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A tutti gli operai delle fabbriche in crisi. A tutte le situazioni operaie in lotta

La situazione già drammatica per decine di migliaia di operai e per le loro famiglie, a causa di una crisi entrata ormai in una fase irreversibile, diventa ancor più drammatica con la scesa in campo del governo Monti, vale a dire con la scesa in campo diretta del grande capitale finanziario internazionale. Non stiamo qui a elencare i contenuti dell’ultima devastante manovra finanziaria se non per sottolinearne un’essenza che non sarà certamente sfuggita a nessuno: si leva qualche briciola ai padroni per dare una grossa bastonata all’insieme del proletariato.

La realtà che ne emerge è di facile interpretazione: centinaia di migliaia di nuovi disoccupati, taglio a qualunque forma di sostegno sociale e quindi miseria per milioni di persone private di salario e di prospettive. Per contro, nei rami produttivi che ancora tirano, si rasenta lo schiavismo, con un super-sfruttamento senza precedenti e la negazione totale dei diritti dei lavoratori.

In questo quadro, apparentemente desolante, c’è però chi ha deciso di mettersi in gioco fino in fondo, di alzare la testa e dire basta. E’ certamente il caso dei lavoratori immigrati delle cooperative della logistica e della grande distribuzione, col caso emblematico dell’Esselunga, da ormai tre mesi in lotta, e che hanno pagato col licenziamento politico il loro coraggio. Ed è il caso di tutti quegli operai che hanno deciso di picchettare le proprie aziende costituendo, nei fatti, una rete di resistenza.

Tutte queste esperienze possono e debbono cercare una strada comune,  consapevoli che sono in gioco le prospettive di lotta dell’insieme della classe operaia e i destini della società per intero.

E da questa considerazione che partiamo per estendervi l’invito all’assemblea dell’8 gennaio (ore 11, via Perugino – Pioltello, di fronte alle poste) indetta dal presidio permanente dell’Esselunga di Pioltello come passaggio fondamentale per verificare le possibilità di trovare una linea comune e di definire iniziative adeguate per rispondere agli attacchi in corso.

Consapevoli dell’inadeguatezza di qualunque forma di lotta e di resistenza che si chiuda nel proprio specifico, senza per questo ridurne l’importanza, ci auspichiamo la possibilità di definire un percorso che giunga a breve alla costruzione di un’assemblea operaia autoconvocata, fuori da ogni logica di appartenenza, di parrocchia, di bandiera, per affermare piuttosto la possibilità di unirsi in quanto classe per difendere i propri interessi specifici su una piattaforma comune e radicale, per definire forme di lotta unitarie adeguate alla fase in corso, per riaffermare finalmente una prospettiva anticapitalista per l’insieme della società

Presidio permanente – Esselunga Pioltello – 6 gennaio 2012