Cobas

[POSTE] Con i lavoratori, contro il piano “Deliver 2022”

Poste Italiane lancia “Deliver 2022” il piano strategico a cinque anni che ha l’obiettivo di massimizzare il valore della più grande rete distributiva d’Italia. 

Il riassetto della divisione corrispondenza e pacchi, unito all’evoluzione dei servizi finanziari e assicurativi e, alla convergenza dei servizi di pagamento mobili e digitali, è alla base di una crescita sostenibile del dividendo.”  

Citiamo l’incipit del documento presentato da Poste in occasione del lancio del nuovo piano quinquennale di impresa.

E’ evidente sin dal titolo scelto che siamo in presenza di una novità, almeno all’apparenza, perché per la sostanza, cioè per il dato fondamentale che ci interessa: la condizione dei lavoratori nel suo complesso, come vedremo, si tratta “solo” di un’accelerazione verso un aumento della redditività estratta dalle forze lavoro in gioco, in tutti i settori, ma soprattutto nel recapito.

Una novità è appunto questa centralità assegnata all’attività di recapito (ben riassunta nel titolo stesso del piano), verso la quale sembra si stia invertendo la tendenza che ha caratterizzato gli ultimi decenni, che hanno visto il settore finanziario, per ovvie ragioni di bilancio e potenzialità di sviluppo, assolutamente in primo piano.

Ora è evidente come che questa centralità non sia venuta meno, anzi, i numeri dichiarati sono espliciti in tal senso, ma l’obbiettivo primario sembra ora quello di far crescere il settore recapito in termini finanziari: “Posizione finanziaria netta del settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione in aumento a 1,7 miliardi di euro nel 2022 da 0,8 miliardi di euro nel 2017” (cit. da Deliver 2022). 

Già Caio ci aveva provato solo tre anni fa col suo “Piano strategico Poste 2020” ma le mutate condizioni politiche lo hanno tolto di mezzo e il progetto ha perso vigore.

Vi è dunque una continuità col piano precedente anzi, pensiamo si possa con tranquillità dire che il Deliver 2022 ne sia la necessaria evoluzione, l’applicazione in termini concreti, redditizi, della “visione” di Caio che attribuiva alle poste un compito di rilievo “porsi al servizio della crescita e della competitività del paese, nell’ambito della sfida della trasformazione digitale, e la conseguente crescita in nuovi settori a danno dei tradizionali; un risultato negativo di questa sfida vedrebbe il paese arretrare mancando possibilità di sviluppo” anche attraverso compiti apparentemente anomali rispetto alla diretta attività economica “Poste come vettore e agente della digitalizzazione, a sua volta mezzo di inclusione sociale”. 

Ora di quella visione non c’è più traccia, ora si bada al concreto, c’è da fare cassa e, ora come sempre, al di là delle fantasie, più o meno affascinanti, il padrone, pubblico o privato che sia, ha uno strumento ben preciso a disposizione: spremere i lavoratori per trarne maggior profitto.

Questo è il punto cardine della questione e su questo chiamiamo i lavoratori alla lotta (se vorranno).

Vediamo gli aspetti fondamentali della nuova organizzazione del recapito, lo facciamo usando parte delle slide rese pubbliche; i postali dovrebbero già conoscerle, se fossimo su un altro pianeta, su un pianeta in cui almeno la logica in funzione della tutela dei propri interessi avesse un significato, ma nel pianeta poste non è così, come tutti sanno. 

Ciò fatto aggiungiamo le parti salienti tratte dall’accordo a dimostrazione che quello che andremo a dire dopo (già detto più volte in realtà) non è frutto di fantasia.  

In poste ci sono un sacco di personaggi che, al contrario di Tommaso, non credono a ciò che vedono ma sono pronti a farlo nei confronti di qualsiasi sciocchezza venga loro propinata dai loro sindacalisti (?) di riferimento; come i carabinieri “semper fidelis”! 

Modello Joint Delivery

Il recapito sarà assicurato da due reti di consegna differenziate prevalentemente per prodotto/clientela di riferimento: Articolazione di Base e Articolazione Linea Business.

Articolazione di Base opererà a giorni alterni per la consegna dei prodotti in cassetta” e per le consegne “al destinatario” in misura coerente con il target previsto dal “modello 44R” per la sub-zona di recapito di riferimento. 

