Pubblico Impiego

Percorso per la costruzione di una piattaforma sindacale in comune nel pubblico impiego

I margini per una lotta sindacale per la difesa del salario e la conquista di diritti dei lavoratori nell’ambito dei luoghi di lavoro, si sono ristretti a dismisura negli ultimi 20 anni, quando il sindacalismo confederale ha appoggiato senza esitazioni le manovre di svendita dei lavoratori, attuate dal capitale con l’acuirsi della crisi capitalistica. L’abolizione della scala mobile ad esempio è stata un pretesto per lasciare il posto al salario accessorio, perché, secondo cgil-cisl-uil la difesa del salario doveva essere garantita e stabilita attraverso la loro contrattazione; i criteri per mantenere i salari al passo con l’inflazione si sono però concretizzati in un colpo basso verso i lavoratori perché da allora non si è fatto altro che firmare accordi legati con stretto cordone ombelicale all’efficienza, al merito, all’efficacia, illudendo i lavoratori che se vali sei premiato.

Il memorandum d’intesa nel pubblico impiego ne è un esempio, ma quest’invito è rivolto ai delegati sindacali attivi nei luoghi di lavoro che non si ritrovano in queste scelte, perchè coscienti che ogni crisi si scarica sempre e solo sulla forza lavoro per mantenere intatti i profitti dei capitalisti (governo e confindustria).

E’ un invito dettato dall’esigenza del confronto su alcuni punti specifici per capire se ci sono i presupposti per costruire una piattaforma comune da presentare ai lavoratori e da portare avanti in alternativa a quelle forze sindacali che parlano di diritti e di difesa dei salari, ma nello stesso tempo firmano accordi di svendita a prezzi molto bassi.

ORARIO DI LAVORO. Con l’accordo dell’11 febbraio 2011 e del 30 giugno 2013 la gestione dell’orario di lavoro è legata sempre più alla contrattazione decentrata, e le rsu accettano ad esempio che nei vari servizi si aumenti l’ambito lavorativo a parità di personale. Ad es. negli ambulatori si passa da una giornata lavorativa che va dalle 8.00 alle 15.42 ad una che va dalle 8.00 alle 18.00, creando i turni di lavoro. La prospettiva è allungare la settimana lavorativa da 5 giorni lavorativi a 6 giorni, sottraendo una giornata di ferie la settimana.

SALARIO. L’aumento contrattuale è bloccato dal 2008 fino a tempi indefiniti e il salario accessorio si riduce sempre più perché erogato in base alla valutazione dei responsabili, inoltre con l’ultima circolare del ministero delle finanze si stanno già attuando altri tagli agli stipendi. La dinamica imposta dalle varie normative sindacali alle risorse economiche del fondo fa sì che esse si riducano “automaticamente” ogni anno in sintonia con la riduzione degli organici, accorciando sempre più una coperta già corta e vanificando la contrattazione economica decentrata. Anche in questo caso non vi è opposizione alcuna (eccetto che a parole) dalla maggioranza dei sindacati che con il pretesto della crisi assoggettano i lavoratori al capitale anziché indurli a lottare contro queste misure.

FONDI PENSIONE.  I governi di destra e sinistra, su commissione delle banche, stanno introducendo l’assicurazione privata previdenziale anche nel pubblico impiego. Nella sanità e negli  enti locali c’è il fondo Perseo, nelle scuole un altro fondo. Al momento non è obbligatorio, ma già si sta facendo una campagna spudorata per imbrogliare i lavoratori. Dopo il flop che si è verificato nel settore privato, si potrebbe pensare che questa fosse una battaglia vinta, ma l’acuirsi della crisi detterà regole sempre più ferree e non è detto che sarà introdotta nei contratti nazionali. Al momento la rsu di un comune in toscana ha già firmato un contratto integrativo che prevede la scelta del fondo integrativo. A milano nei luoghi del settore pubblico i sindacati confederali e autonomi già da molto tempo tessono la tela dell’informazione speculativa. Anche in questo caso crediamo sia opportuno dare una risposta chiara e decisa spiegando che non esistono investimenti buoni o cattivi, come non esiste un sistema capitalista buono ed uno cattivo.

RAPPRESENTANZA. Stare o non stare nelle rsu? Cosa comporterà l’applicazione dell’accordo tra governo, confindustria, e sindacati del 30 giugno? A questo riguardo crediamo sia opportuno rimanere nelle rsu, non perché ci crediamo, ma per avere l’agibilità sindacale. Saranno poi i rapporti di forza in base agli eventi di repressione a determinare le lotte o la sottomissione dei lavoratori, ed in quei momenti è importante incidere con le forze che abbiamo.

MOBILITA’. Con gli accorpamenti degli enti pubblici aumenta a dismisura il ricatto verso i lavoratori; Es. Questo servizio o Ambulatorio chiude, quindi o ti sposti in un’altra città, o non sappiamo dove collocarti. Che risposta diamo al riguardo?

ESTERNALIZZAZIONI. Un altro modo per chiudere un ospedale o una scuola è l’esternalizzazione con appalti e subappalti. I lavoratori dei nuovi servizi saranno sempre più differenziati e ricattati a livello di contrattazione. I precari saranno sempre più precari alla luce dell’ultima legge sul precariato che elimina l’obbligo di assunzione dopo 3 anni.

Questi sono alcuni punti che ci piacerebbe affrontare per capire se abbiamo un pensiero comune, e come svilupparlo e approciarci ai lavoratori.

Milano,10-10-2013

S.I. COBAS Pubblico Impiego