Lo sciopero dei lavoratori del SI Cobas all’SDA/Poste italiane di Vidigulfo (Pavia)
E’ tuttora in pieno svolgimento lo sciopero (di 4 fino ad 8 ore) indetto dal SI Cobas e da poche altre strutture del sindacalismo di base per fermare il genocidio in Palestina. Ne daremo un completo bilancio domenica. Intanto riprendiamo qui le notizie dalle iniziative di lotta che si sono svolte nella mattinata al porto di Salerno e al Caat di Torino. Lo faremo ragionando anche sugli scioperi indetti oggi nelle scuole e nelle università in solidarietà con la resistenza palestinese, e da CGIL-UIL sulla finanziaria del governo Meloni.
Sul blocco del porto di Salerno, qui di seguito le foto e i testi del Movimento 7 novembre e del SI Cobas di Napoli, Caserta, Salerno.
NON NEL NOSTRO NOME
Dalle 7:30 di questa mattina blocco al varco di ingresso del porto di Salerno dei tir che devono occuparsi del carico e scarico della Tyrrhenian Container, nave appena attraccata e diretta ad Haifa che si occupa anche del traffico d’armi verso Israele della compagnia Israeliana Zim (la subappaltataria a Salerno e’ la ditta Gallozzi). La nave e’ stata già bloccata la scorsa settimana nel porto di Genova. Boicotta la guerra di Israele alla popolazione civile di Gaza!
ZERO ARMI PER LA LORO GUERRA!
ZERO SPESE MILITARI!
SALARIO E LAVORO DIGNITOSO!
Noi siamo qui!
#Napoli #7nov #Lavoro #Palestine
#عاجل بالصور | في إيطاليا الان
في هذه اللحظة، الناشطون من أجل فلسطين وعمال الموانئ في النقابات الأساسية المضربون (سي كوباس ويو إس بي) محاصرون عند بوابة مدخل ميناء ساليرنو للشاحنات التي يجب أن تتولى عملية تحميل وتفريغ السفينة التيرانية. الحاوية، وهي سفينة رست للتو وتتجه إلى حيفا والتي تتعامل أيضًا مع تهريب الأسلحة إلى “إسرائيل” من قبل شركة Zim “الإسرائيلية” (المقاول من الباطن في ساليرنو هو شركة Gallozzi). وكانت السفينة محاصرة بالفعل الأسبوع الماضي في ميناء جنوة. قاطعوا الحرب “الإسرائيلية” على السكان المدنيين في غزة
Movimento di lotta – disoccupati 7 Novembre
BLOCCATO IL PORTO DI SALERNO
CONTRO ZIM E I TRAFFICI DI MORTE ISRAELIANI!
Stamattina, in occasione dello sciopero nazionale del SI Cobas in tutto il lavoro privato contro il genocidio in Palestina, centinaia di lavoratori, studenti, disoccupati hanno presidiato i cancelli del Porto di Salerno assieme alle reti e agli attivisti solidali col popolo palestinese per denunciare il traffico di armi verso Israele svolto dalla compagnia ZIM attraverso il terminal container Gallozzi.
Importante la presenza al presidio dei portuali SI Cobas di Salerno solidali con la causa palestinese, dei lavoratori della logistica (UPS e FedEx) e dei disoccupati 7 novembre.
Basta genocidio!
Senza se e senza ma al fianco della resistenza palestinese!
SI Cobas Napoli, Caserta e Salerno
SCIOPERO LAVORATORI CAAT PER FERMARE IL MASSACRO IN PALESTINA
Parte anche ai mercati generali Caat di Grugliasco (TO) lo sciopero nazionale dei lavoratori per imporre subito il cessare il fuoco a Gaza e in solidarietà per la popolazione palestinese, rispondendo all’appello di lotta internazionalista e anticapitalista dei sindacati della Palestina.
Palestina libera
Contro guerra ed economia di guerra
Per forti aumenti di salario e libertà sindacale
Contro tutti i governi della guerra da Netanyahu alla Meloni
CONTRO LE GUERRE DEL CAPITALE
SCIOPERO GENERALE
APPELLO DALLA PALESTINA DEI SINDACATI:
“SMETTERE DI ARMARE ISRAELE, BASTA COMPLICITÀ”
Cari fratelli e sorelle della Palestina,
il SI Cobas, un sindacato di base in Italia, che organizza soprattutto lavoratori immigrati, molti dei quali provenienti da Paesi arabi, sta partecipando a, e organizzando, cortei e manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese, contro l’attacco genocida a Gaza da parte dell’esercito israeliano, contro il sostegno del governo italiano al governo sionista e per la fine dell’oppressione di tre generazioni sul vostro popolo.
Sosteniamo il vostro appello a boicottare la consegna di armi a Israele, che verrebbero utilizzate contro il popolo palestinese. Secondo il Sipri, l’Italia è il terzo esportatore di armi a Israele; principale fornitore è il gruppo militare Leonardo, controllato dal governo.
Essendo un importante sindacato della logistica, i lavoratori del SI Cobas si opporranno a qualsiasi spedizione di armi a Israele di cui vengano a conoscenza.
Siamo convinti che una giusta soluzione della questione palestinese non potrà venire dalle grandi potenze o dai governi capitalisti della regione: ma potrà venire solo dalla lotta comune dei lavoratori del Medio Oriente, di tutte le etnie e religioni, con il sostegno dei lavoratori di tutto il mondo.