Con riferimento al punteggio medio di saturazione individuato nel seguito dalla presente intesa nonché al numero di zone definito, l’Articolazione di Base sarà composta da zone progettate in relazione ai volumi attuali, fermo restando che volumi di posta descritta che non potranno essere ricompresi nella zona sopra descritta andranno ad alimentare l’Articolazione Linea Business di cui al punto successivo. 

Articolazione Linea Business dedicata alla consegna quotidiana di prodotti “al destinatario” della sub-zona servita nel medesimo giorno dal PTL dell’Articolazione di Base nonché di prodotti “in cassetta” con SLA pari a 3+1 e degli oggetti “al destinatario” della sub-zona non servita nel medesimo giorno dall’Articolazione di Base. 

Con specifico riferimento ai comuni di Milano, Roma e Napoli, in ragione dell’elevata densità postale l’Articolazione di Base opererà quotidianamente su zone di recapito, per tutte le consegne “in cassetta” e per le consegne “al destinatario”. 

Per i medesimi comuni, “Articolazione Linea Business sarà dedicata alla consegna quotidiana dei prodotti “al destinatario” che saranno, prioritariamente, oggetti con SLA pari a J+1. 

In tutti i modelli di recapito sopra descritti, opereranno, laddove presenti, le Linee Mercato.

Esse si rendono necessarie per le attività di supporto logistico e per le consegne dirette a civici in zone caratterizzate da un’elevata presenza commerciale, industriale e artigianale.

Articolazione di Base 

Il portalettere opera all’interno di un’Area Territoriale, che costituisce l’elemento organizzativo in grado di garantire gli standard di prestazione e la fidelizzazione della clientela di riferimento e che rappresenta una porzione di territorio del Centro di Recapito. 

L’Area Territoriale è composta da 4, 5 0 6 zone/ƒ di recapito.

Nell’ambito di ciascuna Area Territoriale viene individuata una zona/macro-zona cd “Frazionabile”. 

Al portalettere è attribuita la titolarità di una zona/macro-zona, ivi inclusa la cd Frazionabile.

Al portalettere titolare della cd zona Frazionabile saranno inoltre comunicate, prima dell’assegnazione della zona/macro-zona di recapito, 2 Aree Territoriali ulteriori rispetto a quella di appartenenza e facenti capo al medesimo CD/sito nelle quali sarà tenuto ad effettuare la prestazione in abbinamento, secondo quanto illustrato nel successivo paragrafo “Modalità di sostituzione degli addetti al Recapito”. 

Nell’ambito della prestazione di lavoro del portalettere dell’articolazione di base, lo stesso dovrà assicurare il completo espletamento della sua attività ordinaria nel rispetto degli SLA relativi a ciascuna tipologia di prodotto.

Articolazione Linea Business 

L’attività del portalettere è resa all’interno di un’unità organizzativa, denominata Gruppo composta da tutte o alcune Linee Business del CD, il cui numero- potrà essere temporaneamente incrementato in funzione dei volumi e delle commesse. 

Ogni gruppo sarà, di norma, costituito da almeno 6 Linee Business ed opererà su una porzione di territorio prevalente, ferma restando la possibilità di impiego delle singole articolazioni Linea Business sull’intero territorio di riferimento del centro. 

La saturazione della prestazione dell’articolazione linea business sarà basata sui tempi standard di lavoro preparatorio e di consegna previsti (algoritmo prestazione Portalettere) nonché sulle percorrenze e sulle relative tempistiche, in funzione delle caratteristiche del territorio.

In caso di carichi di lavoro eccedenti la saturazione, la gestione degli stessi sarà garantita attraverso il ricorso al, lavoro straordinario di cui all’art. 31 del vigente CCNL. 

In coerenza con quanto previsto nel successivo paragrafo “Orario di Lavoro”, il portalettere assegnato all’Articolazione Linea Business con articolazione dell’attività lavorativa su 5 giorni settimanali può essere chiamato a svolgere, nell’ambito della propria prestazione lavorativa ordinaria, attività di Lavorazioni Interne.

