VERTENZA E LOTTA GENERALE
L’importante ed imponente mobilitazione di Sabato 5 Novembre ci ha dato la dimostrazione di quanto fondamentale sia stato il nostro percorso costruito negli anni, lo sforzo, le energie, le risorse, il tempo che abbiamo messo a disposizione per girare in tutte le città, per costruire legami, relazioni, rapporti con altre realtà di lotta, per legare la nostra vertenza ad una prospettiva generale di trasformazione sociale.
Questo sforzo non deriva dalla volontà di qualche singolo compagno/a del movimento che per la magistratura “strumentalizza le vertenze sociali” ma nasce proprio dalla necessaria comprensione del contesto nel quale si inseriscono la nostra vertenza specifica e la nostra lotta, le nostre vite e le nostre condizioni per capire come organizzarci meglio.
Pensare di vincere una vertenza chiudendosi dentro il proprio recinto, da soli in un contesto storico in cui da anni assistiamo ad un attacco complessivo e generalizzato ai lavoratori e lavoratrici, ai settori popolari è semplicemente prendere in giro i disoccupati/e o essere totalmente illusi.
Lo dimostrano le centinaia di aziende e fabbriche chiuse dove i lavoratori e le lavoratrici si sono affidati ai sindacati concertativi e collaborazionisti che hanno limitato la loro battaglia alla singola vertenza hanno visto chiudere una dopo l’altra le aziende facendo perdere posti di lavoro e salario.
Da anni paghiamo il costo della crisi capitalistica in termini di disoccupazione, precarietà, sfruttamento, lavoro nero, attacco ai diritti dei lavoratori e lavoratrici, chiusure di aziende e delocalizzazioni, d’emergenza abitativa ed affitti da rapina, inquinamento dei nostri territori e aumento del costo della vita ed inaccessibilità ai servizi sociali smantellati dalla sanità ai trasporti.
Abbiamo poi subito la gestione caotica e disastrosa della crisi sanitaria da Covid-19, i lockdown a senso unico fino alla speculazione finanziaria sull’aumento delle bollette e l’insostenibile aumento dei prezzi in generale della vita, passando per l’escalation militare imperialista con la rincorsa al riarmo, all’enorme spesa militare aumentata a danno di quella sociale ed all’ulteriore conflitto che si somma a quelli già in corso.
Non è stato facile sia per limiti esterni sia perché anche nel nostro movimento chi si avvicina e si iscrive lo fa, giustamente, innanzitutto per sperare che partecipando possa soddisfare la sua urgenza di lavoro e di salario.
E non sempre né subito si è capaci di acquisire quella coscienza, comprensione e consapevolezza di quanto la lotta e la vertenza che stiamo portando avanti sia in realtà legata a tutte le altre questioni sociali.
Soprattutto perché le controparti il lavoro sporco lo hanno sempre portato avanti, non solo con la classica repressione (denunce, avvisi orali, processi, multe e indagini) nel tentativo di intimidire la platea per disaffezionarla alla lotta vera ma anche nel prendere singolarmente i disoccupati/e quelli anche meno strutturati politicamente e continuamente dirgli “non perdere tempo con il movimento, non vedi che scendono in piazza non per la vertenza, questi ti inguaiano solamente”.
Ed è stata proprio la continua capacità di discutere, spiegare, lottare insieme costantemente in piazza e dare forma a questa spinta ad una visione generale che ha dato la possibilità concreta ed effettiva sul terreno vertenziale di poter strappare risposte concrete in termini di formazione e lavoro.
Proprio per questo rispetto la vertenza è necessario un supporto già domani. Un supporto che chiediamo a tutti e tutte, solidali/e che hanno compreso la centralità della nostra battaglia anche nel processo di ricomposizione di classe.
La settimana trascorsa dalla mobilitazione nazionale ad oggi è servita per farci riconvocare in Prefettura nelle prossime ore a seguito di alcune verifiche tecniche da parte delle Istituzioni competenti, Prefettura in primis insieme all’amministrazione comunale a seguito delle note ed indicazioni del Ministero degli Interni al Ministero del Lavoro ed agli Uffici Affari Parlamentari.
Abbiamo urgenza di strappare concretamente prime soluzioni che possono fare fronte alla necessità di un salario per campare.
Questo non solo è possibile ma ci sono tutte le condizioni e gli strumenti istituzionali per farlo.
Strumenti usciti esclusivamente dai tavoli che abbiamo strappato con la lotta.
Gli impegni assunti dalle istituzioni vanno mantenuti!
Ci vediamo domani h 15:00 a Piazza Dante
È RICHIESTA LA PRESENZA DI TUTTO IL MOVIMENTO DEI DISOCCUPATI/E.
Movimento di lotta – Disoccupati “7 Novembre”
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SOLIDALI E COMPLICI COL COMITATO GIAMBELLINO- LORENTEGGIO!
Oggi striscioni nei nostri quartieri popolari contro la sentenza di primo grado nei confronti del comitato Giambellino di Milano, attivo per anni nelle lotte per il diritto all’abitare, vergognosa ed infame.9 imputati con condanne da un anno e sette mesi a cinque anni e cinque mesi di reclusione.
Per la prima volta i giudici accettano la tesi accusatoria dell’associazione a delinquere in senso stretto “finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica”, equiparando quindi i movimenti di lotta per la casa (e non solo) a veri e propri sodalizi criminosi.Noi indagati per lo stesso reato come movimento e più volte definiti sodalizio criminoso.
Prosegue il disegno contro le lotte sociali e sindacali e decreti pubblicizzati per altro ma usati contro chi si organizza e si mobilita in difesa dei proletari e per la riappropriazione di fette di salario diretto e indiretto.
Dobbiamo stringere ulteriormente le fila dell’unità di classe e delle lotte sociali.
La grande partecipazione al corteo di Napoli dello scorso 5 novembre, la costruzione dello sciopero generale del 2 dicembre e di una grande manifestazione a Roma per il 3 dicembre, vanno esattamente in questa direzione.
Solo la lotta paga!
Libertà per i nove imputati del comitato abitanti Giambellino!
13 novembre
Movimento di lotta – Disoccupati “7 Novembre”