Sottomessi e sfruttati cosi ci vogliono i padroni!!!
Dal 1° gennaio 2012 tutti gli operai e i lavoratori del gruppo Fiat si sono visti imporre il contratto voluto da Marchionne che i sindacati FIM, UILM, FISMIC e UGL, molto servizievolmente gli hanno accordato.
Senza perder tempo già nelle prime settimane di gennaio in CNH, l’azienda ha chiesto dei sabati di lavoro straordinario, contro i quali SI-COBAS e FIOM hanno dichiarato lo sciopero.
E questa richiesta non è stata casuale, visto il contesto in atto, serviva al padrone come banco di prova per testare la reazione e il livello di sottomissione degli operai, di fronte alla campagna antisciopero immediatamente scatenata contro gli stessi scioperi messi in campo.
Una campagna terroristica attuata dai più svariati personaggi, i quali andavano millantando il fatto che con il nuovo contratto fosse previsto il licenziamento per chi avesse osato scioperare.
E sebbene venissero sbugiardati dai delegati del SI-COBAS e della FIOM che informavano chiarendo agli operai che invece si poteva scioperare perché chi aveva le mani legate per lo sciopero, erano proprio FIM, UILM, FISMIC e UGL, i firmatari del nuovo contratto, la maggioranza degli operai non ha scioperato.
Ma quegli scioperi contro lo straordinario del sabato 21 e del 28 di gennaio, erano scioperi molto importanti che andavano sostenuti con tutte le forze, perché per chi non lo avesse capito avevano una forte valenza politica e potevano rappresentare un atto di sfida degli operai, contro il nuovo corso inaugurato dal contratto (Marchionne).
Ma le cose non sono andate così e dopo oltre 15 anni di resistenza contro l’aumento dello sfruttamento padronale, scioperando contro il lavoro straordinario al sabato; l’organizzazione sindacale SI COBAS ha deciso di sospendere temporaneamente gli scioperi e questo sino a quando gli operai non dimostreranno di voler rincominciare a lottare seriamente.
Lottare per difendersi, lottare per riconquistare quanto nel tempo il padrone ci ha tolto e solo perché lo si è lasciato fare.
La paura o altre scuse che spesso vengono utilizzate dagli operai che non vogliono mettersi in gioco, sono solo dei pretesti che servono da paravento per nascondere le proprie responsabilità personali.
Gli operai oggi non si sentono parte della loro classe, sono senza identità, sono privati della cultura operaia e non capiscono quali sono le vere ragioni, i perché, della loro condizione di vita e lavorativa. Ridotti e assoggettati alla cultura del padrone non hanno coscienza e consapevolezza della realtà.
Mentre le generazioni operaie del passato, indipendenti culturalmente e politicamente dal padrone riuscivano sopportando di tutto: miseria, fame, persecuzione, morte a non smettere mai di lottare rispondevano colpo su colpo, agli attacchi ricevuti dalla classe padronale.
Che la realtà sia complicata e difficile è sotto gli occhi di tutti, ma non ci sarà nessuno che verrà a salvarci se non saremo noi a farlo.
Non esistono vere soluzioni senza delle vere lotte.
E questo vale soprattutto per quegli operai che da sempre hanno rinunciato a lottare, come per quelli che hanno smesso di lottare, accettando di subire, portando anche gli altri a subire, facendo precipitare l’intera classe operaia nel baratro.
I tempi stringono, dobbiamo comprendere e in fretta che ogni minuto perso per rincominciare a lottare lo pagheremo a caro prezzo e la nostra risalita risulterà sempre più dura.
SI COBAS MODENA 8/02/12