Modalità di sostituzione degli addetti al recapito

Al fine di garantire la regolarità del servizio di Recapito, in caso di indisponibilità del portalettere […] Le esigenze connesse alla copertura delle due settimane di ferie continuative da prevedersi nel periodo 15 giugno -15 settembre e di una eventuale settimana continuativa nel periodo 15 gennaio – 15 aprile, di cui all’art. 36 del CCNL e delle lunghe assenze del personale addetto al Recapito, ivi compresa la scorta, (intendendosi per tali quelle di durata almeno pari a 15 giorni, certificati come tali fin dall’inizio nonché quelle di durata iniziale inferiore che, per effetto di ulteriore certificazione prodotta nel corso della prima settimana, comportino un’assenza complessiva di durata almeno pari a 15 giorni) qualora non possano essere soddisfatte attraverso il ricorso al personale di scorta disponibile, saranno coperte con l’utilizzo delle diverse fattispecie del rapporto di lavoro flessibile previste dalla contrattazione collettiva in essere. 

Fermo restando quanto sopra previsto, per tutte le tipologie di indisponibilità la prestazione potrà essere garantita, in caso di indisponibilità della scorta, anche attraverso la ripartizione dell’attività del’ lavoratore indisponibile tra i Portalettere dell’Articolazione di Base presenti nell’ambito della medesima Area Territoriale. 

In particolare, in caso di N-1 (dove N indica il numero delle zone/macro-zone che compongono l’Area Territoriale), la prestazione lavorativa della zona/macro-zona assegnata al portalettere indisponibile viene garantita attraverso il ricorso al titolare della zona/macro-zona cd Frazionabile. 

Contestualmente i portalettere dell’Articolazione di Base presenti nell’ambito della medesima Area Territoriale provvederanno alla copertura pro quota della zona/macro-zona Frazionabile (cd Abbinamento) attraverso gli istituti della cd prestazione ripartita e/o del lavoro straordinario, come più avanti illustrati; in caso di indisponibilità del portalettere titolare della zona/macro-zona Frazionabile si procederà in maniera analoga a quanto sopra indicato.

Qualora risultino indisponibili titolari di due zone/macro-zone della medesima Area Territoriale (ipotesi N- 2), la prestazione potrà essere garantita anche ricorrendo al titolare della zona/macro-zona Frazionabile appartenente ad una delle 2 Aree Territoriali (appartenenti al medesimo CD) associate a quella in N-2, al fine di riportare quest’ultima in situazione di N-1, da gestire secondo le regole sopra indicate. 

Lo spostamento del portalettere titolare della zona/macro-zona Frazionabile verso un’altra Area Territoriale, nei limiti orari mensili ed annuali di seguito previsti, non potrà comunque superare il numero di 5 giorni al mese, se non con il consenso del lavoratore interessato. 

Le Parti convengono che, in caso di indisponibilità del portalettere titolare del servizio, la scorta verrà utilizzata prioritariamente per la copertura dell’Articolazione Linea Business. 

Il cd abbinamento, la cui esecuzione all’interno dell’orario di lavoro darà luogo alla prestazione ripartita nei limiti individuali di 6 ore ovvero 7 ore e 12 minuti mensili e di 60 ore ovvero 72 ore annuali, rispettivamente per il personale con orario di lavoro articolato su 6 o su 5 giorni lavorativi. 

Qualora l’attività di abbinamento si svolga oltre il normale orario di lavoro e, quindi, dia luogo alla retribuzione in straordinario, i limiti previsti sono di ulteriori 6 ore ovvero 7 ore e 12 minuti mensili e di 60 ore ovvero 72 ore annuali, rispettivamente per il personale con orario di lavoro articolato su 6 o su 5 giorni lavorativi. 

Ai fini dell’effettuazione dell’abbinamento, il superamento di tali limiti potrà avvenire solo con il consenso del lavoratore interessato. Resta fermo il limite annuale del lavoro straordinario di 250 ore pro-capite previste dal CCNL vigente al quale concorre anche il numero di ore prestate in straordinario per l’attività di abbinamento.

Per le restanti ore di straordinario, in assenza di disponibilità da parte del lavoratore all’effettuazione dell’abbinamento fuori dall’orario di lavoro, il portalettere non potrà essere impiegato per la sostituzione di personale assente. 

