Pubblico Impiego

Spending reviuw o RAPINA legalizzata?

Il governo Monti ha approvato i primi provvedimenti riuniti sotto il nome di “spending review”: una nuova manovra finanziaria volta a colpire direttamente i lavoratori pubblici e tutti i cittadini, tramite i tagli ai servizi (tagli all’istruzione pubblica e alla giustizia e ai trasferimenti agli Enti Locali per sanità, trasporti e servizi sociali).
Per i dipendenti pubblici (ora gli statali, poi verranno gli enti locali, visti i tagli dei trasferimenti statali) si prospetta la riduzione del 20% dei dirigenti (con prepensionamento) e del 10% degli impiegati (2 anni di mobilità all’80% della paga base – da 1.000 euro, per un D, in giù – e poi licenziati), blocco salariale per altri due anni, riduzione dei buoni pasto, ecc.
Dopo questo primo “blocco” di provvedimenti, altri ne seguiranno. Da un taglio di 4 miliardi, si è già passati a 26 in tre anni; ma non si fermeranno qui, senza alcuna possibilità di migliorare la situazione di crisi economica.
I lavoratori possono avere la sensazione di avere perso una battaglia, perché il governo dei tecnici della finanza riuscirà a compiere il terzo crimine, dopo quello delle pensioni e dell’art. 18. Ma non bisogna perdersi di coraggio: perdere una battaglia non significa perdere la guerra.
La guerra non è finita! La borghesia è condannata dalla crisi ad andare avanti con la politica di sacrifici nei confronti dei lavoratori e delle massa popolari: i provvedimenti attuali vengono dopo la riduzione dei diritti dei pensionati e degli anziani, il taglio dei diritti dei lavoratori (cancellazione dell’art. 18 e precarizzazione), gli aumenti delle tasse (IMU e IVA) e delle angherie (con Equitalia e la Guardia di Finanza).
Per reggere, passi l’esempio, il governo Monti deve fare come gli americani durante la guerra del Vietnam: ampliare la guerra.
All’epoca la resistenza non si affievolì, nonostante l’aumento delle forze impiegate dagli USA. Come, oggi, nonostante l’impiego su vasta scala delle forze di polizia, lo stato non è riuscito a piegare la resistenza delle popolazioni della Val di Susa.

Per difendersi bisogna organizzarsi.
Non possiamo certo delegare la nostra difesa a forze come CGIL-CISL-UIL, che in passato hanno sottoscritto tutti gli accordi che hanno determinato il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori (pensiamo solamente agli accordi del 1992 che hanno prodotto l’abolizione della scala mobile) e attualmente svolgono la funzioni di garanti degli equilibri politici del paese.
C’è voluto che Monti glielo dicesse apertamente, per fargli capire che la politica della concertazione è morta da un pezzo, dopo aver contribuito in 20 anni a un’enorme redistribuzione di ricchezza a scapito dei lavoratori e a favore di profitti e rendite.
Continuare a sperare che la valanga colpisca gli altri e che arriverà qualcuno (la giunta regionale?) a proteggerci è un atteggiamento non più solo miope: è suicida!

Non possiamo delegare a nessuno la difesa delle nostre condizioni di vita e di lavoro!

La battaglia contro il governo dei sacrifici deve andare avanti!

9 luglio 2012 S.I. Cobas