Senza voler stabilire a priori delle relazioni dirette con la lotta alla TNT di Piacenza, pubblichiamo un interessante documento relativo alla lotta dei camionisti della UPS nel 1997 negli USA. L’articolo ci è stato segnalato dalla redazione di n+1 (www.quinterna.org).
I sedici giorni più belli
“Questo sciopero mi ha fatto pensare a tutta la merda retorica su casa e famiglia. Siamo fuori a fare due o tre lavori. Cinque o sei lavori in due, capisci? E in nero. E i ragazzi a casa vengono su da soli. A volte senti dire: ma guarda questi, hanno un lavoro, ormai tutti hanno un lavoro così. Sicuro, lavorare, arrivare a casa ed essere contenti, tutto qui. Invece siamo sempre incazzati. Alla UPS noi a part-time avevamo 11 dollari all’ora. Abbiamo due ragazzi grandi che vanno a scuola. Tutti i lavori così? Beh, allora vuol dire che tutti devono essere incazzati. Molti non sono contenti di quello che abbiamo ottenuto. Dicono che è niente in confronto a uno sciopero così. Può darsi. Ma abbiamo fatto vedere che si può. Un mucchio di gente era con noi. Perché sono come noi. Abbiamo avuto il loro supporto, i soldi, la solidarietà, il boicottaggio alle compagnie. Senti: nelle fabbriche i receptionist non firmavano le bolle ai crumiri. Dicevano che sarebbe stato come sfondare i picchetti, capisci? Hanno licenziato due donne per questo. Sai che paura. Erano come noi, magari stavano lì un mese e via… Cos’hai da perdere? Sì, anche alla UPS hanno licenziato, dopo lo sciopero. Ma pochi. E’ stupido in un posto dove c’è il 400% di turn-over. Sì, forse abbiamo avuto poco, ma non ho mai visto uno sciopero così. Picchetti dappertutto. Sono stati i sedici giorni più belli della mia vita. Il mio nome? Oh cristo, metti: Black Working Mother. Di dove? Guardati intorno: South USA, va bene?” 1997 UPS teamsters strike