Pubblichiamo di seguito contributo e presa di posizione dei compagni della Redazione de Il Cuneo Rosso sui fatti di Rignano ed Empoli. Qui invece comunicati dei compagni della rete Campagne in lotta sull’incendio di Rignano e sul successivo sgombero del Ghetto. Buona lettura.
Rignano, Empoli: sono delitti di Stato e di mercato! Altro che caporali, si tratta dei generali!
Nel giro di poche ore, due braccianti del Mali morti nel Ghetto di Rignano (Foggia), andato a fuoco o, più probabilmente, mandato a fuoco dalla polizia (vedi il primo comunicato di “Campagne in lotta”), e due senza fissa dimora, quasi certamente immigrati, morti carbonizzati in un casolare abbandonato vicino Empoli.
La guerra di stato contro i lavoratori immigrati, condotta con ogni mezzo (la repressione anzitutto, ma anche l’emarginazione sociale), continua a mietere vittime anche sulla terraferma, mentre non si riesce a tenere il conto degli emigranti dall’Africa e dal Medio Oriente che perdono la vita nel Mediterraneo (almeno 326 nei primi 50 giorni dell’anno, il 300% in più del 2016).
Intorno alla tragedia di Rignano anche stavolta, puntuale, è scattata la manfrina massmediatica sui caporali – come ogni volta che un barcone carico di emigranti affonda, parte in automatico il nastro pre-registrato sui (piccoli) trafficanti di uomini. Sarebbe tutta colpa dei caporali e degli scafisti! Ma in nessun esercito si è mai visto i caporali dettare le leggi, né in nessun mare di questo mondo le barchette civili comandare sulle marine militari (tanto più se targate NATO).
Ciò che queste nauseanti manfrine cercano di coprire sono le responsabilità, i delitti dei generali e degli ammiragli, dei grandi poteri che presiedono all’export-import di manodopera immigrata da super-sfruttare: le grandi imprese dell’agribusiness e di tutti gli altri settori (nomi come Coca Cola, Lega Coop, Fincantieri vi dicono niente?), i grandi proprietari terrieri, i governi, gli stati, le polizie e le cosche della criminalità organizzata transnazionale al servizio degli interessi capitalistici. Al servizio del mercato globale, che è il grandissimo trafficante di uomini e donne dei paesi dominati trasformati in merce a basso costo.
E’ a difesa di questi interessi che il governo Gentiloni ha varato proprio nei giorni scorsi un decreto d’urgenza che, sotto il nome sommamente ipocrita di “nuovo modello d’accoglienza”, ha istituito dei tribunali speciali in materia di immigrazione funzionanti con regole speciali che riducono drasticamente i diritti degli immigrati (ciò che la Lega e, nella sostanza, anche la banda di Grillo propugnavano da tempo), ha trasformato il diritto di asilo in uno status da comprare con il lavoro gratuito e altre forme di umiliazione, ha normalizzato e istituzionalizzato il lavoro gratuito degli immigrati – introducendo nel mercato del lavoro un contingente di manodopera totalmente (e forzatamente) gratuita, che servirà a svalorizzare ulteriormente il lavoro degli immigrati regolari e dei lavoratori autoctoni. La sorte dei lavoratori immigrati e dei lavoratori autoctoni è, infatti, indivisibile perché la schiavizzazione degli uni prepara, in tempi successivi e forme più o meno analoghe, la schiavizzazione degli altri.
Ecco perché quanti sono solidali con le popolazioni immigrate, e in particolare con i lavoratori e le lavoratrici immigrate, debbono fare ogni sforzo per rivolgersi ai lavoratori autoctoni e invitarli a scuotersi dalla loro passività o, peggio, dalla loro aperta connivenza con gli schiavisti. Senza nessuna illusione nelle istituzione democratiche, centrali o locali, che ci sono state, ci sono e ci saranno nemiche, tanto nella repressione diretta quanto nella disinformazione e nella diffusione di menzogne. Solo la lotta unitaria e organizzata contro lo sfruttamento e il super-sfruttamento del lavoro e contro il razzismo di stato, al di là dei settori e delle nazionalità, ci restituirà la nostra forza e la nostra dignità.
La Redazione de Il Cuneo Rosso