Tre anni fa, alla DHL di Corteolona e alla Bennet di Origgio cominciava una lunga storia di battaglie che ha portato all’organizzazione di vertenze e scioperi in oltre 50 cooperative di Lombardia ed Emilia Romagna. Quasi sempre le cooperative hanno risposto con le minacce e i ricatti e infine i licenziamenti, pur di eliminare il sindacato e mantenere il
comando nei magazzini.
Ma ogni volta che gli operai hanno saputo resistere hanno vinto, ottenendo risultati concreti e soprattutto mettendo in discussione un sistema di lavoro che funziona solo grazie alla violazione del contratto nazionale (lavoro a chiamata,
salari non garantiti, carichi di lavoro a discrezione dei capi, norme sulla sicurezza e sulla salute calpestate, ecc.) e alla negazione di diritti fondamentali (mensa, malattia, agibilità sindacale, rispetto delle persone ecc).
Intanto la crisi avanza e agli operai vengono imposti altri sacrifici, compreso il loro licenziamento dicendo che…il mercato lo richiede e che mancano i soldi.
Balle! Caprotti, e tutti quelli come lui, cercano di scaricare la crisi sui lavoratori per mantenere o aumentare i loro profitti. E per farlo sono costretti a spremere ancor di più i loro “limoni” preferiti: gli operai.
Operai quasi tutti immigrati, costretti a lavorare a qualunque condizione, col ricatto della perdita del posto di lavoro, col peso di famiglie da mantenere al proprio paese, sotto la minaccia della perdita del permesso di soggiorno e del
conseguente rischio di espulsione.
Per tanti anni tutti hanno accettato in silenzio, perché il “sistema Esselunga” (come il sistema SDA, TNT, FIAT,ecc.), da questo punto di vista, funziona benissimo. Per qualcuno c’è stata anche la possibilità di guadagnare qualche euro in più, ma solo dopo aver messo la propria dignità nel congelatore, spaccandosi la schiena e anche a rischio della propria vita.
Ora basta, non accettiamo più questo sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo, la mercificazione del lavoro, le guerre imperialiste, il razzismo.
La crisi economica e politica in corso peggiorerà ancora di più la condizione di tutti i lavoratori, compresi quelli delle cooperative. Sì, anche nelle cooperative la crisi avrà i suoi effetti, già oggi se ne vedono i primi segnali (perdita di appalti per mancanza di commesse, cassa integrazione e mobilità, quando non chiusura e licenziamento).
I padroni (committenti o di cooperative) non rinunceranno per questo al loro profitto, e si rifaranno sugli operai: aumenteranno i ritmi e peggioreranno le condizioni di lavoro; negheranno ancora più i diritti, aumenteranno le minacce, le ritorsioni, i ricatti quotidiani.
A meno che… A meno che non tentiamo di ribaltare la situazione lottando uniti per cambiare le cose, costruendo un sindacato che difenda gli interessi reali dei lavoratori e che ponga alla base delle rivendicazioni obiettivi e forme di lotta antagonisti al sistema.
In questo senso la lotta che stiamo conducendo in Esselunga riguarda anche tutti gli altri operai delle cooperative e, più in generale, tutti i lavoratori, immigrati e italiani. Questa battaglia va oltre Esselunga e Pioltello, il suo risultato potrà condizionare – in senso positivo o negativo – il futuro delle lotte di tutti i lavoratori.
Domenica 8 gennaio, ore 11 – Pioltello, via Perugino (di fronte all’ufficio postale).
Assemblea degli operai di tutte le cooperative e dei lavoratori che lottano contro i padroni. Presidio permanente Esselunga
il volantino Volantino per assemblea 8 gennaio 2012