In ogni caso, il prolungamento dell’orario di lavoro giornaliero in regime di straordinario non potrà superare il limite di 2 ore. 

Al fine del riconoscimento del compenso previsto per la prestazione ripartita e/o per lo straordinario, relativi all’attività di abbinamento, il portalettere dovrà assicurare il completo espletamento della sua attività ordinaria nel rispetto degli SLA relativi a ciascuna tipologia di prodotto e l’azzeramento delle quote di ulteriore attività derivanti dall’abbinamento.

L’abbinamento effettuato oltre il normale orario di lavoro sarà qualificato come lavoro straordinario e sarà retribuito secondo le previsioni contrattuali vigenti in materia. 

 Orario di lavoro

Fermo restando l’orario contrattuale di lavoro 36 ore settimanali, la collocazione della prestazione giornaliera dei portalettere dell’Articolazione di Base e della Linea Mercato, distribuita su 5 giorni alla settimana dal lunedì al venerdì, sarà differenziata in funzione delle sedi di assegnazione.

In via ordinaria inizierà e terminerà ai seguenti orari: 

  • • 07.30 — 15.12 per i CD la cui distanza dal Nodo Logistico di riferimento è minore o uguale a 45 minuti; 
  • • 08.30 — 16.12 per i CD la cui distanza dal Nodo Logistico di riferimento è maggiore a 45 minuti. 

Per i portalettere dell’Articolazione di Base e delle Linee Mercato dei PDD l’orario di entrata in servizio è posticipato di 30 minuti rispetto a quello previsto peri portalettere del CD di appartenenza, con conseguente posticipo dell’orario di uscita.

Gli orari di cui sopra sono comprensivi dell’intervallo non retribuito per la consumazione del pasto, di durata pari a 30 minuti, che dovrà essere collocato nel periodo centrale dell’orario giornaliero nella fascia compresa tra le 12.00 e le 15.00 e comunque non durante l’ultima ora di prestazione.

Nell’ambito dell’esame congiunto a livello regionale di cui al paragrafo “Sistema di Relazioni Industriali” le Parti potranno concordare: la riduzione della durata dell’intervallo, che non potrà comunque essere inferiore a 15 minuti; in coerenza con le disposizioni contrattuali vigenti; posticipo di 30 minuti dell’orario di inizio della prestazione lavorativa dei portalettere dell’Articolazione di Base e/o delle Linee Mercato dei CD, con conseguente rideterminazione del termine della prestazione; la distribuzione della prestazione lavorativa su 6 giorni alla settimana, con conseguente orario di lavoro giornaliero pari a 6h ovvero l’adozione di diversa articolazione dell’orario di lavoro, in coerenza con le disposizioni di cui al vigente CCNL.

La prestazione lavorativa dei portalettere dell’Articolazione Linea Business, distribuita su 5 0 6 giorni alla settimana (compresi tra il lunedì e il sabato) è articolata su turni differiti. 

Nel caso di particolari commesse, le Parti, potranno concordare l’introduzione di nuovi turni di lavoro coerenti con coerenti con le esigenze della distribuzione settimanale della prestazione lavorativa derivanti dalle commesse medesime, nel rispetto di quanto previsto dalle procedure di contrattazione definite dal vigente CCNL.

Con riferimento ai portalettere dell’Articolazione Linea Business dei turni pomeridiani adibiti esclusivamente ad attività di recapito, la prestazione lavorativa – articolata su 6 giorni settimanali, con conseguente orario di lavoro pari a 6h giornaliere avrà inizio alle ore 13.30. 

Diversamente, in relazione ai portalettere dell’Articolazione Linea Business dei turni pomeridiani adibiti anche ad attività di Lavorazioni Interne, la collocazione della prestazione lavorativa, distribuita su 5 giorni lavorativi alla settimana, con conseguente orario di lavoro pari a 7h 12’ giornalieri, è definita come di seguito indicato: 

12.30 – 20.12; 13.30 – 21.12. In questo caso, l’ultimo orario di consegna al cliente on potrà superare le ore 19.45. 

Tali orari sono comprensivi dell’intervallo per la consumazione del pasto pari a 30’, che dovrà essere collocato nella fascia compresa tra le 18.00 e le 20.00 e comunque non durante l’ultima ora di prestazione.

