Uncategorized

L’INPS ELIMINA LE CODE ….O GLI UTENTI?

 

Ecco il nuovo volto della pubblica amministrazione dell’era Brunetta.

Dopo gli spot pubblicitari di Brunetta sul volto più efficiente e moderno della pubblica amministrazione è venuto il momento per gli utenti di toccare con mano il vero volto di una riforma fatta di tagli e di riduzione dei servizi.

Con un cartello intitolato “L’INPS ELIMINA LE CODE AGLI SPORTELLI” gli utenti di questo Istituto sono stati avvertiti che dal 4 aprile 2011 l’attività di informazione al pubblico viene effettuata esclusivamente in via telefonica. Cioè chi si reca agli sportelli delle sedi dell’area milanese non dovrebbe più chiedere informazioni ma solo consegnare domande cartacee, ritirare modulistica o chiedere la stampa dell’estratto conto e del CUD.

Per il momento sono stati lasciati aperti anche alcuni sportelli “tradizionali” per prendere appuntamenti o dare le informazioni più semplici ma, nel prossimo futuro, per chiedere informazioni l’utente dovrà chiamare necessariamente il call center o richiedere un appuntamento mentre l’accesso a una serie di servizi potrà avvenire solo tramite internet o rivolgendosi agli enti di patronato.

Nessuno invece ha informato i malcapitati utenti che l’Istituto quest’anno non fornirà, né ai propri dipendenti né ai pensionati, il servizio di ritiro dei mod. 730.

Ma che cosa sta succedendo?

Succede che, poiché da anni non si fanno assunzioni nella pubblica amministrazione e non vengono sostituiti i dipendenti che vanno in pensione, l’organico di questo Istituto si è drasticamente ridotto e poiché, a dispetto di ciò, la Riforma Brunetta esige aumenti di produttività nella pubblica amministrazione vengono tagliati quei servizi di assistenza e consulenza all’utenza che, non producendo pratiche, vengono considerati improduttivi, mentre si affida ai patronati la gestione di una serie di adempimenti (presentazione delle domande di invalidità civile, DS ordinaria, mobilità, cure termali, compilazione dei modelli ICRI, etc….).

Ci si trova di fronte, insomma, ad un’esternalizzazione dei servizi che nulla ha a che fare con un miglioramento della pubblica amministrazione e che costringerà migliaia di pensionati a rivolgersi necessariamente agli enti di patronato per poter dialogare con la pubblica amministrazione.

Il tutto poi viene mascherato dietro l’ipocrisia di un’innovazione dei servizi che diverrebbero accessibile a tutti per via telematica o telefonica, come se fosse facile per chiunque accedere ai servizi tramite internet o passare lunghi tempi d’attesa al telefono per mettersi in contatto con un call center la cui linea è spesso sovraccarica di chiamate. Ciliegina sulla torta, nel caso in cui il malcapitato utente riuscirà a mettersi in contatto con l’operatore telefonico potrebbe sentirsi dire che non è possibile ottenere subito una risposta ma è comunque necessario fissare un appuntamento.

Ma chi ci guadagna in tutto questo? Non i dipendenti INPS -le cui retribuzioni sono state falcidiate dal blocco dei contratti e dai tagli al salario accessorio- che si trovano a lavorare in condizioni sempre peggiori e a subire una riorganizzazione interna che svilisce la loro professionalità, non gli utenti a cui vengono tagliati i servizi.

A guadagnarci sono invece le società esterne (come quella che gestisce ormai da alcuni anni tutta la parte informatica dell’INPS con risultati che lasciano spesso a desiderare) e i patronati. Entrambi vengono pagati con i soldi della collettività per svolgere un servizio che spetterebbe alla pubblica amministrazione e si avvalgono quasi esclusivamente di lavoratori precari e sottopagati o di volontari..

Se questo è un miglioramento dei servizi giudicate voi.

Milano, 7/4/2011                                     Sindacato Intercategoriale COBAS INPS