Logistica

Al fianco dei facchini della Bormioli!

Dal 24 Dicembre i facchini della Bormioli, a Fidenza, stanno portando avanti una dura lotta contro l’azienda per il reintegro dei lavoratori.
Il gioco delle tre carte che le grandi aziende della logistica stanno attuando in questi mesi, è quello di sfruttare il cambio di cooperativa per non reintegrare tutti i lavoratori, e per far fuori gli iscritti al Si Cobas, per non reintegrare i lavoratori più combattivi.

 

È oramai più di un mese che proseguono i picchetti, con numerose giornate di forte tensione causate dall’intervento delle forze dell’ordine. Più volte il picchetto è stato caricato, con successivi fermi ed identificazioni per i lavoratori e i solidali presenti, ma ad oggi la lotta continua, grazie alla determinazione di chi non vuole accettare questo ennesimo ricatto.

Alla repressione aziendale e poliziesca, sono seguiti gli attacchi politici del sindacalismo concertativo e del partito di governo, quel PD che blatera di sostegno al lavoro nei suoi slogan ma che difatti ne distrugge tutti i diritti dando il fianco esclusivamente alle imprese e ai padroni. Un fronte che ha compattato Cgil, Pd, Lega, Fratelli d’Italia. Di fronte alla difesa degli interessa padronali, e per contrastare l’avanzata di gruppi compatti e coscienti di lavoratori, tutto il fronte istituzionale è pronto a riunirsi sotto l’unica bandiera del profitto.

Non è un caso che il Si Cobas e il fronte dei facchini della logistica siano così colpiti e contro di loro si crei questa forte solidarietà borghese. D’altro canto, è incredibile quanto intorno alla lotta dei facchini si sia avuta la capacità di costruire iniziative e mobilitazioni. Proprio partendo da quei picchetti e da quella modalità di sciopero che ormai i sindacati (confederali e molti di base) hanno dimenticato da anni.

Mentre qualcuno è alla ricerca del nuovo soggetto rivoluzionario o parla di società senza classi, la classe torna ai vecchi metodi e strappa vittorie e la controparte usa la stessa strategia di sempre: schierare tutte le forze in campo per spegnere ogni focolaio di lotta. Dalle cariche, alle denunce, passando per gli sgomberi, finendo per scagliare lavoratori iscritti a sindacati confederali contro i lavoratori del Si Cobas.

Mentre c’è chi pensa a rubare qualche tessera tesserando proprio alcuni di questi lavoratori, noi siamo dalla parte dei facchini e di tutti coloro che sostengono la loro lotta.

La solidarietà attiva che scegliamo è quella del sostegno concreto alle mobilitazioni in atto ed il tentativo di riprodurne altre nei luoghi su cui insiste il nostro lavoro politico.

Abbiamo partecipato alla manifestazione di Parma, che si è dimostrata essere una grande dimostrazione di forza. Accanto a questa, crediamo, manchi ancora l’attenzione necessaria delle realtà della sinistra antagonista e di classe: forse meno appariscente e meno mediatica, la manifestazione della scorsa settimana è stata la conferma della compattezza del fronte dei facchini e della determinazione delle parole d’ordine messe in campo. Contro il ricatto dei licenziamenti, ma contro il jobs act e le politiche di macelleria sociale del governo Renzi, per compattare intorno a questo fronte tutti i soggetti più combattivi sparsi per il territorio.

Allo stesso modo, giovedì di questa settimana alla TNT di Teverola (CS) e Casoria (NA), nuovi picchetti contro il medesimo ricatto, che sfrutta il cambio di appalto per far perdere le rivendicazioni ottenute nei mesi precedenti. Il picchetto di stamattina ha avuto successo, dimostrando ulteriormente che solo la lotta paga e lo strumento dello sciopero è l’unico che fa scendere a patti i padroni per garantire migliori condizioni di lavoro.

Da Fidenza a Teverola, da Bologna a Napoli.

Solo la lotta paga. Solidarietà ai facchini della Bormioli! Uniti si vince!