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Italtel 14 luglio 2010

Art.28 : per la fiom i mondiali sono finiti prima di cominciare (0-3).

Tramonta definitivamente la stagione dei fischietti allegri, che tra Gennaio e Marzo 2010 aveva visto la partecipazione di tanti lavoratori alla mobilitazione in Italtel .

 

Dopo continui rinvii Giuridici (a milano addirittura 4 -18/05-04/06-19/06-23/06), sui ricorsi presentati dalla fiom successivamente alla disdetta unilaterale aziendale dei CdS, la grande controffensiva legale per art.28 della fiom, applauditissima dai lavoratori ingenui nelle assemblee dello scorso inverno, si è sfracellata contro le deboli e pretestuose argomentazioni aziendali.

La sentenza di Milano che rigetta purtroppo con ragione la questione della disdetta presentata maldestramente dai legali della fiom nel contesto di anti-sindacalità (la vicenda della questione dei criteri di individuazione semmai), invece che in ambito di inadempienza contrattuale è un grande regalo che rafforza italtel. La debole sentenza di reintegro dei lavoratori aggrappata ai soli criteri di individuazione delle persone da collocare in cigs concede al contempo grandi praterie all’ azienda per ripresentare una nuova procedura di cigs questa volta “nel rispetto” di regole troppo generiche.

I cassintegrati hanno anche poco da stare allegri sul fronte delle spettanze arretrate che riceveranno in quanto la pochezza della sentenza non consente un grande ottimismo sul fronte del ricorso presentato dall’azienda contro il decreto del tribunale di milano.

Complimenti, Italtel esce rafforzata sia perché la possibilità di dimostrare collettivamente l’estrema fragilità delle giustificazioni di Italtel alla sua condotta è stata disinnescata completamente (ma non individualmente), grazie all’incapacità di questi dilettanti allo sbaraglio, sia perché le cause individuali per effetto del reintegro artefatto dalla probabile ri-presentazione di una nuova procedura di cigs, sono di fatto annullate e bisognerà quindi di nuovo ripartire a settembre con i due mesi di conciliazione alla DPL e solo poi potranno partire le cause.

In pratica sono stati persi mesi preziosissimi in cambio di un anticipo sul Tfr.

Ma a settembre e per tutto l’inverno successivo e comunque fino alla vittoria finale e totale, riprenderemo come Cobas, il nostro presidio,di lotta, la nostra battaglia davanti alla direzione aziendale per ribadire che non ci faremo licenziare,

Se come minuscola (ma coerente e fiera), organizzazione sindacale avessimo presentato e condotto come sono stati condotti nel giro di pochi mesi questi tre 28, oggi saremmo quasi certamente estinti, ma per fortuna della fiom essere più grandi, potenti, rappresentativi ma, sopratutto, godere dell’imprimatur della casa madre cgil (la potente centrale sindacale del PD), che per elezione è a sua volta parte sociale riconosciuta da padronato e governo insieme a cisl e uil, può salvarti l’esistenza (e il posto, ma quello dei funzionari).

Però la domanda che ci poniamo è come sia stato possibile da parte dei sindacati di Stato e dei loro legali arrivare ad un fallimento simile, tenuta conto l’estrema fragilità delle giustificazioni di Italtel ?

La contrazione del fatturato può essere solo marginalmente spiegata con la stagnazione del mercato delle TLC ma certo non si può accampare alcuna “concomitanza con il pesante crollo degli investimenti in infrastrutture, applicazioni e servizi innovativi” attesi dal principale cliente giacche nessuna Telecom in Europa, nel triennio 2010-2012, può vantare investimenti (in Italia), pari a 7 mld di Euro in infrastrutture di rete e I.T. come quelli varati dalla Telecom italiana nel recente business plan.

Ma allora Italtel di che parla ?

C’erano ragioni da vendere sulla illeggittimità della disdetta unilaterale operata da Italtel (non nuova a questo genere di operazioni e abituata da sempre a fare un pò quello che vuole senza alcuna opposizione credibile), ma nella prima (e decisiva come vedremo poi), sentenza a Palermo, delibera a tempo di record con un solo rinvio nell’unico sito italiano dove le istituzioni hanno promesso soldi a Italtel (questo però è solo un caso ma sarà comunque interessante valutare la limitata rotazione in questo sito), il giudice si è limitato, a nostro modesto parere e senza che alcuno fornisse elementi ulteriori in obiezione di ciò, ad assumere senza se e senza ma l’ineluttabilità del “fuori da ogni controllo aziendale, totalmente estraneo ed avulso dalle politiche di gestione aziendale”, o il “drastico venire meno alla fine del 2009, a causa di una inaspettata contrazione della quota di fatturato atteso dal principale cliente”, abdicando non per sua imperizia ma per difetto dei ricorrenti sopra detti, il fatto che il principale cliente siede nel CdA di Italtel e che storicamente annovera nel top management di Italtel innumerevoli personalità che hanno operato e operano in Telecom attraverso rapporti azionari e operativi col principale cliente medesimo e che in virtù di questo piccolo e certo trascurabile particolare non potevano non prevedere la contrazione tra giugno e dicembre 2009 e quindi firmare davanti al Ministero i CdS dato che sempre in sede ministeriale di esperimento procedura di cigs si lanciano in previsioni di mancato fatturato fino al 2011 (-49%) ! !

Veramente Paradossale .