Quando questa lotta unitaria arriverà, sarà “una leva per la liberazione di tutti i popoli diseredati e sfruttati del mondo”.
SI Cobas – Commissione per la Solidarietà internazionale
Assemblea studentesca a Palazzo Nuovo a cui è stata portata la solidarietà operaia, e a cui è stato chiesto di partecipare al blocco del Caat stamani.
APPELLO
Israele ha chiesto che 1,1 milioni di palestinesi evacuino la metà settentrionale di Gaza, sottoponendoli a continui bombardamenti. Questa mossa spietata fa parte del piano di Israele, sostenuto dal sostegno incrollabile e dalla partecipazione attiva degli Stati Uniti e della maggior parte degli stati europei, volto a compiere massacri atroci e senza precedenti contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e ad effettuare una pulizia etnica totale.
Da sabato Israele ha bombardato indiscriminatamente e intensamente Gaza, tagliando carburante, elettricità, acqua, cibo e forniture mediche. Israele ha ucciso più di 2.600 palestinesi, tra cui 724 bambini, raso al suolo interi quartieri, spazzando via intere famiglie e ferendo più di 10.000 persone. Alcuni esperti di diritto internazionale hanno iniziato a mettere in guardia sugli atti genocidi di Israele.
Altrove, il governo di estrema destra israeliano ha distribuito più di 10.000 fucili ai coloni estremisti nella Palestina del ’48 e nella Cisgiordania occupata per facilitare i loro crescenti attacchi e pogrom contro i palestinesi. Le azioni, i massacri e la retorica di Israele evidenziano la sua intenzione di attuare la seconda Nakba promessa da tempo, espellendo quanti più palestinesi possibile e creando un “Nuovo Medio Oriente” in cui i palestinesi vivano in perenne sottomissione.
La risposta degli stati occidentali è stata di completo e totale sostegno allo Stato di Israele, senza nemmeno un frettoloso cenno al diritto internazionale. Ciò ha amplificato l’impunità di Israele, dandogli carta bianca per portare avanti senza limiti la sua guerra genocida. Oltre al sostegno diplomatico, gli stati occidentali forniscono armamenti a Israele, autorizzando l’attività delle aziende produttrici di armi israeliane all’interno dei loro confini.
Mentre Israele intensifica la sua campagna militare, i sindacati palestinesi chiedono agli altri sindacati a livello internazionale e a tutte le persone dotate di coscienza di porre fine ad ogni forma di complicità con i crimini di Israele, fermando con urgenza il commercio di armi con Israele, così come tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento di agire è adesso: le vite dei palestinesi sono in bilico.
Questa situazione urgente e genocida può essere prevenuta solo da un aumento massiccio della solidarietà globale con il popolo palestinese – ciò può frenare la macchina da guerra israeliana.
Abbiamo bisogno che voi agiate immediatamente, ovunque siate nel mondo, per impedire l’armamento dello Stato israeliano e delle aziende coinvolte nelle infrastrutture del blocco. Ci ispiriamo alle precedenti mobilitazioni dei sindacati in Italia, Sud Africa e negli Stati Uniti, e a simili mobilitazioni internazionali contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, la dittatura fascista in Cile negli anni ’70 e altrove dove la solidarietà globale ha limitato la portata della brutalità coloniale.
Chiediamo ai sindacati dei settori interessati di:
1. Rifiutarsi di costruire armi destinate a Israele.
2. Rifiutarsi di trasportare armi in Israele.
3. Approvare mozioni nel loro sindacato in tal senso.
4. Agire contro le aziende complici coinvolte nell’attuazione dell’assedio brutale e illegale di Israele, soprattutto se hanno contratti con le vostre istituzioni.
5. Fare pressione sui governi affinché interrompano ogni commercio militare con Israele e, nel caso degli Stati Uniti, i relativi finanziamenti.
Lanciamo questo appello mentre assistiamo ai tentativi di vietare e mettere a tacere ogni forma di solidarietà con il popolo palestinese.
Vi chiediamo di parlare apertamente e di agire di fronte all’ingiustizia come hanno fatto storicamente i sindacati. Facciamo questo appello nella convinzione che la lotta per la giustizia e la liberazione palestinese non sia solo una lotta determinata a livello regionale e globale.
È una leva per la liberazione di tutti i diseredati e gli sfruttati del mondo.
Palestinian General Federation of Trade Unions, Gaza
General Union of Public Service and Trade Workers
General Union of Municipal Workers
General Union of Kindergarten Workers
General Union of Petrochemicals Workers
General Union of Agricultural Workers
Union of Palestinian Women’s Committees Generation
Union of Media and Print Workers
Palestinian General Federation of Trade Unions (PGFTU)
General Union of Palestinian Teachers
General Union of Palestinian Women
General Union of Palestinian Engineers
Palestinian Accountants’ Association
Professional Associations Federation including:
Palestinian Dental Association — Jerusalem center
Palestinian Pharmacists Association — Jerusalem Center
Medical Association — Jerusalem Center
Engineers Association — Jerusalem Center
Agricultural Engineers Association —Jerusalem Center
Veterinarians Syndicate — Jerusalem Branch
Palestinian Journalists’ Syndicate
Palestinian Bar Association