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Comunicato S.I. Cobas a Sindaco e consigliere provinciale

Al Sindaco Comune di Pioltello.

Al Consigliere provinciale Massimo Gatti.
Gruppo PRC-PDCI.

Licenziamenti Esselunga Pioltello.

E’ passato più di un mese dall’inizio della mobilitazione contro i licenziamenti discriminatori realizzati dal consorzio SAFRA in Esselunga. I lavoratori hanno dimostrato caparbietà e determinazione nel rivendicare nel concreto i loro diritti, negati dalle cooperative in prima istanza, e da Esselunga nella sostanza.

La lotta è ardua, dura, impegnativa, da molti punti di vista, dal più evidente aspetto economico (già due mesi senza stipendio), al meno evidente, privato, aspetto relazionale/affettivo con le loro famiglie.

Il presidio permanente che da settimane è presente sul piazzale ha catalizzato intorno a sé svariate esperienze di impegno sociale e politico, comprese rappresentanze operaie di realtà lavorative in crisi presenti sul territorio, oltre che a operai di decine di cooperative della logistica di tutta la regione.

Anche forze politiche, che voi rappresentate, si sono dichiarate attente alle ragioni della lotta operaia e solidali con i lavoratori coinvolti.

Gli scioperi hanno visto nelle ultime settimane una sempre maggior partecipazione di lavoratori di altre cooperative che si sono affiancati a quelli della SAFRA. Si è instaurato un rapporto diretto tra i nostri delegati licenziati e molti di questi lavoratori fondato sulla comunanza della condizione di sfruttamento quotidiano e sulla comprensione della necessità di condividere la lotta in corso.

E’ questo un dato assolutamente non scontato, difficilmente ipotizzabile in partenza per evidenti ragioni, non ultima la diversa appartenenza etnica e quindi culturale.

Eppure questo è avvenuto, buona parte degli scioperi (ad esempio quello del 16/17 scorsi) hanno visto questi lavoratori, lasciarsi convincere a perdere giornate di retribuzione, per sostenere i loro compagni, pur non essendo direttamente coinvolti nella vicenda.

Dal punto di vista aziendale la tenuta del presidio, la determinazione dei lavoratori, l’estensione della partecipazione degli operai del sito, hanno creato grossi problemi organizzativi e gestionali, ma soprattutto notevoli conseguenze sul piano economico. Certamente per le cooperative coinvolte ma anche – e come potrebbe essere altrimenti – al committente sig. Caprotti.

La lotta, il presidio, gli scioperi, sono diventati un grosso problema per i padroni delle cooperative; un problema imprevisto, non considerato, non inquadrabile nella gestione organizzativa consueta di queste società.

Tra le due soluzioni possibili: aprire un confronto sulla base delle richieste dei lavoratori o cercare lo scontro, hanno optato per questa seconda scelta.

Non essendo bastate le minacce, i ricatti, le intimidazioni (anche fisiche) dei vari capi e capetti rivolte ai lavoratori loro sottoposti, stanno ricorrendo a pratiche antiche ma ben conosciute: il crumiraggio prima, ed ora l’aggressione squadristica organizzata e gestita direttamente.

Nelle scorse settimane decine di lavoratori sono stati dirottati da altri centri (vedi Biandrate, altra sede Esselunga) per far fronte allo sciopero locale (incredibile due domeniche fa l’arrivo di un pulmino stipato di giovani di colore; non un boat people in cerca di una costa, ma un carico umano da sfruttare e usare contro loro fratelli).

In questi giorni il salto di qualità: l’aggressione scientificamente organizzata al picchetto pacifico.

Il video, pur parziale per ragioni di forza maggiore, mostra chiaramente l’azione della squadra di teppisti istigati dal capo della Safra Longo in automobile.

Dubbi, molti, sul ruolo delle forze dell’ordine nella vicenda. Assenti, mai come ora, sul piano “militare”, ma molto attivi nella successiva perquisizione in cerca di armi (sic) nel presidio.

Chi scrive deve necessariamente aggiungere, su questo terreno, il giungere di una serie di denunce dell’autorità giudiziaria per azioni di sciopero in altre cooperative, sempre organizzate da questa organizzazione negli anni scorsi.

Il sospetto di un disegno preordinato mirante a stroncare il movimento delle lotte nelle cooperative, di cui questo sindacato fa parte, non sembra poi così farneticante.

Il sistema delle cooperative della logistica è un ambito grigio, nel quale si intersecano interessi economici stratosferici, condizioni di sfruttamento spaventose, violazioni sistematiche di norme di legge, diritti individuali e collettivi, razzismo, caporalato e, dulcis in fundo, presenze inquietanti da ricondurre nel campo della malavita organizzata.

Scopriamo l’acqua calda dicendo di queste presenze; il territorio di Pioltello, i suoi amministratori, ne conoscono certamente in dettaglio i termini e gli aspetti rilevanti.

A noi preoccupa invece quanto questo intreccio di componenti potrà determinare da qui in avanti.

Siamo oggi all’aggressione squadristica, con personaggi non dipendenti – dal punto di vista lavorativo – da cooperative del sito; vi sono le indagini e le perquisizioni, le denunce riferite all’attività sindacale di anni fa (2008), manca solo qualche azione di stampo criminale che colpisca qualche lavoratore o qualche sindacalista, e il quadro sarebbe composto nella sua interezza.

Vi chiediamo di muovervi, non basta quanto avete fatto fino ad oggi. Caprotti e i suoi non si sono neppure degnati di una risposta, bisogna andare oltre, il problema non può essere circoscritto al piazzale dell’Esselunga e le ragioni di ciò sono evidenti.

Attivatevi, come istituzioni, come autorità, come esponenti politici, non si può abbandonare al proprio destino, in questo caso decine di lavoratori, e nel complesso tutti gli sfruttati immigrati che lavorano nelle cooperative della logistica.

E’ un dovere civile, etico, umano, oltre che politico. I lavoratori si aspettano dei risultati concreti che vadano oltre le parole e l’inutile propaganda.

1 dicembre 2011
Sindacato Intercategoriale Cobas