Pubblico Impiego

Regione Lombardia: elezioni RSU (5-7 marzo)

Lettera aperta alle lavoratrici, ai lavoratori, ai compagni/e dell’USB.

L’RSU della Regione Lombardia è morta da tempo.
Qualcuno propone anche una data: il 10 febbraio 2010, data dell’accordo “separato”  sull’integrazione del Contratto decentrato (CCDI), firmato “per responsabilità” solo da CGIL-CISL-UIL nonostante la bocciatura da parte delle lavoratrici e dei lavoratori e il conseguente “passo indietro” dell’esecutivo RSU (formato, lo ricordiamo, dai soli delegati delle 3 sigle confederali).
In quella data è stato però dato solo il colpo di grazia a un organismo già malandato da quando, poco dopo le elezioni del novembre 2007, CGIL-CISL-UIL decisero di estromettere i delegati delle altre componenti dall’esecutivo e, di conseguenza, dalle trattative e dall’informazione sindacale. In questo modo più del 40% dei lavoratori sono stati espropriati del proprio diritto alla piena rappresentanza sindacale!

Con l’accordo del 10.2.2010, però, si assiste alla vera e propria soppressione dell’RSU: da allora, le riunioni del consiglio (cioé dell’insieme di tutti i delegati eletti) diventano rarissime; le piattaforme di trattativa, spesso scritte dall’amministrazione, non vengono più discusse e votate in consiglio, né sottoposte a lavoratrici e lavoratori; i confederali (e spesso il CSA) continuano ad apporre la propria firma, come organizzazioni sindacali e come RSU, su accordi pessimi che incidono sulle condizioni economiche e lavorative dei dipendenti regionali. Ne citiamo due fra i più scandalosi: l’esternalizzazione “sperimentale” all’Ersaf dei dipendenti Ster che si occupano di materie ex Genio civile e la ripartizione del fondo decentrato 2011, che, insieme al nuovo sistema di valutazione individuale, fanno arretrare il salario accessorio di tutte/i a prima del 2009…
Lo scrivevamo in quei giorni di inizio 2010,  che avremmo dovuto prepararci a “INGOIARE ALTRI ROSPI!”

E a livello nazionale?
A più di quattro anni dalle precedenti elezioni, finalmente il 5, 6 e 7 marzo sarà possibile rinnovare l’RSU: il blocco delle procedure democratiche voluto da Brunetta è infatti caduto, quando alfine anche la CISL si è convinta alla fissazione delle elezioni.

Che fare? Ha ancora senso partecipare a quest’organismo?
Vista l’esperienza di questi ultimi anni, certo non si è molto invogliati a partecipare a questo rituale, viene proprio voglia di rinunciare a far parte di questo organismo ormai al servizio dell’amministrazione e mandare tutti i sindacati confederali a quel paese e dedicarsi a costruire qualcosa di alternativo!

Noi crediamo però che questo sarebbe un errore. Serviremmo loro su un piatto d’argento quello che perseguono da tempo: una RSU completamente addomesticata, senza nessuno spazio per chi dissente.

In questi anni siamo riusciti a farci sentire anche grazie ai nostri delegati nell’RSU e al conseguente diritto di utilizzare la bacheca sindacale (vedi qui) e la posta elettronica. Siamo riusciti, nonostante l’emarginazione dal tavolo di trattativa, a informarvi prima e meglio di lorsignori, abbiamo messo qualche granellino di sabbia nell’ingranaggio dell’amministrazione oliato dai confederali.

Per questo ci siamo convinti a presentarci alle elezioni di marzo.
Con lo spirito di sempre. E con le stesse parole d’ordine:

    * autorganizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, per superare il micidiale meccanismo di delega che aiuta sindacalisti di professione e funzionari vari a decidere al posto dei diretti interessati;
    * autonomia da qualsiasi partito/partitino o setta;
    * superamento della giungla retributiva creata negli anni a forza di pagelline e indennità varie.

Vorremmo presentare una lista espressione dei lavoratori, della loro parte che in questi anni non si è completamente passivizzata e ha messo in campo quel po’ di resistenza che ha permesso al clima interno all’Ente di essere meno soffocante.
Purtroppo il regolamento elettorale nazionale (immaginate voluto da chi…) consente la presentazione delle liste solo alle organizzazioni sindacali registrate, negandolo ai gruppi spontanei di lavoratrici e lavoratori e impedendo la creazione di liste da parte di raggruppamenti di più sindacati “affini” .

La proposta che facciamo è questa:

    * liste aperte al maggior numero possibile di colleghe e colleghi indipendenti;
    * campagna elettorale congiunta con l’altro sindacato di base presente in Regione, l’USB (con il quale abbiamo condiviso una parte delle iniziative degli ultimi mesi), come avverrà anche in altri enti del pubblico impiego.

Contattateci: abbiamo bisogno delle vostre idee e del vostro contributo per la campagna elettorale!

Sindacato Intercategoriale Cobas – Regione Lombardia