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Italtel 17 aprile 2008

Lavoratori e Pensionati delusi dal Centrosinistra si spostano di nuovo a Destra.

Dopo Ken Loach e Cohn Bendit anche la base di Rifondazione abbandona Bertinotti.

Quale utile lezione di vita possono trarre coloro che in convinzione e in buona fede, hanno seguito il Bertinottismo fino allo sfacelo finale ?

Bene, intanto diciamo subito che il Comunismo, l’idea di alternativa sociale alla distruzione Capitalista non esce sconfitta, ma al contrario in molti si rafforza e sempre più si rafforzerà la convinzione che la sconfitta politica delle burocrazie socialdemocratiche europee che travestite di rosso hanno occupato abusivamente uno spazio che nessuno ha loro conferito, riapre finalmente almeno in Italia, un dibattito oltremodo necessario e da troppo tempo monopolizzato dal Bonapartismo dall’ex sindacalista della CGIL.

Il Comunismo contrariamente a quanto sostengono molti, non solo non è morto o superato, ma diventa più che mai attuale per l’oggi e il domani, per i Giovani e per il Pianeta, con cui dovranno fare i conti.

Quello che muore e sempre morirà è l’illusione di condizionare “da Sinistra” un mercato ed un modello sociale di “benessere” che per sua natura si fonda sull’inequità, sulla sofferenza e sulla menzogna.

Una illusione quella del Bertinottismo-Berlinguerismo, di riforma del capitalismo per renderlo più buono, quasi umano, ma mentre nella proposta del PD la comunione di interessi tra Industriali e lavoratori risponde ad una sua logica, per quanto sbagliata, di collocazione politica e di difesa dei poteri forti pure se in alternanza con il PDL, nel folle progetto dell’ex Presidente della Camera traspare chiaramente “il gioco su due tavoli” che accomuna tutta la “Via Italiana al Comunismo” da Togliatti passando per Berlinguer.

In sostanza la Borghesia, in cambio del riconoscimento e dell’agibilità politica fatta anche di finanziamenti pubblici e spazi mediatici come vetrina (niente affatto scontati anche nelle democrazie occidentali), affida ai sedicenti comunisti il compito di “catalizzare” il malcontento dei proletari con il risultato finale di dividere la classe lavoratrice (spingendola verso il socialfascismo xenofobo e secessionista), per indebolirla e renderla più malleabile alle riforme.

Una doppia vittoria per la Borghesia, considerando che il vettore d’arma utilizzato, esplode al raggiungimento dell’obbiettivo come è il caso oggi del Partito della Rifondazione Comunista (o del fu PCI).

Si dice che a pensare male si sia a metà della verità. Ma la conferma arriva dall’esercito di opinionisti e pseudo-giornalisti, che già oggi “caldeggiano” e acclamano il ritorno degli anni di Piombo e gli scontri di piazza (coi centri sociali –sempre loro), in virtù della mancata rapresentanza della “Sinistra” in Parlamento.

Per fortuna il livello di maturità dei movimenti e dei lavoratori supera abbondantemente l’intelligenza e il “curriculum accademico comperato” di questi pagliacci al servizio della reazione e dello show business.

Certo qualche imbecille forse potrebbe essere tentato da scorciatoie che la Storia ha già bollato come puerili ed inutili, ma complessivamente siamo convinti del contrario intanto perché Rifondazione non rappresentava già più dal 2005 le istanze più profonde e vere dei movimenti che invece millantava.

Se da un lato l’ennesima disillusione a Sinistra ha prodotto frammentazione di protesta (temporanea, ha poco di che gioire la Lega, giusto il tempo per sgomberare l’orizzonte politico dalla spazzatura socialdemocratica), l’anticorpo prodotto dall’organismo del movimento ( la diffidenza ), saprà preservare la discussione, il dibattito e la lotta futura dal qualsiasi idea Virulenta e anti rivoluzionaria di massa.

Con Bertinotti e Rifondazione Comunista viene sconfitta l’idea che tutto possa essere fagocitato e “utilizzato e sacrificato”, siano i movimenti giovanili, i militanti, le passioni, le donne e gli uomini che hanno creduto, sull’altare della vanità egocentrista dell’intellettuale e del progetto di potere borghese.

Viene sconfitta la protervia (che poco ha a che fare con la non violenza), di chi ha calato sulla testa di tanti scelte miopi e unilaterali prive di qualsiasi discussione democratica, basilare per un Partito Comunista.

Pensiamo al varo della Sinistra Europea, all’involuzione culturale pacifista e di condanna totale di tutta la storia del comunismo collegando grandi tragedie a grandi conquiste, rilettura e revisionismo che non ha risparmiato neppure i simboli del lavoro ormai svuotati persino di una loro postuma dignità.

La sconfitta della Sinistra, concludendo, è grandemente positiva per i lavoratori perché apporta finalmente quella freschezza e trasparenza che il dirigismo del gruppo dirigente e delle sue correnti pseudo-critiche, aveva negato nella logica della collaborazione di classe e degli orticelli interni.

Non deve perciò preoccuparci il tentativo di salvataggio del progetto borghese da parte di Giordano e dei suoi fedelissimi, nella resa dei conti in agenda, interna a Rifondazione.

Al contrario auspichiamo che le idee e la tattica che hanno portato alla sconfitta collidano auto-distruggendosi, con il tentativo di estraniarsi dalle proprie responsabilità da parte dei vecchi marpioni (gli ex di DP, Ferrero e Spena per esempio), che puntano a salvarsi dal naufragio per proporsi in un futuro del tutto ipotetico, quando avranno “ricostruito” il catalizzatore, come nuovi riferimenti politici alla Borghesia.

Ma quello che il CPN non ha capito è che la macchina non funziona senza il combustibile.

Il partito rivoluzionario futuro non avrà ne Linea Politica preconfezionata, ne Leaders auto-proclamati tali.

Sindacato.Intercategoriale.Cobas ITALTEL Lavoratori Autorganizzati 17 Aprile 2008