Le Parti convengono che l’orario massimo di uscita dei Portalettere per l’attività di Recapito è di norma individuato in 2 ore dall’inizio del relativo turno di lavoro.

Resta inteso che l’effettivo orario massimo di uscita individuale, correlato al tempo di preparazione che sarà esposto in fase di assegnazione dei servizi, sarà anch’esso indicato nel modello 44R riferito alla singola zona/macro-zona dell’Articolazione di Base. 

Nell’ambito del processo di evoluzione della rete logistica e in coerenza con i nuovi modelli di recapito che dovranno essere implementati, l’Azienda intende porre particolare attenzione alla riorganizzazione dei processi operativi di smistamento nonché alla logistica di collegamento con i centri di distribuzione. 

Con l’obiettivo di assicurare l’impiego del portalettere alle attività a valore aggiunto di recapito ed a semplificare/ridurre le attività di smistamento del corriere ad oggi in carico ai Centri di Distribuzione, particolare attenzione sarà dedicata alla ripartizione automatizzata del corriere postale..

L‘Azienda conferma, altresì, che la quota di prestazione relativa all’attività preparatoria sarà esplicitata, al singolo portalettere dedicato all’Articolazione di Base, in fase di assegnazione delia propria zona/macro-zona.

Si conferma che l’accesso ai locali aziendali è consentito esclusivamente durante il previsto orario di lavoro. 

Azioni per il corretto dimensionamento delle risorse.

Gestione occupazione e politiche attive del lavoro 

Le Parti si danno atto della necessità di favorire il buon esito di tutte le azioni concordate per la gestione delle eccedenze […] conseguentemente l’Azienda si impegna a non ricorrere, per le stesse, alle procedure ex art. 4 e 24 della legge n. 223/91.

Con riferimento al dimensionamento occupazionale per singoli ambienti organizzativi e province, ferme restando le eccedenze tempo per tempo definite ed individuate nell’Allegato E, le Parti concordano le seguenti modalità per la gestione delie stesse, ripartite per regione, provincia ed ambito organizzativo. 

  1. Esodi volontari incentivati: L’Azienda riconoscerà un trattamento di incentivo economico ai lavoratori che si avvalgono della facoltà di risolvere consensualmente il proprio rapporto di lavoro. Tale misura potrà interessare personale appartenente a tutti gli ambiti organizzativi dell’Azienda.
  2. Trasformazione da Full time a part time: L’Azienda, tenendo conto delle specifiche esigenze organizzative, favorirà un processo di riqualificazione attraverso la mobilità professionale di risorse di livello E, D e C di PCL prevalentemente verso strutture di Front-End in ambito MP e Servizi al Cliente e di Back Office in ambito COO, nonché verso altre strutture aziendali caratterizzate da fabbisogni di personale. 

In tal senso le Parti procederanno, per quanto di loro competenza, ad individuare specifici processi di valorizzazione e/o inserimento delle eccedenze. 

A seguito di quanto sopra descritto permanessero eccedenze residue, si favorirà la mobilità volontaria (provinciale o regionale) in ambito PCL, previa verifica delie condizioni di piena idoneità alla nuova attività e della sussistenza dei necessari requisiti professionali. 

A completamento del processo sopra descritto, le Parti concordano, qualora persistessero eccedenze residuali, di attivare, con l’esclusione di tutti i dipendenti Part- Time, la mobilità collettiva in ambito provinciale.

In data 30 novembre 2017 l’Azienda e le OO.SS. nazionali hanno sottoscritto un verbale di riunione con il quale hanno previsto, per il triennio 2018-2020, azioni occupazionali per non meno di 6000 FTE a fronte della realizzazione, nello stesso arco di piano, di processi di riorganizzazione aziendale nonché di esodi incentivati per un numero pari a 15.000 FTE (circa 5000 per ciascun anno). 

Con riferimento al sopracitato verbale, le Parti hanno individuato, quali leve più idonee al raggiungimento dei sopraindicati obiettivi, il ricorso alla conversione da part-time in full time, le assunzioni di lavoratori che abbiano operato con contratto a tempo determinato, le assunzioni dal mercato esterno, nonché i percorsi di mobilità volontaria nazionale del personale già inserito nelle graduatorie.  

