All’incontro del 23 tra rsu e azienda, il Direttore Generale ha esposto le imminenti modifiche che ha intenzione di apportare al Presidio Ospedaliero di Bollate.
Premettiamo che ad inizio anno, Direttore Generale ha dichiarato che in attesa della costruzione del nuovo ospedale a Garbagnate avrebbe svuotato pian piano i “vecchi” presidi perchè altrimenti nel territorio nell’arco di 7 km si sarebbe creato un esubero di assistenza.
Esponiamo le dichiarazioni della dirigenza:
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Al 5° piano del padiglione 70 si aprirà un servizio a gestione privata di 12-15 posti letto destinati alla dialisi (cal). I privati saranno collocati insieme ai posti letto di dialisi già esistenti, e l’assistenza sarà gestita un po’dalla Salvini ed un po’ dai privati, ma non si è capito in che modo. Le ragioni della privatizzazione, a detta dell’Azienda, trovano giustificazione nel fatto che negli anni futuri è previsto un aumento di pazienti che necessiterà di questo servizio. Questo tempismo è sorprendente, ma non ci convince!
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Il Direttore Generale continua la sua esposizione spiegando un’ulteriore modifica. Anche al 5°piano del pad. 63, dato che è vuoto, ha deciso di investire in un progetto di 6 poltrone di odontoiatria, l’apertura di 8 nuovi ambulatori a disposizione dell’Azienda e la costruzione di un nuovo ascensore in sostituzione del vecchio che non funziona. Questo reparto, fino a sei mesi fa era la culla dell’ortopedia, ginecologia, ove si svolgeva piena attività. Ora è vuoto perchè volutamente l’ortopedia è stata accorpata alla chirurgia-oculistica-otorino, tutti in un solo piano (il disagio dei lavoratori è notevole) e la ginecologia quasi completamente smantellata.
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I poliambulatori rossi saranno dislocati all’interno del presidio ed al loro posto subentrerà la neuropsichiatria.
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E’ previsto un progetto regionale di ristrutturazione dei pronto soccorso, che prevede l’apertura di un’area per i codici bianchi. Il progetto riguarderà Garbagnate e Rho. Pur se questo progetto non ci piace perchè crediamo che aumenteranno i pagamenti per l’utenza, è significativo che Bollate non sia contemplato. Non è chiaro se è così perchè anche il p.s. è destinato a scomparire, oppure per altre ragioni a noi ancora sconosciute.
La recente chiusura del reparto di Ostetricia-Ginecologia di Bollate, la mobilità del personale infermieristico del Blocco Operatorio da Bollate a Garbagnate e Rho, l’accorpamento della Nefrologia alla Medicina, la chiusura “estiva” dell’intero reparto di Pediatria ( oramai definitiva anche se non è scritto nero su bianco), sono un segnale fin troppo chiaro che lo svuotamento principale è rivolto al presidio di Bollate.
Su questo tema l’Azienda ha sempre negato sostenendo che Bollate non chiude.
Ora anche noi abbiamo le idee più chiare. E’ vero, Bollate non chiude, anzi apre, apre la strada ad un sistema di gestione sanitaria che conosciamo bene dopo gli interminabili scandali di ruberie e mala-sanità legati alla gestione degli appalti, subappalti e buchi di bilancio esistenti nella sanità privata (ad es. il San Raffaele, la Maugeri, strutture annesse al Sa Paolo ecc..)
Come le formichine la Salvini ha svuotato interi reparti funzionanti riducendoli a briciole e tagliando servizi all’utenza, ed ora vuole “valorizzare” l’ospedale cedendo i suoi rami vigorosi riducendo l’assistenza pubblica al cittadino, e accanendosi contro i lavoratori con continui imminenti spostamenti da un reparto all’altro che non permettono di lavorare in qualità e in sicurezza.
Queste mosse organizzative così “dinamiche” ci fanno credere che la previsione dell’azienda sia legata a scelte personali del direttore generale di turno che potrebbe prediligere un presidio rispetto l’altro. Ad esempio, ieri si parlava di svuotare passirana, oggi vediamo l’ospedale di Bollate svuotarsi giorno dopo giorno.
Queste dinamiche di continui cambiamenti e spostamenti di interi servizi da un presidio all’altro a nostro avviso non trovano uno sbocco reale in una logica di assistenza rivolta alla popolazione perchè da un lato la continua riduzione dei servizi verso l’utenza costringe i cittadini a rivolgersi in strutture ospedaliere più lontane, dall’altro, i lavoratori della Salvini sono alla mercè di questa o di quella scelta aziendale in base alla “esigenza organizzativa” i cui criteri non si conoscono se non a giochi fatti.
I lavoratori si illudono che con l’entrata dei privati il budget aumenterà e l’Azienda sarà salva.
Chiedetelo al San Raffaele che ha ancora un buco di 65.800 milioni di euro. Anche lì la direzione si sta preparando a tagliare sull’unica fonte di vero guadagno, ovvero sugli stipendi dei lavoratori.
Per noi le briciole, per i cittadini l’ospedale a pagamento, per i dirigenti la botte sempre piena.
30 maggio 2012 Delegati rsu S.I. Cobas Salvini