Aggiornamento articolo.
Nell’udienza di sabato 16 ottobre il giudice ha accettato la costituzione quale parte civile del S.I. Cobas.
Oltre 100 operai morti per tumore, più di 60 ammalati ancora oggi, inquinato il territorio.
Il 12 ottobre si è tenuta l’udienza preliminare per la “fabbrica dei veleni” di Praia a Mare, il Sindacato Intercategoriale Cobas ha chiesto la costituzione parte civile, per appoggiare i propri iscritti parte lesa nel processo, per sostenere la battaglia degli operai vittime della fabbrica e dei loro familiari, per impedire ogni tentativo di insabbiare la vicenda.
L’udienza è stata rinviata a sabato 16 per l’indisponibilità dell’avvocato della parte padronale Ghedini (quello di Berlusconi, affiancato da Pisapia, candidato per la “sinistra alle prossime elezioni per il sindaco a Milano), impegnato in parlamento, che ha dato disponibilità a presenziare al processo nei soli giorni di sabato e lunedì.
Dal 1973 al 2001 la Marlane (gruppo Marzotto) di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile di circa 300 operai, ha prodotto tessuti di vario genere, soprattutto sintetici, spesso per divise militari.
Nella lavorazione venivano utilizzati CROMO ESAVALENTE, COLORANTI A BASI DIAZOTABILI E NEI FRENI DEI TELAI ERANO PRESENTI PARTI IN AMIANTO.
L’unica “protezione”, in uno stabilimento privo di adeguate protezioni e misure di sicurezza, era: …. far bere del latte agli operai intossicati.
Dal 1973 fino alla chiusura dello stabilimento disposta dalla magistratura, la produzione (di morte) è andata avanti con la complicità delle istituzioni locali, delle istituzioni sanitarie, dei sindacati. Tutti tacevano e sostenevano che non c’erano problemi, in nome dei profitti, dell’occupazione, della pace sociale.
Al processo si è arrivati per l’ostinazione di Luigi Pacchiano (coordinatore provinciale del S.I. Cobas) ammalatosi di tumore in fabbrica (una causa ha riconosciuto il rapporto causa-effetto “ tra esposizione a nocività e tumore”), dei lavoratori e dei loro familiari. Un’ostinazione che ha ribaltato quello che sempre avviene in queste vicende:
Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell’azienda. Lo sapeva l’assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai .
Il caso Marlane è, purtroppo, “uno dei tanti”.
Siamo impegnati in esso, perchè L’AVVELENAMENTO DEL TERRITORIO, GLI INFORTUNI E LE MORTI SUL LAVORO E DI LAVORO HANNO RESPONSABILITÀ PRECISE. NON SONO MAI UNA FATALITA’, MA OMICIDI COMMESSI NEL NOME DEI PROFITTI.
Dall’inizio del 2010 ci sono stati 814 morti sul lavoro e 814.646 infortuni, una vera e propria guerra! Il capitalismo nuoce gravemente alla salute!
Alcuni link di documentazione: