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[MILANO] Il 29/4 presidio per ricordare tutti i lavoratori e cittadini assassinati in nome del profitto a Sesto San Giovanni

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio e del Centro iniziativa proletaria “Tagarelli”, già disponibile sulla lora pagina (vedi qui):

PER RICORDARE TUTTI I LAVORATORI

E I CITTADINI

ASSASSINATI IN NOME DEL PROFITTO

Sabato 29 aprile 2023, ore 16

PRESIDIO

davanti alla lapide di via Carducci a Sesto S. Giovanni

L’amianto, uno dei tanti strumenti dello sfruttamento capitalistico: un assassino silenzioso di lavoratori e cittadini che ha ucciso ieri, uccide oggi e continuerà a farlo domani nell’indifferenza di padroni, istituzioni e governi.

Gli assassini: i padroni e i managers che non hanno esitato a produrre e utilizzare questo cancerogeno di cui conoscevano benissimo gli effetti dai primi del Novecento; le istituzioni e i governi (di tutti i colori) che hanno sempre ignorato – e continuano a farlo – questa strage.

I tribunali che as-solvono, con mille cavilli, i responsabili, garantendo loro l’impunità.

Le vittime: più di 4.000 morti fra gli operai, 1.500 decessi tra i familiari (dati INAIL per il 2022).

E i cittadini, visto che in 30 anni l’Italia ha bonificato solo un quarto di tutta la fibra killer presente sul nostro territorio negli edifici pubblici, nelle scuole, negli edifici privati.

A questi numeri vanno aggiunti i più di 1.000 lavoratori morti di lavoro (dati 2022) e le centinaia di vittime delle stragi civili, da quella di Viareggio al Ponte Morandi.

Un filo nero lega tutte queste vittime: lo sfruttamento e la ricerca del profitto per pochi ottenuto sul sangue dei molti.

I numeri ci dicono quanto importa ai capitalisti la nostra vita.

Oggi siamo qui non solo per ricordare tutte le vittime di questo barbaro sistema, il capitalismo, ma per gridare forte che non vogliamo più essere carne da macello.

SPEZZIAMO IL SILENZIO

BASTA MORTI PER IL PROFITTO

aprile 2023,

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Centro iniziativa proletaria “Tagarelli”


Ancora morti di lavoro.

Per loro, e per le migliaia e migliaia che li hanno preceduti, non ci sarà una pasqua di resurrezione.

Oggi 12 aprile due operai (51 e 69 anni) sono morti e un terzo di 25 si è ferito gravemente mentre effettuavano lavori di potatura di alberi a Noverasco di Opera, nel Golf Club Le Rovedine di Noverasco di Opera.

La piattaforma aerea su cui lavoravano si è sganciata e sono precipitati da 15 metri.

Pochi giorni fa, il 6 aprile, un operaio (già in pensione) di 71 anni è piombato in una buca da 14 metri di altezza mentre stava facendo manutenzione su un tetto a Senago, in un capannone industriale.

Il 3 aprile, a Berzo Demo, in Val Camonica, è morto un operaio di 43 anni, un dipendente del Consorzio forestale Alta Valle, travolto da un masso; feriti due sui compagni di lavoro.

A noi mancano ormai le parole per commentare questa scia sanguinosa che non si ferma mai.

In questi primi 4 mesi del 2023 sono già più di 100.

Ma a qualcuno le parole non mancano.In una nota Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, afferma: “Oggi è successo a Noverasco di Opera, ma si verificano continuamente morti sul e per il lavoro, e non è accettabile».

«Non possiamo permetterci il disinvestimento sulla sicurezza, sia per dispositivi e tecnologie che per formazione e controlli.

Il nostro Paese ha bisogno di un piano di investimenti per la sicurezza sui luoghi di lavoro che preveda un rafforzamento del personale ispettivo e un serio contrasto alla precarietà che spinge lavoratrici e lavoratori ad accettare lavori senza tutele».

Forse Schlein non ricorda che la precarietà – e le condizioni di supersfruttamento – di cui parla devono la loro ragione di essere alle scelte condivise con Confindustria, negli anni, dal suo partito e dai sindacati confederali.

Non ricorda il Job Act di Renzi, tanto per fare un esempio. Della Meloni non parliamo: appena eletta si è premurata di dire che “non disturberà” chi produce.

E’ il capitalismo, baby.

La manutenzione e le misure di sicurezza costano, le vite dei lavoratori no.I morti sul lavoro rappresentano la faccia più feroce – ma più sincera – del capitalismo: oggi come ieri i lavoratori sono solo carne da macello.

Una volta ancora vogliamo oggi ribadire che la battaglia perché cessi questa strage di lavoratori è di massima attualità: siamo stufi di morire per ingrassare i padroni. E non aspettiamoci da Landini e compagnia bella alcun aiuto.

Nessuno ci difenderà se non lo faremo noi direttamente, organizzandoci e lottando in prima persona.

Finchè esisterà il sistema capitalistico basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, per noi lavoratori non ci sarà né sicurezza, né dignità, né futuro. La nostra vita vale più dei loro profitti.

12 aprile,

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Centro iniziativa proletaria “Tagarelli”