Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Marghera (VE)
ancora un attacco repressivo ai lavoratori della logistica
e al sindacalismo combattivo
Fincantieri, Marghera
Questo è il testo (in italiano e in inglese) distribuito stamattina alle migliaia di operai dello stabilimento Fincantieri di ogni parte del mondo, dalle compagne e dai compagni del Comitato permanente contro le guerre e il razzismo, che hanno affisso davanti all’ingresso uno striscione che rivendica l’immediata liberta per gli arrestati nell’inchiesta di Piacenza contro SI Cobas e USB.
Redazione Il Pungolo Rosso
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All’alba di mercoledì 19 luglio la Procura di Piacenza ha decretato gli arresti domiciliari per alcuni dirigenti del SI Cobas e dell’USB attivi da anni nelle lotte del settore logistico.
La magistratura, che ha sempre chiuso gli occhi sui soprusi e sui crimini padronali, cerca ora di infangare questi attivisti sindacali accusandoli di avere organizzato gli scioperi e le lotte per trarre da essi benefici personali.
Ma la verità dei fatti è sotto gli occhi di tutti: a Piacenza e in molte altre città le lotte della logistica, organizzate anzitutto dal SI Cobas, hanno prodotto in centinaia di aziende e di magazzini un notevole miglioramento delle condizioni salariali, di lavoro e di vita di decine di migliaia di lavoratori, in grande maggioranza immigrati. Prima di queste lotte la logistica era una giungla infernale di cooperative spesso in mano alla malavita organizzata, e di finte cooperative – una situazione che andava molto bene alle multinazionali del settore, FedEx, Amazon, Brt, Dhl, Gls, etc. perché consente grossi risparmi sulla pelle dei facchini e dei driver supersfruttati.
La stessa giungla che continua ad esserci in questo e negli altri stabilimenti di Fincantieri dove migliaia e migliaia di operai immigrati o provenienti dal Sud dell’Italia sono costretti a orari di lavoro infiniti, paga globale e trattamenti personali indegni.
Del resto proprio in questo cantiere pochi giorni fa il direttore dello stabilimento si è permesso di insultare e minacciare di licenziamento dei delegati FIOM solo perché avevano chiesto qualche regola di orario e di sicurezza sul lavoro per i lavoratori sulle navi.
Forti del totale sostegno del governo Draghi, i padroni e i loro scagnozzi pretendono di dettare legge a loro discrezione. Ecco perché le lotte della logistica e i sindacati conflittuali vengono attaccati: perché il loro esempio di resistenza e di rivolta contro la dittatura padronale può essere contagioso. Può esserlo specie in autunno, quando le conseguenze sociali devastanti della crisi e della guerra in Ucraina saranno visibili più di oggi nella vita quotidiana di tutti, e lo scontento sociale potrebbe essere incontenibile.
Per questa ragione siamo chiamati a dare la nostra piena solidarietà ai militanti sindacali colpiti e chiederne l’immediata liberazione. Chi tocca uno, tocca tutti! Basta passività! Partecipiamo sabato 23 pomeriggio a Piacenza alla manifestazione nazionale contro la repressione delle lotte operaie.
Tempi migliori di questi potranno venire per i lavoratori solo se riprenderemo le lotte su larga scala e in modo determinato contro la protervia dei padroni e le politiche del governo Draghi.
Solo se sapremo unirci in un fronte unico di classe contro la repressione padronale e statale, contro le guerre dei capitalisti, contro il capitalismo.
Comitato permanente contro le guerre e il razzismo
Piazza Radaelli, 3 – Marghera (VE)
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Another repressive attack on logistics workers
and conflictual syndicalism
At dawn on Wednesday 19 July, the Piacenza Public Prosecutor’s Office decreed house arrest for some leaders of SI Cobas and USB who have been active for years in the struggles of the logistics sector.
The judiciary, which has always closed its eyes to employers’ abuses and crimes, is now trying to tarnish these union activists by accusing them of having organized strikes and struggles to derive personal benefits from them.
But the truth of the facts is there for all to see: in Piacenza and in many other cities, the struggles of logistics, organized primarily by SI Cobas, have produced in hundreds of companies and warehouses a notable improvement in wage, working and employment conditions, life of tens of thousands of workers, the vast majority of them immigrants. Before these struggles, logistics was a hellish jungle of cooperatives often in the hands of organized crime, and fake cooperatives – a situation that suited the multinationals in the sector, FedEx, Amazon, Brt, Dhl, Gls, etc. very well, because it allows big savings on the skin of porters and super-exploited drivers.
The same jungle that continues to exist in this and other Fincantieri factories where thousands and thousands of immigrant workers or workers from the south of Italy are forced to work endless hours, global pay and unworthy personal treatment.
After all, just in this shipyard a few days ago the director of the plant took the liberty of insulting and threatening the dismissal of FIOM delegates just because they had asked for some working hours and safety rules for workers on ships.
Armed with the full support of the Draghi government, the bosses and their henchmen pretend to dictate the law at their discretion. This is why the struggles of logistics and conflicting trade unions are attacked: because their example of resistance and revolt against the employers’ dictatorship can be contagious. It can be especially in the autumn, when the devastating social consequences of the crisis and the war in Ukraine will be more visible than today in everyone’s daily life, and social discontent could be irrepressible.
For this reason we are called to give our full solidarity to the union militants affected and ask for their immediate release. Whoever touches one, touches all! Enough passivity! We participate in the national demonstration against the repression of workers’ struggles on Saturday 23 afternoon in Piacenza.
Better times than these can come for the workers only if we resume the large-scale and determined struggles against the arrogance of the bosses and the policies of the Draghi government.
Only if we are able to unite in a united class front against employer and state repression, against the wars of the capitalists, against capitalism.
Standing Committee Against Wars and Racism
Piazza Radaelli, 3 – Marghera (VE)