul.
TTP mira a rovesciare il governo pakistano e a formare un emirato islamico simile a quello che i talebani afghani stanno cercando di creare [i talebani afghani invece sono stati appoggiati dal governo pakistano – n.d.t]
Il ministro pakistano degli Interni Sheikh Rasheed Ahmad ha detto che il Pakistan ha coinvolto i talebani afghani sulla questione del gruppo terroristico fuorilegge Tehreek-e-Taliban Pakistan, sperando che il suolo dell’Afghanistan non venga usato contro di esso [da Economic Times, 17.08.21)
La politica e la direzione ideologica del paese saranno in gran parte determinate da quali gruppi faranno parte del governo “inclusivo” dei Talebani, e questo avrà riflessi su tutta la regione.
Lo scontro interno dai Talebani contrappone i “meridionali” e gli “orientali”.
La lobby orientale è rappresentata da Sirajuddin Haqqani, leader della potente rete Haqqani – un’organizzazione militante sotto il più ampio ombrello dei Talebani, nella lista delle “organizzazioni terroristiche” di Stati Uniti, Regno Unito e Canada.
Questa rete ha condotto attacchi “asimmetrici” alle forze USA e NATO, è nota per il suo rigido islamismo e i suoi legami con ISIS-Khorasan – il gruppo terroristico transnazionale in conflitto con i talebani, che il 26 agosto ha bombardatom l’aeroporto di Kabul, uccidendo oltre 170 persone e 13 soldati USA.
La rete Haqqani, avrebbe, secondo ex funzionari afghani, facilitato l’emergere dell’ISIS-K in Afghanistan fornendo assistenza tecnica e collegamenti con le reti criminali che hanno finanziato le sue operazioni.
In Afghanistan, secondo stime Onu, ISIS-K disporrebbe di oltre 2.000 combattenti.
Mentre i legami della rete Haqqani con ISIS-K non sono ritenuti certi da tutti gli analisti e i responsabili per la sicurezza, lo sono quelli con al-Qaeda.
Se la rete Haqqani dovesse ottenere posizioni chiave nel nuovo emirato islamico
dell’Afghanistan, metterà in allarme Pakistan, Iran, Russia e Cina, come pure i paesi vicini dell’Asia centrale.
La sua partecipazione al governo si contrapporrebbe ai leader talebani “moderati”, tra cui il mullah Abdul Ghani Baradar, che hanno preso contatto con Cina, Russia e altri paesi per dimostrare che i talebani non sono più estremisti.
E lascerà minore spazio a Baradar e alla sua fazione meridionale per attuare le promesse fatte dai talebani nei negoziati con gli USA nel 2019.
La fazione meridionale, che rivendica de facto di rappresentare i “veri” talebani, sta cercando di limitare l’influenza e il potere di quella orientale per evitare l’isolamento internazionale, anche tra i potenziali finanziatori, Cina e Russia.
Nella lista di potenziali ministri, ampiamente pubblicizzata, i meridionali pashtun sarebbero il gruppo dominante rispetto alle fazioni tagika e uzbeka.
I portafogli più importanti sarebbero assegnati ai pashtun, mentre ne sono esclusi i leader tagiki e uzbeki del Nord-est.
Alcuni esempi di ministeri: per il ministero degli Interni è proposto il mullah Ibrahim Sadr, leader talebano pashtun che proviene da Kandahar, Afghanistan meridionale; l’attuale ministro delle Finanze, il mullah Gul Agha Ishakzai, è anch’esso un “Kandahari”, ed è candidato ad un portafoglio economico di primo piano; a ministro della Difesa è candidato il mullah Abdul Qayyum Zakir, meridionale della provincia di Helmand.
Anche il neo-governatore di Kabul, Mullah Muhammad Shirin Akhund (che era stretto collaboratore del Mullah Omar) è originario di Kandahar e appartiene alla tribù Alizai Pashtun.
Le fazioni tajike e uzbeke predominano nell’Est, e su esse i talebani meridionali si sono basati militarmente per battere le forze nazionali, molte delle quali hanno disertato passando ai talebani.
I guerriglieri orientali sono stati i primi a entrare e occupare la capitale Kabul tre settimane fa.
Ma Gulbuddin Hekmatyar, ex primo ministro e influente personaggio orientale della provincia di Kunduz, non è stato incluso nella lista dei ministri proposta.
Alcuni leader orientali irritati minaccerebbero ora di unirsi all’ISIS-K e continuare la guerra su nuove linee regionali.
La “inclusività” di cui si parlava prima della vittoria talebana era intesa come inclusione nel governo di vari gruppi non talebani e non pashtun, compresa una rappresentanza del governo Ghani spodestato; ora i negoziati riguardano solo l’inclusione delle varie fazioni talebane.
Il regime talebano rischia di perdere miliardi di dollari di assistenza internazionale, con gli Stati Uniti che hanno congelato oltre 7 dei 9,5 miliardi di $ di riserve stimate in valuta estera della banca centrale afghana.
I talebani hanno chiesto alla Cina aiuto per la ricostruzione, ma anche se questo verrà dato gli effetti non sanno immediati.
In ogni caso l’assistenza cinese, russa, iraniana e pakistana dipenderà dalla capacità dei talebani di contenere ed eliminare le reti terroristiche transnazionali, tra cui al-Qaeda, ISIS-K, TTP e il Movimento Islamico del Turkestan Orientale (ETIM) anti-Cina.
L’incapacità, fino ad ora, della leadership “moderata” dei Talebani a soddisfare le sue varie fazioni e la minaccia da parte degli integralisti di allearsi a reti transnazionali, fa prevedere che Cina, Russia e Iran saranno riluttanti a fornire un sostanziale sostegno finanziario a un assetto che rischia di sgretolarsi per le lotte intestine.
Anche l’entrata nel nuovo governo della fazione orientale collegata ad al-Qaeda, ISIS-K e TTP, rischia di portare ad un isolamento internazionale del paese, tanto in Occidente che per Cina, Russia, Iran e Pakistan.
[1] Da Wikipedia: Tehreek-e-Taliban Pakistan = Movimento talebano in Pakistan, chiamato anche “talebani pakistani”, è un gruppo studentesco armato islamista pashtun, un’organizzazione ombrello di vari gruppi militanti basati lungo il confine afghano-pakistano. Nel dicembre 2007, circa 13 gruppi si unirono sotto la guida di Baitullah Mehsud per formare il TTP. I Talebani afghani e il Tehreek-e-Taliban Pakistan sono molto diversi per storia, leadership e obiettivi, benché a entrambi prevalenza etnica pashtun. Il TTP ha preso di mira quasi esclusivamente elementi dello stato pakistano. I talebani afghani invece hanno storicamente contato sul sostegno dell’esercito pakistano nella loro campagna per controllare l’Afghanistan. Secondo un analista della sicurezza pakistano i talebani non sono un’entità monolitica. Possono essere divisi in tre grandi categorie: talebani Kandahari [afghani], guidati dal mullah Omar; talebani Paktia [afghani], guidati da Jalaluddin Haqqani e da suo figlio Sirajuddin Haqqani; e Talebani Salfi [TTP] [pakistani].