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Lotta per la casa: no, non deve finire così!

Aggiornamento: Lunedi 11 Luglio – Alle ore 11,20 arriva l’ufficiale giudiziario e dopo una decina di minuti l’avvocatessa che rappresenta la proprietà che, dopo avere ascolato la disponibilità da parte del Comune ad arrivare ad una dignitosa soluzione, respinge il tutto e chiede lo sgombero immediato con la forza pubblica. Dopo poco arriva una macchina con funzionari della Digos, Claudiu viene denunciato per resistenza allo sfratto e dato che non hanno le forze necessarie (a presidiare ci sono una trentina di persone, molte dei quali studenti) per procedere immediatamente e visto che il Consigliere di minoranza chiede un nuovo tentativo di conciliazione, l’esecuzione viene rinviata alla mattina di venerdi 15 Luglio.
Da oggi riprenderà il presidio davanti al Comune, con volantinaggi in tutta la città e comunque venerdì dalle 6,00 in poi noi saremo lì accanto a Claudio ed alla sua famiglia. Invitiamo tutti i compagni, i democratici, i lavoratori ad essere solidali ed a partecipare con noi.

Mercoledì 6 luglio, ore 10.30 circa: quando giunge l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto, sotto la casa della famiglia Mihai sostano una quarantina di persone che hanno risposto all’appello per un presidio di solidarietà. L’ufficiale, accompagnato dal legale della proprietà cerca di giustificare l’inevitabilità dell’atto che sta per compiere, quando giunge il consigliere comunale Franco Bordo, dell’opposizione, e comunica che sentiti da lui, esponenti della giunta chiedono un rinvio dell’esecuzione dello sfratto per consentire un incontro finalizzato a trovare una soluzione alla vicenda. L’ufficiale giudiziario acconsente e concede un rinvio fino a lunedì 11 luglio. Un incredibile intervento del vice questore Segre che, di fronte a numerosi testimoni, a rinvio già concesso, minaccia Claudio Mihai di denunce e pene infinite se non accetta di andarsene, non sortisce l’effetto di far saltare il tentativo di composizione della vicenda grazie alla ferma volontà della famiglia Mihai di non cadere in provocazioni.

Giovedì 7 luglio, ore 11.00: L’assessore Capetti incontra la famiglia Mihai e ne registra le richieste e resta particolarmente attento ad una delle proposte: un intervento finanziario del comune che corrisponda una quota di affitto alla proprietà dell’immobile, dove vive la famiglia Mihai, fino a novembre, quando dovrebbe svolgersi l’udienza in tribunale per il ricorso di Claudiu contro il licenziamento, per consentire un rinvio dello sfratto sino a quel periodo.

Finalmente si apre uno spiraglio, l’assessore si riserva di verificare la fattibilità della proposta, sentendo la giunta comunale e la proprietà.

Nel pomeriggio il comune comunica la sua adesione alla proposta per garantire il rinvio dello sfratto sino a fine novembre e la disponibilità della proprietà.

Corinne, Alina, Robert, Marika e Claudiu, per cinque ragazzi dai 6 ai 29 anni  sembra finalmente girare a loro favore la ruota della fortuna, dopo due anni di disgrazie e di sofferenze potranno finalmente tornare ad essere una famiglia “normale”, si fanno avanti alcune persone che, venute a conoscenza della vicenda, prospettano anche possibilità di lavoro.

I ragazzi che hanno solidarizzato con loro nei quasi 20 giorni di presidio in piazza Duomo, discutono come fare per recuperare i soldi per riaprire le utenze chiuse, luce e gas: un pranzo di solidarietà, una sottoscrizione – “non preoccupatevi, ci pensiamo noi, così come vi abbiamo sostenuto fino ad oggi, vi sosteniamo ancora”

Venerdì 8 luglio, ore 18.00 circa la proprietà dell’immobile invia all’assessore, quando ormai il comune è chiuso, un fax con il quale comunica che, non avendo certezze che a novembre la famiglia Mihai se ne andrà e non avendo certezza rispetto alla riapertura di luce e gas, la proposta viene rigettata. Sabato mattina Claudiu, Marika, Robert, Alina e Corinne vengono informati che fra due giorni torneranno per cacciarli via da casa, proprio adesso che sembrava tutto risolto.

E’ sabato, l’ufficiale giudiziario e il legale della proprietà non sono rintracciabili. E’ un “tranquillo” fine settimana di luglio, tutto è fermo fino a lunedì, ma lunedì forse è troppo tardi, il dovere degli uomini di legge potrebbe prevalere sulla ragione, l’interesse della proprietà, sacra più del Dio davanti al quale i proprietari si inginocchieranno domani durante la messa, potrebbe prevalere sul diritto di una giovane famiglia di vivere serena e costruirsi un futuro.

NO, NON DEVE FINIRE COSI’

LUNEDI’ 11 LUGLIO DALLE ORE 7.00 IN POI SAREMO TUTTI IN VIA CREMONA 48, SOTTO LA CASA DI CLAUDIU, MARIKA, ROBERT, ALINA E CORINNE E CON LORO DOVRANNO SFRATTARE ANCHE NOI E CON LORO CONTINUEREMO A LOTTARE FINO A CHE NON SARA’ RICONOSCIUTO LORO IL DIRIITO AL LAVORO E ALLA CASA.

CHIEDEREMO ALL’UFFICIALE GIUDIZIARIO UN RINVIO SUFFICIENTE PER GIUNGERE ALLA SOLUZIONE, CHE E’ QUI AD UN PASSO

CHIEDEREMO ALLA PROPRIETA’ DI NON ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DI ROVINARE UNA GIOVANE FAMIGLIA PER UN PUGNO DI EURO

AI CITTADINI DI CREMA CHIEDIAMO DI ESSERE CON QUESTI CINQUE RAGAZZI, CHE VOGLIONO VIVERE UNITI, CHE VOGLIONO UN LAVORO, UNA CASA, UNA PROSPETTIVA PER IL FUTURO, QUELLE STESSE COSE CHE VOGLIAMO PER I NOSTRI FIGLI.