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UN ACCORDO BIDONE. DIRE CHE È UNA FREGATURA È UN COMPLIMENTO!

Ancora una volta, va purtroppo registrato il tentativo di scaricare sulle spalle dei lavoratori le conseguenze della crisi economica. L’accordo firmato a gennaio non solo non permette ai lavoratori del settore di recuperare economicamente quanto è stato perso negli ultimi anni, ma peggiora significativamente le condizioni di lavoro di tutti.

L’unica novità rispetto al passato è che i sindacati firmatari (CGIL, CISL e UIL) si erano impegnati a consultare i lavoratori entro il mese di febbraio prima di apporre una firma definitiva all’accordo, ma ancora una volta hanno tradito le loro promesse.

– Se il nuovo contratto andrà a regime, l’aumento salariale previsto sarà di 122 € lorde in 4 anni e mezzo, scaglionati in 4 tranche. L’aumento è quindi di circa 5 € mensili, più una una tantum di 150 € a copertura dei circa 30 mesi passati senza il contratto (una miseria) e questi dovrebbero essere pagati in “due rate di pari entità di cui la prima entro gennaio 2011 e la seconda entro marzo 2011”.

– Nei festivi, nella quattordicesima e negli straordinari non verranno conteggiati gli aumenti.

– L’accordo andrà soggetto a revisione fra le parti nel gennaio 2012, mettendo così a rischio le ultime due tranche dell’aumento.

– Crescerà in maniera esponenziale un doppio regime salariale: l’apprendistato, i contratti a termine, i salari dei neoassunti saranno più bassi. Per favorire tutto questo ci sarà una nuova classificazione del personale, che favorirà le cooperative (i nostri padroni), ma farà perdere migliaia di euro ai nuovi operai.

– Per quanto riguarda la parte normativa, a conti fatti aumenterà lo sfruttamento e verranno perse le 39 ore settimanali. Aumenterà la flessibilità d’orario senza contrattazione e verranno aggravate le sanzioni disciplinari. Per 7 mesi, durante la discussione per il rinnovo del CCNL, vigerà il divieto di scioperare. Sarà obbligatoria l’adesione alla sanità integrativa,sottraendo risorse agli aumenti salariali e accelerando il processo di privatizzazione della sanità pubblica.

L’ccordo era da bocciare, ma non ce l’hanno nemmeno sottoposto nelle assemblee.

Come sempre le Confederazioni sindacali sono al servizio delle cooperative e tutto avviene  sopra le  teste dei lavoratori e vista la situazione di debolezza che esiste tra i lavoratori e che le Confederazioni CGIL, CISL e UIL hanno contribuito a creare, dobbiamo organizzarci, per ottenere questi miseri spiccioli,  mettendo in campo le lotte: per un recupero salariale ed imporre condizioni normative degne di questo nome.

Lavoratore per prendere contatto con noi vieni a trovarci in sede S.I. Cobas in Via Marco Aurelio, 31 – c.a.p. 20127 Milano tel. / fax 0249661440 (lunedì dalle 16,00 alle 21.00) o telefona: Aldo Milani 338 1168898

Milano 10-03-2011