Non siamo lavoratori di seconda classe
Internazionale: Il facchino Karim e Aldo Milani del sindacato di base Si Cobas su antirazzismo e sindacato di classe in Italia
Organizza soprattutto lavoratori/trici immigrati dai paesi nordafricani.
Il Si Cobas è nato nel 2010 e complessivamente ha circa 25mila membri.
Il facchino Karim è un lavoratore immigrato ed è un attivista di Si Cobas, Aldo Milani è un portavoce del sindacato.
Karim, da quando sei in Italia?
Karim
Vengo dal Marocco e sono in Italia da sette anni.
Non mi sembrava una buona idea andare in Italia, perché avevo sentito che lì non c’era più lavoro.
Avrei preferito finire i miei studi.
Ma mio padre mi ha raccomandato di andare in Italia.
Lui e mio zio erano già là.
Senza conoscere una parola di italiano, ho cominciato a lavorare nella logistica.
Dovevo caricare e scaricare camion.
A volte mi hanno fatto lavorare 17-18 ore e il capo mi trattava male.
Allora ho chiesto ai miei compagni di lavoro cosa si potesse fare.
C’era un gruppo di marocchini e di pakistani, parlavamo la stessa lingua e ci siamo fidati l’uno dell’altro.
L’unico italiano era il capo.
Karim
Non poi tanto buona.
Un sabato me ne stavo seduto al bar con un amico, ma là c’erano solo italiani.
All’improvviso arriva la polizia e ci hanno fatto uscire.
Abbiamo dovuto mettere le mani sopra l’auto della polizia, mostrare i nostri permessi e ci hanno tolto le scarpe.
È stato molto umiliante.
Quando sei un marocchino ed entri in un supermercato spesso non ottieni quello che vuoi.
Quando due marocchini vanno da qualche parte, non ottengono di sicuro risposta alle loro domande.
Nel posto di lavoro, con la polizia, nel tempo libero, anche al bar, ovunque ci sono strutture razziste che fanno pressione su di noi.
Karim
Hai sempre paura di fare qualcosa di sbagliato.
Perché anche si ha sempre paura per il permesso di soggiorno.
Se sul posto di lavoro mi fossi scontrato con il capo e avessi perso, avrei perso anche il diritto di avere il permesso di soggiorno.
Se mi scontravo con la polizia, rischiavo una denuncia e anche il permesso di soggiorno.
Un giorno arriva uno in fabbrica che mi dice che c’è un sindacato nuovo, che ti spiega i tuoi diritti, e che con questo sindacato puoi combattere per migliori condizioni di lavoro.
Hai diritto all’assistenza sanitaria, alle ferie.
Abbiamo saputo di questi diritti e di altri diritti di cui prima non avevamo conoscenza.
Non c’è stato bisogno di pensarci molto, ci siamo entrati e ci hanno fatto partecipare ad uno sciopero.
Uomini che prima avevano sempre paura, hanno improvvisamente acquisito sicurezza quando ne hanno sentito parlare.
Gli operai hanno guardato in faccia il capo, senza più aver paura.
Siete fortemente rappresentati nel settore logistica. Perché questo settore è così importante per voi?
Aldo Milani
Ci siamo trovati reciprocamente.
Nell’Italia del Nord e del Centro nella logistica lavorano quasi solo immigrati, e quasi nessuno era organizzato.
Inoltre il settore della logistica è il settore in cui l’attuale capitalismo è più avanzato.
Ad esempio, prima la FIAT produceva tutto nella propria catena di produzione, oggi le componenti provengono da molti paesi e da molte imprese.
Tutto deve essere spedito e ricevuto tempestivamente.
Ma mentre questo settore cresce non c’è quasi nessuno organizzato.
Aldo Milani
Già dagli anni Trenta i sindacati sono integrati nello Stato e nel capitalismo.
I grandi sindacati collaborano con le imprese.
I loro obiettivi sono infine compatibili con quelli delle imprese, specialmente in periodi di crisi pensano che i lavoratori debbano sopportare ancora di più.
Diversamente dai grandi sindacati, noi non pensiamo di poter modificare le condizioni sotto il capitalismo.
C’è quindi la possibilità che i grandi sindacati tornino a essere conflittuali anziché collaboranti?
Aldo Milani
I grandi sindacati non possono offrire più nulla ai lavoratori.
Non c’è niente contro il problema della disoccupazione.
E non si può neppure trasformare i sindacati dall’interno in modo rivoluzionario.
Anche i sindacati istituzionali più rivoluzionari non organizzano più nessun grande sciopero.
Karim
Qui non ci sono capi seduti in poltrona che discutono solo con le imprese, senza coinvolgere i lavoratori.
Prima che Si Cobas entri in contrattazione con i capi, convoca assemblee dei lavoratori e ascolta cosa essi vogliono veramente.
Inoltre, noi cerchiamo di unire i lavoratori di diverse imprese e non ci limitiamo a un settore.
Nel Si Cobas ho anche capito come funziona l’Italia.
Qui ho imparato quello che devo sapere su questa società.
Infine il Si Cobas ci ha insegnato che non siamo lavoratori di seconda classe.
Aldo Milani
Molti lavoratori immigrati hanno lavorato come schiavi nella logistica, guadagnando solo 700 €, oggi ne guadagnano anche 2000, e hanno più giorni di ferie.
Aldo Milani
Siamo gli unici che usiamo i picchetti e che blocchiamo i cancelli.
Non ci sono solo picchetti della fabbrica in sciopero, ma anche solidali di altri settori.
Ci appoggiano anche altri gruppi, che sono interessati agli scioperi e alla nostra lotta.
Aldo Milani
In Si Cobas sono attivi lavoratori di 30 paesi.
È nostro obiettivo unire i lavoratori italiani e i immigrati.
A causa dell’imperialismo ancora molti più lavoratori saranno attirati dall’Africa e da altri paesi.
La maggior parte dei migranti che sono giunti in Italia negli scorsi anni hanno dovuto fare i lavori più pesanti e sono stati i peggio pagati.
Il capitale li ha usati per fare pressione sui salari.
Per questo è importante unire la classe operaia, sia chi lavora, che i disoccupati e gli immigrati, tutti i lavoratori.
A prescindere dal colore della pelle.
Alcuni degli immigrati hanno esperienza di lotta nei loro paesi di origine. E questo naturalmente influisce anche sulle loro lotte qui, quando si tratta di difendere i loro diritti di lavoratori.
Spesso il neoliberismo appare come unica alternativa contro l’ascesa delle destre.
Cosa si può fare a questo riguardo?
Ora comprendiamo meglio che il governo è un nemico. Ma lo era anche quando le destre non erano ancora al governo.
Anche il razzismo con cui dobbiamo confrontarci non è nuovo.
Ha solo assunto un altro aspetto.
Con il governo apertamente razzista di Salvini è per noi più facile convincere gli altri immigrati ad aderire alla lotta.
Aldo Milani
In primo luogo vogliamo unire delle forze per combattere il governo che già cerca di mettere i lavoratori uno contro l’altro, perché afferma che gli immigrati sono la causa della crisi economica.
In secondo luogo vogliamo raccogliere forze a livello internazionale.
Il tema dell’immigrazione è la questione centrale in Europa, ma infine solo un pretesto per dividere ulteriormente i lavoratori e aizzare i lavoratori autoctoni contro i lavoratori immigrati.
Perciò, indipendentemente dalle organizzazioni, noi dobbiamo lottare per l’unità del proletariato.
Invitiamo tutte le organizzazioni e le singole persone a partecipare all’incontro.
Analyse und Kritik