Questo è quanto, altri dettagli nel testo completo disponibile in rete per chiunque lo voglia cercare.

A questo punto chiunque può comprendere le ragioni di ciò che abbiamo scritto nei volantini diffusi in queste settimane sulla riorganizzazione e sui suoi effetti.

Rivediamo quegli argomenti in relazione al testo dell’accordo.

La gestione degli esuberi

Grazie alla totale disponibilità dei sindacati nei confronti di ogni intervento deciso da Poste, questa non farà ricorso alla mobilità collettiva prevista dalla legge.

Ancora una volta, grazie alla magnanimità di questa azienda, nessuno sarà espulso.

Ottimo.

C’è solo di capire le ragioni di questa scelta, scelta che, sappiamo, si è sempre ripetuta nel corso degli anni in occasione dei continui interventi di decimazione di lavoratori.

L’azienda Poste spa ha dunque al centro della sua policy aziendale la tutela dei lavoratori di questo paese?

La cd responsabilità sociale di impresa è forse il cardine della gestione manageriale con priorità rispetto ad ogni altra valutazione o parametro?

No, naturalmente, e sarebbe paradossale se così fosse. Poste come ogni azienda con capitale privato in corpo (con quote di minoranza, per ora) punta alla redditività ed agisce sulla base di una razionalità economica come tutte le altre aziende.

Se il management ha deciso la strada soft della non dichiarazione formale, a termine di legge, degli esuberi, è perchè grazie ad una serie di condizioni specifiche di contesto (quadro politico), di relazioni industriali, ma anche, ed in primo luogo, di carattere economico ritiene più conveniente evitare gli esuberi effettivi, dichiarando uno stato di crisi.

Come negare infatti che tutte le ipotesi di gestione degli esuberi, le previsioni di intervento, la casistica molteplice (trattamento ctd, trattamento part-time, mobilità interna, utilizzo di precari di ogni tipo, ecc) possibile grazie all’acquiescenza delle parti sindacali, costituiscano un atout nelle mani del management?

In questo modo ottengono il mantenimento dell’organico funzionale alla gestione aziendale ma, in primo luogo, una schiera smisurata di lavoratori dipendenti, assoggettati in modo totale alle decisioni aziendali, un vero “esercito di riserva precario permanente”, come si diceva in un altro volantino. 

Perchè rischiare un conflitto sociale (assai improbabile a dire il vero) licenziando decine di migliaia di dipendenti quando possono trarre maggiore vantaggio da questo tipo gestione, apparentemente magnanima ma ispirata totalmente a ragioni di razionalità economica? 

Sul tema è anche interessante sottolineare che tra le righe dell’accordo spunta un dato che non compare negli annunci del piano.

Si tratta del riferimento ad una accordo del 2017 nel quale si prevedono“per il triennio 2018-2020 […] processi di riorganizzazione aziendale nonché di esodi incentivati per un numero pari a 15.000 FTE (circa 5000 per ciascun anno)”. Quindi in totale, come giustamente riportava un grafico del Corriere delle Sera, entro il 2022 saranno non 15.000, come dichiarato, ma ben 25.000, i posti di lavoro bruciati in Poste. 

Prestazione lavorativa

Gli interventi previsti dall’accordodetermineranno, secondo i dati di Poste, una riduzione di 1417 unità dall’organico dei portalettere.

L’intervento sui CMP e la modifica del processo di ripartizione del prodotto determinerà un calo di 270 applicati nei CMP e 227 nelle lavorazioni interne dei centri di recapito, si aggiunga il dato sui centri servizi (-41) e si ottiene un totale di 1955 lavoratori in produzione. 

Ora, il miglioramento dei processi, l’automazione (là dove fosse veramente efficace, e questo sarà un dato da verificare attentamente) può supplire in piccola parte al lavoro vivo ma, considerando la tipologia di lavoro del recapito, viene da chiedersi chi si farà carico del lavoro restante.

