Bollettino n. 58 gennaio 2012.
Contro i dirigenti della Breda Energia e della Pirelli.
Il 19 dicembre si è tenuta la prima udienza del processo contro gli 11 dirigenti della Pirelli di Milano. Durante l’udienza il nostro Comitato ha inoltrato i documenti per la costituzioni di parte civile.
Anche Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto e la CGIL hanno chiesto di costituirsi parte civile.
Queste costituzioni sono avvenute in clima particolare. Proprio in questi giorni il Comune di Casale Monferrato, città simbolo della lotta all’amianto che vanta il triste primato delle vittime e dei morti, in vista della sentenza prevista per il 13 febbraio 2012, sembra intenzionato ad accettare l’offerta del miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, uno dei padroni della Eternit, che ha offerto una cifra tra i 18 e i 20 milioni di euro in cambio della revoca della costituzione di parte civile del Comune. Tanti soldi, maledetti e subito, per uscire dal processo. Il nostro Comitato, nell’esprimere la sua solidarietà alle famiglie delle vittime, si associa alle proteste dei cittadini che hanno manifestato contro questo tentativo di corruzione e contro chi si è venduto alla logica del grande capitalista responsabile di tanti lutti.
Dopo aver accumulato enormi profitti sulla pelle delle persone mandandole coscientemente alla morte, oggi con i soldi cercano di comprarsi l’impunità.
Non esiste cifra che possa risarcire i danni e i lutti provocati dagli assassini.
Il nostro Comitato, che da sempre si batte contro la monetizzazione della salute e della vita umana, si è presentato parte civile nel processo contro i dirigenti Pirelli chiedendo 1 (uno) euro di risarcimento per dimostrare ai padroni che non siamo in vendita, e il prossimo 23 febbraio 2012 sapremo se il giudice ci ammetterà o no come parte civile.
Processo Breda Energia.
Il 19 dicembre a Palazzo di Giustizia di Milano si è tenuta la prima udienza del processo contro due dirigenti e il medico di fabbrica della Breda Energia di viale Sarca 336, “per negligenza, imperizia, imprudenza, oltre che per violazione delle norme specifiche”.
L’operaio, il nostro compagno Giuseppe R., saldatore avvelenato dai fumi di manganese e affetto di conseguenza da morbo di Parkinson, è stato costretto a continuare a lavorare nonostante la sua malattia con questa sostanza. L’udienza si è finita con le solite schermaglie procedurali. La spada di Damocle che aleggia su questo tipo di processi, e di cui gli accusati cercano di usufruire, è la prescrizione. Come è già successo in passato, gli avvocati degli imputati hanno aperto la battaglia sulla competenza territoriale, chiedendo lo spostamento del processo da Milano a Monza. Il Giudice si è riservato la decisione.
Il nuovo “governo tecnico” di Monti contro i lavoratori e le vittime dell’amianto.
Dopo anni di lotte dei lavoratori e delle vittime dell’amianto, con la legge 257 del 1992 il legislatore ha abolito la produzione e la commercializzazione dell’amianto e concesso un risarcimento (con benefici contributivi a chi è stato esposto più di 10 anni, perché è appurato che I lavoratori esposti all’amianto hanno una aspettativa di vita minore agli altri di circa 7 anni. Questa legge già molto restrittiva (non riconosce il risarcimento a coloro che sono andati in pensione prima del 1992 o che non hanno i 10 anni di esposizione discriminando palesemente i lavoratori, cosa che non fa invece il killer amianto) viene ora vanificata con l’aumento dell’età pensionabile.
Ora il nuovo governo Monti, sulla scia del precedente, in nome dell’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione ( di chi??… non certo degli ex esposti amianto) ha aumentato l’età pensionabile per tutti costringendo chi è stato a contatto con le sostanze cancerogene o ha svolto lavori usuranti a rimanere più a lungo al lavoro.
Contro questo stiamo mobilitandoci con altre Associazioni e Comitati.
Trento, 12 dicembre.
Circa duecento persone (un intero pullman da Sesto organizzato dal nostro Comitato) hanno partecipato il 12 dicembre al presidio davanti al tribunale di Trento, a sostegno degli otto lavoratori sotto processo per aver protestato, con slogan e il lancio di qualche uovo, contro il tribunale di Bassano del Grappa per la sentenza che lo scorso 24 maggio ha assolto i dirigenti della Tricom/Galvanica PM di Tezze sul Brenta responsabile della morte di 14 operai e inquinato il territorio. Il processo è stato rinviato al 12 marzo.