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PUBBLICO IMPIEGO UN PESSIMO ACCORDO !

sanita

Il recente accordo stipulato a Roma dai rappresentanti del governo ed i responsabili della funzione pubblica di CISL, UIL,UGL,USAE e CONFSAL ,ci consente alcune considerazioni in merito alle retribuzioni ed agli organici nel pubblico impiego.

L’accordo firmato il 4 Febbraio 2011,la cui firma ha diviso nuovamente le sigle sindacali confederali per ragioni di appartenenza politica si intende, non certo per i contenuti, non cambia la negatività della legge Brunetta.

L’accordo prevede il blocco dell’applicazione per il 2011 del sistema di valutazione dei singoli dipendenti (25-50-25) per evitare di diminuire gli stipendi dei lavoratori, ma conferma i privilegi ai sindacati firmatari nelle relazioni sindacali,questo ha come conseguenza di, bloccare a tempo indeterminato qualsiasi meccanismo democratico di verifica della rappresentatività sindacale: in parole più chiare, si espropriano lavoratrici e lavoratori del diritto di esprimersi sugli accordi e di scegliere i propri rappresentanti.

Le elezioni delle RSU(scadute a dicembre 2010) sono infatti rinviate sine die.

La mancata valutazione consentirà ai dipendenti della pubblica amministrazione di assicurarsi per intero i premi incentivanti (produttività) per il solo 2011. Le percentuali verranno applicate solo sui risparmi di Bilancio anche per il 2011.

Questo “ grande “ risultato non modifica minimamente la perdita del potere d’acquisto dei nostri stipendi ,confermando i lavoratori italiani in fondo alla graduatoria Europea determinata valutando il potere d’acquisto,l’unico parametro che consente una

veritiera valutazione della bontà dei rinnovi contrattuali.

La controproposta della Cgil di detassare gli stipendi è poco incisiva perchè non consentirebbe un recupero sostanzioso in termini salariali ed inoltre diminuendo le entrate dello stato darebbe un ulteriore appiglio al governo per ridurre le prestazioni dello stato sociale.

Non è stato preso minimamente in considerazione il problema dell’integrazione delle dotazioni organiche ,divenuto esplosivo nel comparto della sanità.

La carenze di personale infermieristico e di altre professioni sanitarie e la recrudescenza del fenomeno del clientelismo ,nella nuova veste delle nomine di migliaia di coordinatori e di posizioni organizzative, anche dipartimentali,del tutto inutili.

Questo disastro , determina un abbassamento della qualità delle prestazioni assistenziali ,demotivando i non raccomandati,il tutto a vantaggio della agguerrita concorrenza delle strutture sanitarie private.

È necessario che i lavoratori pubblici, senza santi in paradiso, tornino a far sentire la loro voce !

Auto- organizzazione dal basso per la difesa dei nostri stipendi.   Sindacato Intercategoriale COBAS Sanità