Poste e sindacati continuano a sostenere che il prodotto è in calo, che gli italiani non usano più le lettere di carta ecc, sembra che l’importante sia credere a queste affermazioni per farle diventare vere, perchè la realtà lavorativa quotidiana mostra come a fronte di un calo relativo (oramai stabilizzato da anni) di prodotto di vecchio tipo, siano stati introdotti prodotti come la corrispondenza tracciata, o gli oggetti legati in genere all’e-commerce, che suppliscono ampiamente a quanto non è più in circolazione, nella quantificazione della prestazione lavorativa, a causa delle modalità che richiedono nella fase di recapito.

Molto più semplice è distribuire 20 kg di stampa vecchio stile che 5 di tracciata o di pacchetti cinesi! Lo schema indicato dal piano è esplicito in tal senso: sui portalettere caleranno attività che prima erano proprie di altre figure, come i corrieri di SDA.

Quindi si sommino la riduzione di applicati, l’aumento quantitativo e qualitativo oggettivo della prestazione e il gioco è fatto: per chi resterà al recapito nei prossimi anni si prefigura un futuro disastroso. Per i centri in cui sarà applicata il recapito a giorni alterni la situazione arriverà al collasso in breve tempo; i primi a collassare saranno i postini stessi, quindi il servizio di recapito tutto. 

Non bisogna dimenticare in questo bel quadretto il preteso obbligo di sostituzione del personale a vario titolo assente, dentro l’areola ma anche fuori; vero che hanno ridotto il numero delle prestazioni obbligatorie, ma solo perchè oltre il punto di saturazione non si può andare, nè in chimica, nè al recapito di Poste. 

Analogamente per la linea business, dove con la rimodulazione degli orari e l’introduzione del concetto di saturazione, i lavoratori non sapranno mai l’entità della loro prestazione, verrà determinata di volta in volta dai capi, su un territorio variabile a seconda delle necessità.

Per gli orari è presto detto: verrà coperto l’arco della giornata (forse d’estate perchè in inverno alle 20 è notte profonda) compreso tra le 7 e le 2, per 5 o 6 giorni la settimana, più la domenica nel caso servisse. 

Un esercito di lavoratori precari

Torniamo al tema della gestione del personale di cui parlavamo sopra per ribadirne e confermarne l’importanza. L’aver creato ad hoc un esercito di dipendenti a vario titolo precario, flessibile per contratto, sotto ricatto per varie ragioni, era ed è l’obiettivo principale del management che ha messo in secondo piano (come abbiamo visto) l’ipotesi di dichiarazione di esuberi di cui liberarsi. 

“Sintetizzando, questa riorganizzazione si regge su un elemento essenziale: la flessibilità totale del lavoratore, dal punto di vista contrattuale (precario), per l’orario (turni, festivi), per la produttività (carichi indefiniti), per la prestazione (zone); lavoratore che, è bene ricordarlo, è già tracciato, sorvegliato, valutato in ogni singolo atto tramite il palmare in dotazione” ci auto-citiamo ma il concetto ci sembra chiaro. 

Analizzato il piano e il progetto di riorganizzazione non ci resta che trarne delle conclusioni.

Siamo un sindacato di base, fatto da lavoratori, che hanno in mente un modello sociale e politico ben diverso da quello imperante; sentiamo di non poter accettare in modo indifferente quanto sta accadendo, primo perchè ci tocca direttamente, attaccando le nostre condizioni di lavoro e di vita, secondo perchè ciò che sta per essere imposto è l’espressione di un modello economico che mira esclusivamente a trarre profitto, reddito, valore (plus) da milioni di lavoratori in tutto il mondo.

Stiamo ragionando da qualche tempo con lavoratori sparsi in tutto il Paese e con alcuni sindacati di base (come COBAS POSTE e CUB POSTE), per definire una serie di interventi che possano mettere effettivamente in discussione il piano di Poste e sindacati. 

L’ipotesi all’ordine del giorno è una dichiarazione di sciopero per fine maggio, uno sciopero che tenti di smuovere la totale inerzia sin qui mostrata dalla categoria nei confronti della ristrutturazione. 

E’ assai probabile che fino a che non si subiranno gli effetti concreti di interventi di questa portata, con quantitativi spaventosi di esuberi camuffati, ben difficilmente ci potrà essere una pur minima reazione di contrasto, tanto meno se i sindacati maggiormente rappresentativi sono schierati attivamente con l’azienda con ruolo determinante per l’elaborazione, ma ancor più, per l’applicazione reale del progetto nel corso dei mesi a venire. 