Un ricorrente serio avrebbe dovuto anche fare presente al Giudice, per rendere manifesto l’atteggiamento di Italtel, poco trasparente (e serio, aggiungiamo noi), circa la vicenda dell’ammanco di 100 mln di ? che Italtel smentii al Sole24Ore (20/8/2008), e poi confermò all’incontro con i sindacati (19/9/2008), che italtel poi recuperò o almeno sembrò recuperare con la cig generalizzata. (si veda il nostro scritto dal titolo 9ottobre2008 su www.sicobas.org).

A questo proposito per favore, risparmiateci la retorica paternalistica riferita alle vostre ridicole valutazioni di impatto sociale, ciniche e pure francamente false anzi vili, visto che non avete nemmanco il coraggio di firmare in maniera chiara e non con tracciati encefalici come invece, le lettere con le quali ci cacciate, dal lavoro, vergogna !

I sindacati di Stato ricorrenti hanno commesso molti errori il più grossolano di tutti, senza dubbio alcuno è la richiesta operata in Maggio in sede ministeriale circa la regolarità della richiesta aziendale per cigs per crisi aziendale, immaginando anche qui (a meno che non godano delle stesse capacità intuitive che ha Italtel sui fatturati da adesso a poche settimane, neh), che la risposta della funzionaria ministeriale sarebbe potuta arrivare in concomitanza (questa si che è una coincidenza mica il crollo degli investimenti sulle infrastrutture, eh, eh) con il giudizio dei tribunali di Roma e Milano ! ! !

La nota del Ministero del Lavoro del 21 Giugno è infatti a nostro modesto parere una entrata a gamba tesa (non per sua colpa ma perchè maldestramente tirata in ballo), sulle ordinanze delle preture che dovevano ancora deliberare a quella data, in quanto richiama pure la sentenza di Palermo inutile ai fini di giustifica delle considerazioni di accoglimento ed esame delle istanze presentate da Italtel al Ministero in data 14 Maggio. Inutile per i lavoratori ma utile per Italtel.

Ricapitoliamo, una sentenza che riproduce la memoria difensiva di Italtel e una nota ministeriale che da ragione ad Italtel, come ci si potrebbe opporvisi senza ulteriori elementi ben lungi dall’essere citati dai ricorrenti fim, fiom e uil ?

Ma la fiom, nonostante ciò, ha poco da stare allegra, le macro contraddizioni che continua a nascondere da molti anni sotto al tappeto del salotto, accumulandosi prima o poi esploderanno, nonostante le cortine fumogene come il colossale fiasco del 5 Luglio scorso, sulla croisette del Cinema di Settimo Milanese, organizzato dalla fiom stessa, dal pd e dall’ex sinistra defunta e sepolta (prc), che ha visto la partecipazione di istruzioni senza portafoglio, inutili sia a reperire soldi pubblici per ammortare il colossale debito con le banche (colossale se si fa un rapporto tra dipendenti e debilto), e inutili per liberare le decisive next generation networks entro il prossimo biennio dal sarcofago di cemento di Cisco che si è opposta all’ingresso dei cinesi di ZTE e alla ridefinizione di un catalogo magari con qualche margine in più sulle vendite per Italtel e con costi più vicini al contesto di stagnazione e alla voglia di risparmio degli operatori di TLC. Per agganciare gli investimenti.

Questo sarebbe utille e non le recensioni entusiastiche dell’evento (senza nomi e cognomi però, come al solito), o il richiamo alla strategicità e al centro di eccellenza nazionale per la ricerca dei bei tempi di Gasparri e Barbareschi, in cui veramente non credono più neanche i ricercatori restanti.

Qualche lavoratore ci ha chiesto ma che fine faranno i cassintegrati ?

Tra le tante inutilità uscite in questi mesi, tra i comunicati Rsu, vale la pena leggere il messaggio inviato dalle femministe di Italtel a Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità, dove queste amazzoni cavallerizze, ci scusino l’ardire, ma ricordare le femministe degli anni 60-70 che lottavano (e morivano), in piazza per conquistare i diritti, con queste che scrivono ad una ex soubrette per quanto ministra, dei loro diritti mortificati e di quanto la scure si sia accanita sulla loro condizione di donne discriminate, ma al riparo dietro ad un foglio di carta, incute in noi una ammirazione veramente reverenziale.

Ma anche una disamina attenta degli scritti più banali e futili come questo può rivelare informazioni molto interessanti che possono sfuggire ai più, infatti senza che sia particolarmente utile ai fini della informazione alla ministra dei fatti succeduti in Italtel con la cigs, ad un certo punto queste indomite si lanciano in una rivelazione particolarmente dettagliata sul percorso a cui dovrebbero essere destinati tutti i cassintegrati (eccettuati ovviamente quelli che saranno interessati dalla piccola rotazione che Italtel continua a promettere) e cioè al fatto che al termine dei secondi sei mesi di cigs, subentrerà il licenziamento con mobilità.

Chi ha dato loro questa informazione e soprattutto, perché ?

Chi ha redatto veramente lo scritto poi firmato per adesione ?

Non è finita, continueremo a resistere. La lotta contro l’Azienda e la Fiom comunque continuerà.

Le rappresaglie contro i trotzkisti non fermeranno la nostra lotta per il diritto al lavoro ed il salario.

 

Sindacato.Intercategoriale.Cobas ITALTEL Lavoratori Autorganizzati 14 Luglio 2010 www.sicobas.org