Milano, 20 luglio 2018
SULLA SOTTOSCRIZIONE VERBALE DELL’ACCORDO CON FEDIT
Serve ricordare che il precedente accordo siglato nel mese di ottobre del 2016 aveva introdotto importantissimi aspetti migliorativi rispetto al CCNL firmato dai sindacati confederali.
Quell’accordo è stato il frutto di un formidabile ciclo di lotte che è andato ad incidere profondamente sulle condizioni materiali di lavoro nei magazzini dei suddetti corrieri, ma che ha poi aperto la strada ad innumerevoli altri accordi che hanno interessato sia altri corrieri, sia il mondo della logistica e non solo.
I punti toccati dal precedente accordo hanno riguardato non solo gli aspetti economici, ma anche le questioni relative alla condizioni di socio di cooperativa, quelle relative alla sicurezza e nuove forme assicurative collegate a invalidità per infortuni o malattie professionali.
Per quanto riguarda aspetti economici e politici del precedente accordo, basti ricordare l’introduzione per la prima volta in un accordo nazionale della “clausola sociale”, vale a dire l’obbligo per il committente di imporre al fornitore l’assunzione di tutti i lavoratori in caso di cambio di appalto, alle stesse condizioni contrattuali e retributive, con mantenimento dell’anzianità di magazzino, o l’aver legato il passaggio di livello alla anzianità di magazzino, togliendo in questo modo al padrone uno strumento fondamentale per dividere i lavoratori.
A fronte di un CCNL che prevedeva il passaggio dal 6° J al 6° S dopo 30 mesi e nessun altro automatismo nei successivi passaggi, abbiamo ottenuto che il passaggio dal 6° J al 6° S dopo 9 mesi, altri 9 mesi per passare dal 6° S al 5° e dopo 6 anni di anzianità di magazzino il passaggio al 4° J.
E poi il pagamento degli istituti contrattuali (13°, 14°, ferie, permessi, ex festività, Tfr) in forma fissa sulla base delle 168 ore contrattuali, la garanzia anche per i soci lavoratori di avere il rispetto dell’orario contrattuale, cosa che non esisteva in precedenza, quando il lavoratore, pur avendo un contratto a full time veniva retribuito solo in base alle ore che faceva nel mese; l’impossibilità per le cooperative di licenziare il socio lavoratore usando la fattispecie dell’esclusione da socio, l’introduzione ovunque del ticket restaurant di 5,29 €, l’aumento di 2 giorni all’anno di permessi retribuiti, il pagamento della integrazione al 100 % dell’infortunio e per un certo numero di eventi all’anno per la malattia (tenendo conto che in precedenza, per i soci lavoratori, nulla era dovuto dalla cooperativa al di là di quanto corrisposto dall’INPS – 50 % della retribuzione giornaliera, esclusa la carenza-); l’introduzione di una nuova forma assicurativa in aggiunta a quanto riconosciuto dall’Inail in caso di invalidità del 26 % a seguito di infortunio o malattia professionale.
Su tutti questi punti, l’accordo prevede: il passaggio al 4° livello entro il 31 dicembre di tutti quei lavoratori che hanno maturato una anzianità di magazzino di 12 anni, per chi ha 11 anni di anzianità, a partire dal 1° luglio 2019 e 3 anni di lavoro dal momento del riconoscimento del 4° J. Per la malattia ( questo punto riguarda in particolar modo BRT, in quanto in buona parte degli altri magazzini esiste già un riconoscimento superiore delle integrazioni) vengono riconosciuti 4 eventi al 100 % da gennaio a settembre ed un quinto evento nel trimestre conclusivo dell’anno sempre al 100 %. In sostanza vengono riconosciuti 5 eventi all’anno di integrazione della malattia al 100 %.
L’infortunio era già coperto al 100 %. Sul lavoro disagiato viene riconosciuta una indennità di 6 € per interruzioni superiori alle 2 ore e 11 € per le interruzioni superiori alle 4 ore, contro la miseria di 90 cent. per le ore di pausa eccedenti le 2 ore. Non è stato possibile inserire nell’accordo la parte relativa al personale viaggiante, rispetto al quale verrà istituito un tavolo ad hoc a partire dal mese di settembre.
Certo, diversamente da quanto sembrava e da quanto avevamo ipotizzato, anche a ragion veduta, da questa trattativa nazionale, dopo vari accenni di voler parteciparvi da parte di Assologistica e Confetra, abbiamo assistito allo sfilamento di queste importanti associazioni padronali.
Chiaro che la scelta di levarsi, dopo una iniziale manifesta disponibilità a partecipare alla trattativa, equivale ad una precisa scelta politica di voler contrastare in tutti i modi il nostro operato come si Cobas e Adl Cobas.
Consapevoli che ogni risultato positivo può sempre essere messo in discussione il giorno dopo dai padroni, vogliamo consegnare all’interezza del mondo del lavoro ciò che abbiamo conquistato perché possa essere ripreso e moltiplicato per migliaia di nuove conflittualità che sappiano ricostruire un senso di unità nella lotta di tutte/i le/i sfruttate/i.
La lotta paga!
S.I. COBAS
ADL COBAS