Sta quindi ai lavoratori minimamente consapevoli attivarsi ragionando sul come contrastare, se non il piano nel suo complesso, almeno alcuni effetti pur fondamentali per la condizione lavorativa. Come sindacati di base saremo promotori, partecipi di ogni iniziativa che vada in questa direzione, mettendo a disposizione dei lavoratori le nostre (poche) forze. 

Una giornata di sciopero quindi che sia un primo segnale di una resistenza di lunga durata che agisca su vari aspetti dell’organizzazione del lavoro che si prestano per interventi di contrasto.

Pensiamo ad esempio ad una lotta conseguente contro ogni prestazione straordinaria che, abbiamo visto, costituisce elemento essenziale del progetto di recapito, riprendendo e continuando in modo deciso lo sciopero mensile ripetuto e continuo. 

Altro elemento importante sarà quello della sicurezza,sia dei mezzi che delle modalità di utilizzo, anello debole come sappiamo di qualsiasi attività che punti ad un aumento a dismisura della produttività dei lavoratori, con lo specifico determinante della tipologia di lavoro sui cui va ad innestarsi. 

Prima che riprendano a fioccare infortuni/incidenti, prima che qualche altro sventurato ci lasci la vita, bisogna imporre il rispetto delle norme, anche a scapito della produttività! 

Terzo elemento, il rigido rispetto dell’orario contrattuale di lavoro, sia in uscita che in ingresso, che paradossalmente non viene rispettato da sempre da una gran parte dei postini contravvenendo alle stesse disposizioni contrattuali e aziendali (vedi accordo).  

Sappiamo che queste disposizioni e il richiamo nell’accordo stesso sono assolutamente ipocrite e strumentali, perchè Poste non ha mai prodotto alcun intervento di contestazione nei confronti di un superamento di orario, nè in ingresso nè tantomeno in uscita! 

Questa volta il settore recapito non è posto ai margini, parente povero da tollerare e compatire per la sua incapacità a produrre utili; ora per quel che valgono le pompose dichiarazioni, il piano è incentrato sul recapito, con la previsione che fornisca dei bei soldoni nei prossimi anni almeno stando alle aspettative di Poste: da “1,7 miliardi di euro nel 2022 da 0,8 miliardi di euro nel 2017”. 

Con tutte le cautele possibili nei confronti di queste dichiarazioni, certo è che col taglio drastico di applicati (-25.000, un esercito!), con l’aumento della produttività, anche grazie alle caratteristiche specifiche del settore in Poste (capillarità, prossimità), le modalità con cui si sta sviluppano l’e-commerce, l’intreccio e sostituzione di attività tra portalettere e corrieri SDA, il venir meno, in modo sempre più evidente, degli obblighi e dei relativi costi, del fu servizio pubblico universale, non è affatto improbabile che gli obiettivi di raddoppiamento dei risultati economici possano essere raggiunti. 

Queste considerazioni per sottolineare che da qui in poi ogni azione di contrasto di un certo peso non sarà insignificante sull’attività di recapito; per esemplificare: uno sciopero che limiti anche per una sola giornata la consegna di Amazon non sarà un’azione indifferente in ambito aziendale. 

Certo il rischio è (in questo momento storico, questa considerazione è valida per ogni settore produttivo in qualsiasi paese compreso il nostro), che i lavoratori guardino da un’altra parte rispetto a queste analisi, che subiscano ancora una volta ciò che viene loro imposto, senza vedere la possibilità di una qualsiasi azione di contrasto nel nome del classico “si salvi chi può” o “meglio a te che  a me”, e si adeguino al pensiero comune di inevitabilità di quanto accade e di inutilità di ogni azione di opposizione.

Questo può valere per i lavoratori stabili come per i precari, ognuno con le proprie motivazioni e ragioni.

Il compito nostro sarà quindi quello di seminare dubbi, ragionamenti, ipotesi di intervento e contrasto, coinvolgendo tutti i settori dell’azienda, compresa SDA, che sono strettamente vincolati nonostante le apparenze, in un percorso di lotte (parola grossa ma necessaria) contro la ristrutturazione di Poste e il piano Deliver 2022.

 
Letto 32 volte